LEAVE ME LONELY ||Jacob Sartorius||

Capitolo 35

Percorro il più velocemente possibile il vialetto di casa Sartorius, con passi pesanti e minacciosi. Mi avvicino alla porta per poi catapultarmici sopra, e mollare pugni a destra e manca, sovrastata dalla rabbia.

"APRI SUBITO!" sbraito, continuando a bussare insistemente.

Dei passi veloci si sentono dall'altra parte della porta. Per poi fermarsi e spalancare quest'ultima. Il viso confuso di Jacob mi fa ancora più innervosire, ed irritata più che mai lo afferrò per un braccio strattonandolo verso di me.

"Come hai potuto farmi questo?" Gli urlo in faccia incavolata.

Scuote la testa, guardandomi con espressione confusa.

"Diana, puoi spiegarti meglio?" Domanda lui con cipiglio in volto.

"Ah, adesso fai il finto tonto? Tanto lo so che sei stato tu! Lo eri fin dall'inizio!" Inzio a battere pugni sul suo petto, ed a spingerlo, ma non riesco a smuoverlo nemmeno di un centimetro.

"Ferma! - mi afferra i polsi, immobilizandomi - Diana, calmati, dimmi che cosa succede!"

Mi fermo di colpo, incatenando lo sguardo al suo. Sostengo lo sguardo con espressione sorpresa.

"Jacob, so che eri tu a mandare i messaggi anonimi, so tutto" scuoto la testa, sostenendo ancora lo sguardo. Una smorfia di disgusto si fa spazio sul mio viso, ed incavolata, strattono violentemente le braccia lontane dalla sua presa.

Alle mie parole imballidisce di colpo, sgranando leggermente gli occhi.

"Ti posso spiegare!" Lo blocco immediatamente, fermandolo con una mano sul petto.

"Cosa dovresti spiegarmi eh Jacob? Di quanto tu sia un bugiardo, stronzo, manipolatore?" Domando con sguardo pieno d'odio.

"No. Okay, è vero, i primi messaggi erano i miei, ero arrabbiato con te per come mi avevi trattato,ma ho smesso subito. Quando ci siamo baciati, li dentro allo sgabuzzino, non sono stato io, non avevo modo di scattare quelle foto e mandarle"

Lentamente abbasso lo sguardo, riflettendo e rielaborando le parole pronunciate poco fa da Jacob. Potrebbe avere ragione, insomma, anche lui ha litigato con Blake, e fare una foto e mandarla sarebbe stato praticamente impossibile.

"Jacob...- faccio un sospiro- non so se credenti" mi copro il viso con le mani, ormai stanca e demoralizzata da questa situazione che mi sta distruggendo.

"Diana, devi credermi. Inzialmente ero io, ma ho smesso quasi subito. Non ho la più pallida idea di chi sia la persona che ti scrive ora"

Mi tolgo le mani dal viso, abbassando lo sguardo e coprendo il mio viso con i capelli.

Jacob mi afferra le mani, avvicinandomi leggermente al suo petto.

Dopo un tempo infinito, ormai piena di tristezza e disperazione, calde lacrime iniziano a solcare il mio viso, fino a ricoprirlo totalmente di. Senza nemmeno che me ne renda conto, diventa un pianto isterico, capace di farmi tremare, e singhiozzare in una maniera incredibile.

In quel momento, e come se tutto quello che avevo dentro sia uscito fuori, lasciandomi finalmente respirare. La disperazione che c'era in me, stava scivolando via insieme alle lacrime, e la sensazione di leggerezza mi fece sentire particolarmente bene.

La mani di Jacob si staccano dalle mie, per poi avvolgermi in un forte abbraccio, che mi fa piangere ancora di più.

Da quando sono arrivata qui, ho vissuto con la costante sensazione che avrei potuto trovare dolore solamente girando l'angolo. Immediatamente ho sentito un piccolo peso poggiarsi sul mio cuore rendendolo più pesante, ed il respiro si affannava ad ogni passo che facevo. Non credo di essere una cattiva persona. Cose del genere capitano a tutti, è questione di logica. Mi sono accadute cose belle, e cose brutte, cose che mi hanno fatto crescere ed altre che mi hanno fatto tornare una bambina. Niente è pianificato, il futuro non è scritto nelle stelle, ognuno può aspettarsi il meglio o il peggio da chiunque in qualsiasi momento. Niente è perfetto, niente è "bellissimo" nessuno può pretendere niente da nessuno. O almeno è quello che ho imparato stando qui. I piedi in testa provano a metteteli tutti. Nessuno escluso.