VOID/LYDIA 1° parte

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Ultime cronache di vita da un subdolo Bunker che vorrei non esistesse più..

Dai pensieri di non so nemmeno più io chi sono adesso.. Se non un anima travagliata, che cerca vendetta e non solo..

Lotte. Battaglie, liti e guerre continue. Il lungo ed estenuante confronto con lo spettro della mia anima, non è poi servito a molto. Se non a farmela volere di più. A volerla accanto a me sempre, ogni secondo che passo dietro a questo inutile vagare, che chiamano Tempo. Che chiamano Vita. Sono arrivato al punto di non ritorno. Stiles aveva ragione, quando mi ha detto che avevo già scelto lei. Come poteva sapere? Come giocare al Veggente e prendersi gioco di me?

Allora vi confido un piccolo segreto. E' grazie a lei che mi sono salvato. Quasi tagliato via, da quello zoppicante e malato di uno spettro.

Lei.

Ha segnato il mio limite del non ritorno. Limite sotto il quale, non sono più disposto a scendere. La persona nuova che mi guarda, da uno specchio freddo e mezzo graffiato, mi spaventa e fa impressione al tempo stesso. Sono ancora io. La malvagità, la ricerca di dolore e conflitto, la cui mancanza si fa sempre più urgente e spasmodica. Eppure ora sono completamente e irrimediabilmente diverso.

Caos, dolore, conflitto. Ogni singolo sentimento ed emozione negativa, sono il mio cibo. Il nutrimento preferito. Ne ho bisogno per vivere. Per nutrire quello spettro malato, che pensavo, fosse la parte più bella e importante di me. Allora non sapevo quanto mi sbagliavo. Darei tutto il dolore e il marcio di questo vivere corrotto, solo per poter avere lei. Lei che con quelle sue piccole dita eleganti, è riuscita secondo dopo secondo, a scalfire sempre di più la mia corazza. Come ha fatto?. La paura che sento io adesso, la vivo su di me, più truce di quella che infliggo agli altri. Cattiveria e bontà che lottano in me. Sono bene e male al tempo stesso. Me stesso e trasformato in qualcosa, di neanche lontanamente o anche solo immaginabile. Adesso non sono solamente io, a dimorare in me. Tutto perché lei ha il controllo, di ogni parte di me. Tutto perché è come se all'improvviso, vivessi in simbiosi con lei: Noi siamo uno. Perché finalmente, l'oscuro demone, ha trovato il suo angelo per risorgere.

Eccola. La verità quella dura che fa male, quella che taglia come una lama affilata, quella che non lascia dubbi. Quella verità che ora purtroppo so, che dormiva da troppo tempo in me. Verità, che ho avuto paura di ascoltare. Paura di vivere. La sola però, che porta un attimo di pace, alle mie continue pene. Perché può sembrarvi strano, ma da quando volente o no, Lydia è entrata nella mia vita, i miei tormenti quotidiani sono aumentati. Notevolmente. Comincio a incontrare nuove strade, sentieri fino a ieri sconosciuti in me, lasciandomi senza possibilità di replica. Come volassi nel vuoto continuamente, senza sapere dove e se mai, atterrerò in qualche Terra, sconosciuta o meno che sia. Non penso però, di trovare più la stabilità. Non quella che avevo una volta. E' come se parlassi del mio attuale presente, ma in terza persona. Come se tutto mi passasse addosso. Via veloce, come fa il vento che scivola addosso. Credo in realtà, lei sia parte di quello stesso vento, che mi guarisce e ristora insieme. Il tempo, di porsi dubbi e domande è però finito. L'ultima notte è passata. Ripenso a lei. Non sono riuscito a starle lontano. Volevo così tanto quel nuovo Si da lei, che ho infranto la mia regola, ho cercato quella luce. Quella luce, che mi sono già negato abbastanza. Il sole già alto, mi indica che il giorno dell'incontro è arrivato. Il giorno che mi fa sapere, in qualunque parte abiterò, non sarò più lo stesso. Il giorno dove cambierò ancora. Per sempre. Ora è il momento, di lasciare questo bunker per sempre. Lo odio. Quell'amato e odiato quaderno, la sola cosa che porto via con me, mi guarda strano, da quel sudicio e sgangherato tavolo. Non mi dispiace andare via, da questo soffocamento continuo, da questa pazzia, che agitata mi vive intorno. Lei mi aspetta alla riserva. Almeno lo spero.

All'ospedale con Lydia e Stiles

Niente. I medici dicono che ancora sembra perso, in un coma vegetativo. Può sentire seppur vagamente le voci intorno a lui. Di svegliarsi però, non vedono nemmeno loro, un momento in cui può avvenire. Vorrei piangere per non smettere più. La sua lontananza da me, assomiglia sempre più a un sordo dolore fisico e non.

Distrugge.

Con un lungo sospiro guardo i medici uscire, mentre, ancora scossa per quello che è accaduto, devo trovare il coraggio per fare una cosa, ma devo essere sola.

Ragazzi vi dispiace, ho bisogno di parlare sola con lui! chiedo gentile. Annuiscono semplicemente, per poi salutare Stiles, spronandolo a svegliarsi ed escono. Mi ritrovo da sola e fa male. Ma devo.

Amore mio ho una promessa da farti. Qualunque cosa succeda da oggi in poi, non mi perderai mai. Come mi hai detto tu, saremo sempre insieme. Mano nella mano ad affrontare il male. Saremo sempre nostri contro tutto. Tu però non lasciarmi più sola.

Le lacrime a lungo trattenute, scendono liberatorie, dandomi un po' di strana serenità. Prima di uscire dalla sua stanza stavolta, saluto Stiles, con un soffice bacio sulle labbra. Ne ho bisogno. Esco dalla stanza avviandomi verso l'uscita, seguita da uno Scott e una Malia, più che stranamente silenziosi. Sembrano atterriti. Io stessa dovrei esserlo. Quel breve momento con Stiles invece, mi ha calmato come sempre. In un tetro silenzio torniamo a casa mia. Ora basta.

Si può sapere cosa vi prende? Sembrate dei condannati alla gogna! (ops... da dove mi viene questo tono così duro?.)

Sicura da non aver niente tu da dirci Lydia? replica Malia in tono indifferente. Sembrano arrabbiati con me. Non riesco a capirne il motivo. Poi lo capisco. Mi volto. Nella strada di casa mia, una macchina nera molto elegante, è ferma davanti il piccolo cancello bianco, l'entrata di casa mia. Sembra aspettare qualcuno. Esitante ed ancora incapace di fare qualcosa, mi avvicino all'auto, dove un sorridente autista in uniforme, scende venendo verso noi.

La signorina Lydia Martin presumo? dice in tono gentile.

Scott e Malia hanno già mutato il loro colore degli occhi, ringhiando pronti alla lotta.

No! urlo decisa mettendomi in mezzo.

Ho detto il mio Si a lui e intendo mantenere le mie promesse. Ho promesse, da mantenere anche a Stiles. Non posso deluderlo Scott ti prego! Devi, dovete capirmi! Vi chiedo solo una cosa proteggetelo per me. Non so cosa succederà oggi o in seguito. Non lasciatelo mai solo. Mai. Promettete?

Mi rivolgo disperata ai miei amici, più che arrabbiati ma infine, si calmano.

Sono io. Cosa devo fare? (mi rivolgo all'autista) Non finisco di parlare. So perché è qui. Lui. E'arrivato il momento. Non so dove trovo tutta questa forza adesso.

Mi segua. Qualcuno l'aspetta e non gradisce ritardi risponde l'uomo cortese.

Bene e sia. Fidatevi di noi ragazzi. Io e Stiles siamo insieme anche adesso, anche se non potete capirlo!

Dopo averli abbracciati forte, seguo l'uomo sull'auto. Vado via, lasciandoli increduli sulla strada. Con il loro sguardo che mi buca la schiena. Circa una mezz'ora arriviamo alla radura. Vorrei correre via, tornare indietro. Salvezza, tutto intorno a me, sembra gridare questa parola. Non posso. Ho promesso. Scendo dalla macchina e l'ombra sfuocata davanti a me, diventa sempre più nitida. E' di spalle, per poi voltarsi.

Hai promesso e sei venuta. Ben arrivata piccola donna. Ci rivediamo piccola Lydia...

E' più forte di me. L'urlo arriva ancora a farmi compagnia.

Strategie di un Nogitsune InnamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora