Capitolo 14

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Normani's pov
Era passata una settimana dall'ultima volta che le avevo parlato, non avevo il coraggio di scriverle, così come lei non aveva il coraggio di scrivere a me.
Quello che mi chiedevo è come era stato possibile, come ho fatto ad innamorarmi di lei?
Mi immaginavo chiunque, ma non lei. E in quell'istante togliermela dalla testa era la cosa che sembrava più impossibile da fare al momento. Provai di tutto, ma vedere il suo contatto ogni volta che accendevo il cellulare non mi aiutava.
Avevo raccontato tutto a Lauren, che si era arrabbiata. Il perché non lo so, ma non era d'accordo.
Erano le quattro del pomeriggio e io stavo stesa sul letto a pensare a lei.
Alla fine cedetti, il giorno dopo la avrei chiamata e le avrei chiesto di incontrarci, sempre ai bagni del terzo piano, non c'era mai nessuno, non usavano nemmeno le classi, l'unica cosa che avrebbe potuto portare le persone a salire al terzo piano era il laboratorio di disegno, ma tanto non ci andava mai nessuno, quindi non c'era problema, nessuno mi avrebbe disturbata o distratta dal mio intento.

Il giorno dopo arrivai impaurita a scuola, non volevo rovinare tutto.
Mancava il professore della prima ora e mi sembrò perfetto, tirai fuori il cellulare e andai in corridoio, poi composi il numero, che avevo ormai imparato a memoria, e chiamai.
Tre squilli, poi rispose.
Restò in silenzio, sentivo solo il suo respiro

Dinah? Puoi venire al terzo piano? Nei bagni, come l'altra volta...

Silenzio

Dinah?
Arrivo...

Attaccai e cominciai a salire le scale, lentamente.
Quando arrivai lei era già lì, mi vide e abbassò gli occhi, ero ancora lontana da lei, avevo appena cominciato il corridoio "Dinah" la chiamai, lei piano alzò gli occhi.
Fu un attimo, accelerai il passo e la attaccai al muro.
Dopo quasi tre mesi finalmente posi fine alle distanze tra di noi e la baciai.
Le mie mani erano sul suo viso, la tenevo più vicina, il più possibile.
Lei restò ferma, poi dopo un po' ricambiò timidamente il bacio.
Sembrava un sogno e c'era un casino nel mio stomaco, avrei dovuto farlo prima, molto prima.
Mi sentivo felice in quel momento, con la Hansen.
In quel momento centomila pensieri riguardanti la ragazza che stavo baciando mi passarono per la testa, poi, ovviamente, mi arrivarono anche quelli dove la picchiavo, una tremenda sensazione di disagio mi attraversò e mi fece rendere conto di quello che stavo veramente facendo.
Mi staccai lentamente, poi aprii gli occhi, guardandola non potei fare a meno di farmi scappare un sorriso, lei sorrise a sua volta.
Mi allontanai dal suo corpo e me ne andai.

Okay lo so, è corto, ma volevo che fosse solo su questo🎄

Text received from unknown number - NorminahΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα