CINQUANTUNO

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Rick aveva finito presto quella sera. Il giorno dopo sarebbe partito per Los Angeles e dopo cena non aveva voluto partecipare a nessun evento. Price era ripartito appena finita la presentazione in un'altra libreria alla fine della quale in una conferenza stampa avevano annunciato l'uscita per il mese successivo del nuovo capitolo di Nikki Heat ed il rinnovo per altri tre libri, nonché il nuovo libro di Castle che sarebbe uscito nei prossimi mesi, qualcosa di particolare ed assolutamente diverso, come lo avevano descritto tutti e tre. Questa cosa suscitò molta curiosità tra i fan e i giornalisti e non mancò la domanda ovvia se era qualcosa che riguardava quanto era avvenuto in primavera. Castle non si sottrasse alla domanda, dicendo che in un certo senso sì, quello che era accaduto aveva influenzato la scelta di fare questo libro, che sarebbe stato forse solo il primo di questo genere, ma non volle dire altro.
Era nella sua stanza, voleva dormire presto, ma alla fine non ci riuscì. Tornato in camera aveva cominciato a scrivere almeno per un paio d'ore. Poi si forzò a smettere anche se avrebbe continuato tutta la notte. Doveva preparare i bagagli e riposarsi. Mentre riponeva i vestiti nel porta abiti sentì il suo cellulare squillare e la foto sul display non lasciava dubbi su chi fosse.

- Castle... sono io... ti devo parlare...
- Kate! Stai bene... state bene? - Il tono di Castle preoccupato era solo un riflesso di quello tremante di Beckett
- Sto bene Castle, sta bene anche la bambina. - provò a rassicurarlo senza molta fortuna
- Dalla voce non si direbbe. Che cosa è successo?
- Stasera alla festa... Volevo parlarti prima che lo potessi vedere sui giornali.
- Kate... - La voce di Rick divenne subito più aspra.
- Ho incontrato Eric Vaughn. Mi ha detto Lanie chi era. Mi ha chiesto di ballare con lui ed ho accettato.
- Non mi chiami per un ballo vero?
- No... Castle mi dispiace... Mentre ballavamo mi ha baciata ma credimi Rick ha fatto tutto lui. Poi Lanie mi ha detto che c'erano anche fotografi e che la cosa poteva finire sui giornali io... non volevo.... Credimi Rick.

Rick rimase in silenzio dall'altra parte del telefono. Sentiva il respiro accelerato di Kate ed avrebbe voluto dirle che non era niente, che avrebbero fatto un articolo su qualche rivista di quart'ordine e sarebbe finita lì. Non era così e lo sapeva. C'era Vaughn di mezzo e c'era lei sarebbe stata una notizia bomba. Ma questo, in realtà non gli interessava. Odiava quel tizio, da quando aveva già corteggiato Kate anni prima e tanta era la sua voglia di conoscerlo e la stima che provava per lui prima, tanto avrebbe voluto farlo sparire dalla faccia della terra dopo averlo visto vicino a Kate.

Vaughn e i suoi modi affascinanti.
Vaughn e le sue lusinghe.
Vaughn e la sua capacità di sedurre.
Vaughn, bello e attraente.
Vaughn che era già riuscito a insinuare troppi dubbi a Kate, l'unico da quando stavano insieme, l'unico ad averla fatta dubitare del suo amore, delle sue intenzioni.
Vaughn che arrivava, ancora una volta, quando lei era più fragile.
Vaughn che sembrava aver intuito subito i suoi dubbi e che l'aveva capita, come nessuno dei suoi ex aveva mai saputo fare.
Vaughn che Castle avrebbe volentieri fatto sparire della faccia della terra.

- Ok, grazie per avermi avvisato. Almeno se vedo mia moglie che si bacia con un altro so che lei è rimasta ferma. - il suo sarcasmo colpì Kate oltremodo.
- Rick...
- Va tutto bene Kate. - era oltremodo freddo e distaccato e questo lei lo percepì subito facendola sprofondare nella paura.
- C'è stata una canzone. La canzone del nostro matrimonio.
- Ti ricordi del nostro matrimonio? - lo disse come se non lo interessasse fino in fondo.
- Solo di quel ballo, quando ti dicevo che era tutto perfetto e di un altro ballo insieme, con la stessa musica.
- È vero Kate. Allora era tutto perfetto. - Fu stranamente grato che non si ricordasse del loro matrimonio. Non avrebbe potuto sopportare che si fosse lasciata baciare da un altro dopo essersi ricordata quel giorno. - Abbiamo ballato molte volte con quella canzone.
- Vorrei farlo ancora.
Rick avrebbe voluto risponderle che lo avrebbe voluto anche lui, e solo Dio sa quando avrebbe voluto. Ed il testo di quella canzone mai come adesso gli sembrava vero ed adatto a loro. Tutto era cambiato, tutto era destinato a cambiare ancora. Ma lei era dentro di lui, scorreva veramente dentro le sue vene ed era più potente di qualsiasi dolore che le provocava tutta questa situazione.
- Ti vorrei qui con me Castle. Vorrei dirti molte cose adesso.
- Parleremo quando tornerò. - Rick guardava fisso l'armadio vuoto davanti a se.
- Sei arrabbiato?
- No, Beckett, dovrei esserlo? Non sono arrabbiato. Sono triste, sono deluso.
- Mi dispiace Castle.
- Credo che stavolta dispiaccia di più a me. Ci sentiamo domani quando arrivo a Los Angeles.
- Va bene. - La voce di Kate era appena un sussurro troppo lontano alle sue orecchie. - Ciao Rick.
- Ciao Kate.

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