SESSANTUNO - Epilogo

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Kate da quando era uscita dalla caffetteria aveva camminato senza sosta per ore. Alla fine ritrovò nel suo parco senza volerci andare, era stata condotta lì dal caso o dal suo inconscio, come se sapesse, da quando era uscita di casa, che doveva andare lì. Era seduta sull'altalena, dondolandosi appena, pensando a tutti gli errori fatti in quei mesi e nel passato, quando cominciò a piovere e le gocce di pioggia si mescolavano con le sue lacrime silenziose che divennero presto singhiozzi rumorosi aumentando di intensità man mano che anche la pioggia diventava più insistente, ma lei non se ne curava. Non ricordava quelli che tutti gli avevano descritto come gli anni più belli della sua vita, si era innamorata di un uomo che amava un'altra donna e quell'altra donna era sempre lei, sarebbe stato perfino comico se non fosse stata così male. Non aveva più il suo passato, non vedeva un futuro, perché non aveva un futuro, glielo aveva detto lui, chiaramente. Aveva solo sua figlia. Solo lei, se poi lui non avesse voluto fare come con Alexis e tenerla solo per se. Il solo pensiero la atterriva, la sua bimba era tutto ciò che sapeva di avere del suo passato e del suo futuro. Era un filo dorato che cuciva la sua vita tenendola insieme, evitando che si trascinasse tutto via.
Si era convinta che aveva sbagliato a lasciarsi andare e ad innamorarsi, perché stava soffrendo, ancora una volta, le sue paure erano fondate, aveva aperto uno spiraglio nel suo muro ed era stata invasa da un fiume in piena che la stava trascinando via e allora si era affrettata a chiudersi di nuovo dentro. Ma la sua bimba meritava di più delle sue paure che la bloccavano, meritava quella famiglia che era sicura che lei, prima, sognava di darle ed anche sua figlia meritava di più: non era vero che voleva dimenticarsi di Castle, voleva amarlo e voleva che lui la amasse come amava quella Kate e non poteva essere gelosa di se stessa. La Kate che Castle amava era sempre lei, doveva solo volerlo e smettere di fare la guerra al suo passato, smettere di farsi condizionare dalle sue paure. Si accorse in quel momento che per la prima volta rivoleva la sua vita, tutto quello che aveva prima e che non le importava se rischiava di soffrire per questo. Stava soffrendo anche adesso e non aveva nulla.
Voleva Castle, voleva solo lui. Voleva la loro vita, quella che lui gli aveva raccontato. Non gli importava se aveva paura di scoprire che era un'illusione frutto della sua fantasia di scrittore, che quello che provava era diverso, nemmeno delle ombre che avrebbe svelato. Perché ora lo amava ed era convinta che nulla avrebbe cambiato questo sentimento, non lo avrebbe scalfito, lo avrebbe solo completato con quel buco che si portava dietro da mesi.
Un lampo illuminò il parco rischiarando per una frazione di secondo l'aria densa di nuvole nere come il suo umore e qualche istante dopo un tuono vigoroso rimbombò fin dentro di lei. Si portò una mano al petto che sentiva come stretto in una morsa ed il cuore battere all'impazzata. Aveva paura. Non capiva cosa le stava succedendo. Era sola in un parco, sotto la pioggia. Non aveva il cellulare, non poteva chiamare nessuno e nessuno era lì con quel tempo. Vedeva le macchine al di là del giardino sfrecciare sulla strada e alzare nuvole d'acqua. Erano lontane, troppo lontane per arrivarci per come si sentiva paralizzata in quel momento, troppo lontane perché la vedessero. Faticava a respirare e non sapeva se era la paura o altro, la testa le scoppiava e sentiva pulsare le vene fino a farle male. Con una mano si tenne il ventre e con l'altra si resse più forte alla catena dell'altalena. Se fosse accaduto qualcosa alla sua bambina per un suo colpo di testa non se lo sarebbe mai perdonato. Va tutto bene bimba mia, mamma sta bene... Parlava alla sua bambina come sua madre parlava a lei. Si doveva fare coraggio da sola, non c'era nessuno ad aiutarla e doveva uscirne solo con le sue forze, non poteva lasciarsi risucchiare dalle sabbie mobili della sua mente, condannandosi all'oblio ed anche a qualcosa di peggio, temeva.

"Sono pazza di lui, è l'amore della mia vita"
"Morirei se un giorno dovessi perderti"
"Sono molto fiera di averlo ispirato e sono molto orgogliosa di essere sua moglie"
"Ti amo, Richard Castle e voglio vivere la mia vita nel calore del tuo sorriso e nella forza del tuo abbraccio."
"Averti come partner e come compagno è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita."

Always, AgainWhere stories live. Discover now