⊱ 50 ⊰

12.5K 522 52
                                    


Non riusciva più a fermarsi.
Il senso di colpa, la sua impotenza...la stavano uccidendo.

Non le interessava neanche che non avesse la più pallida idea di dove la stava portando quella strada.
Ne aveva percorse coì tante nell'ultima mezz'ora.
Forse, pensò, fra qualche secondo sarà lui stesso a trovarmi.

Il cacciatore armato di coltello che balza sulla schiena della preda.
E la preda quel giorno era lei.

Mise la mano in tasca per agguantare il cellulare.
La rete era debole a Darkle ma le serviva al più presto google maps.
Sospettava di essersi allontanata fin troppo dal centro.

Si ricordava bene di aver superato la piazza centrale e di aver poi imboccato un piccolo vicolo che si trovava subito dopo la taverna , da lì aveva proseguito per ore, salendo e scendendo una serie quasi infinita di scalinate , contando i sassi che si trovavano sotto le sue suole.

La luce dello schermo illuminò un piccolo spazio all'interno del crepuscolo.
Tutto ciò che riusciva a distinguere in quel momento erano le gocce di rugiada sul vetro delle finestre e sul ciottolato imperlato, la luna alta e rotonda sopra di lei.

Un rumore secco improvvisamente la fece raggelare.
Si voltò.
Dietro di lei un'altra strada, le porte tutte chiuse, idem le finestre.

Davanti proseguiva un vicolo di cui non sapeva riconoscere la profondità, completamente immerso nel buio.
Accese la torcia e la puntò di fronte al suo corpo, nulla.

Alla sua destra si apriva un'altra stradina, cinta superiormente da un arco di pietra corroso dalla lunghe giornate di pioggia , tempestato dal muschio verde che nella penombra brillava come se contentesse tanti piccoli occhi , che seguivano i suoi passi.

Poi un'ombra saettò quasi alle sue spalle.
Prima che riuscisse a vederla fu dietro di lei, le sfiorò la spalla destra.

<cazzo>
Sbottò , cercando la pistola nella tasca interna del cappotto, sapendo comunque di non averla portata al funerale.
Un disperato tentativo di negare quello che sarebbe potuto accadere il momento successivo.

Rivide i corpi macellati di quei due uomini.
Sarebbe accaduto anche a lei?

Stava per mettersi a correre quando vide l'individuo davanti a lei alzare le mani in segno di resa.

Anche alla sola luce proveniente dal cellulare riuscì a notare la massa di capelli biondi , occhi di lince spiccavano sul volto della donna.
<mi scusi agente Reed, non volevo spaventarla>

Vic cercò di riprendere possesso del suo corpo.
Le gambe tese dallo sforzo, pronte a scattare in avanti per l'attacco o in ritirata dalla parte opposta.
Le mani serrate in pugni si sciolsero lentamente ma non del tutto.
<chi diamine è lei, perchè sa il mio nome?>

La donna sorrise ,svelando una serie di piccoli denti bianchi.
Non sembrava davvero dispiaciuta della sua bravata, probabilmente non lo era.
<Lucy Kelson, piacere di conoscerla.
Ammetto che questo non sia stato l'esordio migliore.
La prossima volta la mia scelta sarà più oculata.>

<non mi ha ancora detto chi è, signorina Kelson.>

Vic si allontanò di un passo, con la coda dell'occhio soppesò le varie vie di fuga.
La strada da cui era appena arrivata, sbarrata dalla donna era impensabile, la superava di qualche centimetro, ma non poteva sapere se fosse armata.

Lucy notò l'esitazione sul volto di Victoria e sorrise nuovamente, la divertiva vedere i poliziotti in difficoltà.

<lavoro presso il SunLook, vengo da Arden.>

<SunLook, cosa dovrebbe essere un giornale?>

Lucy annuì e si appoggiò al muro sulla sua destra, continuando a bearsi della vista.
Aveva sentito parlare di quella donna, ma se l'immaginava completamente diversa, più forte, meno timorosa e soprattutto più sfrontata.

<ero davvero ansiosa di conoscerla.
Ho seguito il suo caso sul corvo di Dublino, avrei voluto scriverci su ma ... suppongo che potremo rifarci questa volta.>

Victoria scosse la testa, rise nervosamente.
Pensava di stare per diventare merce per vermi invece l'unico pericolo che l'aveva raggiunta era una strana stalker , maniaca della cronaca nera.

Voleva ritornare nella sua camera al più presto, per quanto Mildred la infastidisse con i suoi crocifissi appesi su ogni parete supponeva che la signorina Kelson potesse rivelarsi una spina nel fianco molto più invasiva.

<assolutamente no, non ho intenzione di collaborare con dei giornalisti.
Se mi conosce anche solo per sentito dire dovrebbe saperlo.
Io faccio il mio lavoro e voi il vostro, ma lontano dal mio culo.>

Si ricordava bene, troppo bene il caso del corvo di Dublino.
Era curioso che proprio quella donna lo rispolverasse dal passato.

Due persone in più erano morte a causa dell'invadenza di alcuni giornalisti che nell'arco di pochi minuti erano riusciti a rendere la scena del delitto, in un sobborgo residenziale, un caos di dna , impronte e mozziconi di sigaretta.

Se gli agenti della scientifica non fossero stati cos'ì impegnati a catalogare tutti quei resti si sarebbero potuti concentrare molto prima sulle corrispondenze e Rosco Berry non avrebbe potuto neanche avvicinarsi a casa della sua ex, di conseguenza strangolare lei e la figlia dodicenne.

Il ricordo della chiamata di Colin le fece venire le lacrime agli occhi.
Certi casi non si dimenticano.

Mentre quei giornalisti festeggiavano per il loro articolo sulla prima pagina dell'Irish Times il marito di Terry Hollander si disperava sulla tomba della sua unica figlia.

<si, si lo so>
La trattenne Lucy, tirandola per un braccio.

Mise la mano in tasca.
<stia tranquilla, sto solo prendendo il mio biglietto da visita, sa in caso cambi idea.
E comunque se anche volessi non potrei farle del male, non qui.
I muri hanno gli occhi.>

Victoria puntò lo sguardo di fronte a se.
Dietro una porta a vetri svolazzava una tendina a quadri.
La Kelson aveva ragione , qualcuno li stava osservando.
E il suo istinto le suggerì che qualunque stradina avesse percorso fino a quel punto , ogni suo passo era stato studiato.

<sono curiosi sa.
È una bella novità la nostra presenza in questo luogo.
Su vocifera molto sudi lei,la sua presenza in chiesa non è stata gradita, pensano che voglia incastrare uno di loro per gli omicidi commessi da quel ragazzino>

Vic serrò la mascella , la voce le uscì più acuta di quanto volesse.

<di cosa sta parlando?>

Come sapeva del funerale ?
doveva averla seguita.
E l'accento a Tomas.
Non poteva essere tutto un trucco, ed era decisamente restia a pensare che lui le avesse confessato qualcosa su di loro.
Le chiacchierate nel bosco , il bacio nella serra.

Se fossero trapelate su una pagina del SunLook o ancora peggio qualunque altro giornale venduto a Dublino la sua vita così come era trascorsa fino a quel momento sarebbe terminata. Tutti i suoi sforzi trasformati in cenere.

Lucy le regalò un altro dei suoi sorrisi enigmatici, la bocca tirata da un lato.
Giocherellava con un biglietto dai colori chiari con la mano destra, se lo rigirava tra le dita come un mazziere fa con il suo jolly.

THE REVENGEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora