TRENTADUE

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New York li avvolse con la sua afa ed il suo caldo insopportabile, tanto che l'idea di tornare negli Hamptons non gli sembrò solamente buona, ma necessaria. Sembrava che il loro fisico non fosse più abituato a sopportare quella calura mescolata con lo smog cittadino che rendeva l'aria difficile da respirare in quei giorni di caldo veramente sopra la media. Kate soprattutto lo stava accusando particolarmente, ma era normale visto il suo stato, così aveva letto, essere più sensibili alle alte temperature. Tutto questo solo per essere passati dal parcheggio, senza nemmeno andare in giro.
L'aria condizionata che li accolse appena messo piede dentro il loft gli fece tirare un sospiro di sollievo. Rick andò subito a posare le valige con le poche cose che avevano riportato a casa nella loro camera, mentre Kate prendeva dell'acqua fresca. Era estremamente assetata.
- Katherine, tesoro! - Martha fece il suo ingresso scendendo le scale come una vera diva, anche con quelle temperature così alte per stare in casa non rinunciava alle sue vestaglie drappeggiate e piumate.
- Ciao Martha! - Kate la salutò calorosamente
- Che bello rivederti! Mi era sembrato di aver sentito aprire la porta. Ma Richard dov'è?
- Madre! Sono in camera, tranquilla non mi sono perso negli Hamptons!
- Allora mia cara, raccontami, come è andato questo soggiorno al mare?
- Bene, Martha, molto bene.
- Hai...
- No. Solo qualche situazione, nulla di più - Kate la interruppe subito. Non aveva molto voglia di parlare dei suoi non progressi in quel campo. Non aveva ancora fatto in tempo ad entrare e cambiarsi che già aveva ricevuto la prima domanda, se fosse continuata così per ogni persona che conosceva, sarebbe uscita fuori di testa.
- E con Richard? - Chiese ancora l'attrice con tono divertito ed impertinente
- Con me va tutto benissimo, grazie del tuo interessamento mamma! - Rick era uscito da camera ed aveva raggiunto Kate, cingendole la vita, avvicinandola a se e dandole un bacio sulla guancia, in un gesto che era eloquente e che sperava servisse a mettere a tacere sua madre, anche se ci sperava poco.
- Oh che bello sono molto contenta per voi! - Martha batteva le mani con enfasi a sottolineare la sua gioia che Rick però dovette interrompere subito prima che la situazione potesse degenerare
- Ora madre, ci permetti di cambiarci e rilassarci un attimo senza farci il terzo grado?
- Ma certo ragazzi! Voi mi raccomando fate come se io non ci fossi! - Disse mentre saliva al piano di sopra
- Sì, mamma, farò anche finta di essere a casa mia! - Rispose Castle ridendo

- Ehy, scusami per mia madre. Sa essere sempre decisamente inopportuna.
- No, Rick, figurati. Non è lei il problema, è che penso che la stessa domanda me la faranno tutti, poi tutti chiederanno di noi, poi del bambino... Se ci penso mi viene la nausea.
Erano in camera e Castle stava sistemando le loro cose, mentre Kate era in bagno che si rinfrescava.
- Eri seria quando mi hai chiesto di stare qualche giorno sullo yacht? - Le chiese tornata in camera
- Sì, se ti va, ovviamente.
- Siamo d'accordo, allora. Mi organizzo con Tim e giovedì mattina salpiamo, che ne dici?
- Fantastico! - Gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia provocando un rumoroso schiocco poi si sdraiò sul letto e lui la raggiunse, sdraiandosi vicino a lei. Le prese una ciocca di capelli e cominciò a giochicchiarci, arrotolandosela su un dito e poi lasciandola andare, ripetendo il gesto all'infinito.
- È bello essere di nuovo qui, con te. Negli Hamptons abbiamo condiviso tanti bei momenti, ma qui è diverso, qui è casa nostra. - La vide assente, come se fosse persa in un mondo molto lontano da lui. - Ehy, mi hai sentito Kate?
Si voltò a guardarlo, in realtà no, non aveva sentito nulla e lui lo capì da come lo guardava spaesata.
- Cosa succede Kate?
Rick, intento a guardarla e a giocare con i suoi capelli, non aveva notato i movimenti di Kate che si stava teneramente accarezzando la pancia.
- Nulla... pensavo...
- A qualcosa di bello o di brutto?
- Di bello. A lui... Domani lo vedremo di nuovo. - Il volto le si aprì in un meraviglioso sorriso. Uno di quelli che di solito dedicava solo a Castle, ma che adesso anche lui sapeva che avrebbe dovuto dividerli con qualcun altro.
- Sì, sei felice?
- Non vedo l'ora...
- Nemmeno io. Poi se siamo fortunati domani potremo sapere se ho ragione io ed è una mini Beckett!

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