⊱ 49 ⊰

12.5K 534 63
                                    

<siamo qui, per celebrare la vita e accogliere la morte di un nostro amato concittadino.
Raul era uno di noi.
Una delle pecore più fedeli che il nostro gregge abbia mai avuto.

La sua perdita porterà dolore nei nostri cuori ma non temete, il suo sguardo sarà sempre pronto ad accogliere le nostre preghiere, se rivolte all'alto dei cieli>

La voce dell'uomo era profonda e serena , le parole studiate alla perfezione, quasi musicali.
Nonostante questo i termini che usò fecero accapponare la pelle a Victoria.
Quella metafora, non le era mai piaciuta.
Pecorelle alla ricerca di un pastore, più forte, più ricco, più determinato e potente di loro.

A lei non era mai andata giù quella convinzione.
Aveva sempre rigettato la sua figura in pelliccia bianca.
Sapeva di non essere un lupo, ma non era neanche una pecora.

Il prete scese i gradini, si insinuò nella navata centrale, dopo aver sfiorato con una mano la bara rilucente, come se fosse stato il capo di un suo carissimo amico.
Portava una grossa bibbia rilegata in cuoio contro il busto.

<Raul ha donato la sua intera esistenza alla nostra cittadina, ha accolto dentro di sè lo spirito santo innumerevoli volte.
Mai il diavolo è riuscito a fermare il suo angelico ardore, la sua cieca fede>
Nel pronunciare l'ultima parola, arrivato a livello dell'ultima fila, si fermò, di fronte all'uscita e gettò uno sguardo pacifico e curioso allo steso tempo a Victoria.
Sembrò non curarsi neanche di Rian, che sedeva proprio accanto a lei.

Chissà se sa per quale motivo sono qui, si chiese lei.
Non aveva la più pallida idea se le informazioni che circolavano a Darkle potessero interessare a quell'uomo, per quanto fosse ancora piuttosto giovane, non sembrava superare i cinquant'anni.
Dei folti capelli scuri incorniciavano un volto perfettamente ovale, la mascella squadrata nascosta da un sottilissimo strato di barba brizzolata.
Il naso aquilino terminava all'altezza delle labbra, aveva entrambe le guance coperte di piccoli nei che parevano quasi lentiggini.

<il nostro amico, compagno, fedele condiscepolo , tornerà cenere ma la sua anima vivrà per sempre non lasciandoci mai più soli.>
Il prete si incamminò nuovamente da dov'era venuto, per proseguire la celebrazione , in tempo perchè Victoria potesse rilasciare il respiro.

Ascoltò distrattamente il resto della funzione e nella luce opaca e calda della chiesa provò, scrutando con finta indifferenza , ad identificare qualcun'altro oltre john Walsh.

Osservò le chiome , quelle femminili erano coperte da cuffie di cotone, agganciate sul davanti con piccoli fiocchi sotto il mento.
Le osservò una per una, cercando di discernere nella luce opaca e calda della chiesa le diverse sfumature di grigio, panna e marrone.

Ne aveva contate venticinque quando una di loro si mosse , la donna si voltò nella sua direzione.
La riconobbe subito, era poco più che una ragazzina, gli occhi chiari la fissavano , sembravano volerle dire qualcosa ma la bocca non proferiva alcun suono.

Poi le fece un cenno , indicava il confessionale.
Cosa stava cercando di dirle?

All'inizio dell' alleluia la massa di uomini donne e bambini si levò in piedi.
La sincronia perfetta delle loro voci assomigliava a quella di un coro perfettamente impratichito.
Probabilmente intonavano quel canto appena riuscivano ad articolare una parola e smettevano solo se avessero esalato l'ultimo respiro.

Lei non cantò, non ci riusciva, una strana pressione aveva iniziato a premerle sulle spalle.
Qualcuno mi sta guardando pensò , lo sento.

Una decina di sguardi erano puntati su di lei, sia a destra che a sinistra.
Alcune teste si voltarono di colpo, resisi conto che lei li aveva notati.
Tutti mi stanno guardando , si corresse.

Il cantò terminò.
La prima cosa che fece fu cercare ancora quella cuffia rosa pallido.
Era scomparsa, come se fosse stata solo frutto della sua immaginazione.

Ma non poteva essersi sbagliata, ne era sicura.

꧁꧂

La cercò a lungo, con Rian alle calcagna che scuotendo la testa la pregava di pensarci meglio.
Era stata tutta una sua fantasia.

Se davvero avesse voluto parlarle lo avrebbe fatto.
Quel gesto, verso il confessionale, a parer suo, non era altro che un movimento mal interpretato.

<non mi sto sbagliando Byrne!>
Escamò, ormai sentiva il puzzo della sconfitta aleggiare nell'aria, quando uno squillo li interruppe.
Il cellulare di Rian.

<no... no, nessuna novità>

Era Alec, ne fu sicura dal modo in cui il corpo di Rian si era irrigidito.
Lo faceva spesso trovandosi vicino al suo capo.

Per un attimo fu tentata dal pensiero di strappargli dalle mani quell'oggetto e farlo schiantare al suolo, calpestarlo con tutta la forza che aveva in corpo.

Rian chiuse la telefonata e si rivolse d nuovo a lei.

<Siamo sempre allo stesso punto quindi, ma con una vittima in più.>

THE REVENGEWhere stories live. Discover now