-Nikki-
«Australia, siamo qui a farti il culetto!»
Dopo aver vagato da una parte all'altra del backstage, essersi guardato intorno e aver spiato ogni tanto la folla, ora Daron saltella sul posto, carico per l'esibizione imminente; sulla sua maglietta nera campeggia la scritta "Fuck music", che mi strappa una risatina ogni volta che la leggo.
«Hey, canguro, conserva le energie per dopo!» gli dice Sako, scherzoso.
«Non preoccuparti Sako, non mi stanco mica così facilmente» replica il chitarrista, facendogli una linguaccia. «Comunque bella battuta, sei proprio in tema "australiano"...»
«No, vi prego, niente gare di battutacce prima del concerto!» rido, fingendo di tapparmi le orecchie.
«Vuoi partecipare, bestiolina?»
«No, grazie, magari un'altra volta...»
Finalmente giunge il turno dei ragazzi; strano ma vero, poco prima di dirigersi all'entrata del palco Daron rivolge il suo sguardo verso di me e io lo sostengo per un paio di secondi, sorridendo in modo incoraggiante nel mentre, al che sorride anche lui e si avvia mentre io raggiungo gli altri tecnici in una zona in disparte del palco.
Anche qui in Australia fa caldo come in Nuova Zelanda, ma la differenza sta nel cielo limpidissimo, per cui il sole ci inonda tutti con il suo calore; proprio in quel momento mi accorgo che sul palco vi sono dei ventilatori per non far morire di caldo nessun musicista e rimango per un attimo stranita, non avendo mai visto una cosa di quel genere... quando sento i ragazzi partire con la intro di "Prison song" mi impongo di concentrarmi ad ascoltarli.
L'energia dell'esibizione è contagiosa e a malapena riesco a trattenermi dal saltellare e dall'urlare per l'entusiasmo come una qualunque fan, ma li seguo cantando sottovoce e muovendo a ritmo testa e piedi... poi di nuovo, come nel precedente concerto, mi distraggo per un attimo e quando mi riconcentro constato la mancanza di un capo di abbigliamento sulla persona del chitarrista. Improvvisamente sento le guance farsi decisamente bollenti e ringrazio il fatto che faccia così tanto caldo che nessuno noterà mai questo.
Ah, ma allora è un'abitudine?!
Non credo che io mi abituerò, invece...
Mi accorgo di uno dei miei colleghi che mi sta fissando con aria alquanto interrogativa, probabilmente si è accorto della mia temporanea immobilità, e gli sorrido di rimando per tranquillizzarlo, scuotendo la testa, prima di riportare lo sguardo sui ragazzi.
Più avanti, l'assolo di "Psycho" riporta improvvisamente alla mente i racconti dei ragazzi, che me lo hanno descritto come un momento sublime di "genio e follia" del chitarrista, e resto letteralmente imbambolata ad osservare il tutto, rossa in viso e con il cuore che batte furiosamente nel petto, e solo alla fine mi rendo conto di aver trattenuto il fiato fino ad allora ed espiro rumorosamente, tornando a riempire di aria i polmoni che sembrano essere stati strizzati come panni.
Durante "Chop Suey" scorgo un certo movimento vicino al retro del palco e vedo alcuni dei roadies bloccare una ragazza particolarmente agitata: riconosco subito Tina e una sensazione di sordo fastidio mi si forma nel petto e nello stomaco. Qualcuno dei miei colleghi interviene, ribadendo il divieto di accesso, poi la prende per un braccio e la porta via, sottraendola alla mia vista, e successivamente sospiro, sollevata. No, non avevo per niente voglia di dover avere di nuovo a che fare con quell'oca.
Il concerto procede alla grande e senza intoppi e si arriva all'ultima canzone, "Sugar", singolo tratto dal primo album e canzone che io adoro per la carica irriverente che possiede; verso la fine mi sembra di sentire qualcosa di strano a livello di suono della chitarra e, sporgendomi un po' da dove mi trovo, mi ritrovo a constatare che il chitarrista ne ha combinata un'altra delle sue e sta mostrando il suo didietro al pubblico... non ce la posso fare, è proprio matto!
Alla fine di tutto l'inchino dei ragazzi è accolto con il continuo boato del pubblico, contento di averli visti e ancora più contento per la fantastica esibizione; ci raggiungono poco dopo nel backstage, stanchi e fradici di sudore ma felici.
«Yuuuuppiiiiiiii!»
All'improvviso mi sento sollevare da terra e la velocità con cui questo avviene mi fa quasi girare la testa; quando il mondo intorno a me si riassesta capisco di essere stata presa in braccio nientedimeno che dai quattro baldi giovani, ancora in preda all'euforia, dopodiché John e Serj mollano la presa e corrono ad abbracciare Sako e gli altri, lasciandomi in bilico fra le braccia del bassista e quelle del chitarrista.
«O-okay, potete farmi scendere se volete, magari la prossima volta avvisatemi visto che sono così leggera che mi è praticamente parso di volare...» dico, balbettando un poco.
«Dai, ti lascio in custodia al nano sperando che faccia il bravo, vado a fermare quei due prima che soffochino tutti nei loro abbracci umidi e puzzolenti» risponde Shavo, con una risata, prima di fare come detto; se mentalmente, mentre succedeva questo, pregavo dicendo di no, appena rimango fra le braccia del collega mi rilasso quasi automaticamente.
«Sei così leggera, bestiolina» commenta Daron, osservandomi. «Mica stai tentando di fare la dieta e devo nutrirti io a forza?»
«Oh, come sei premuroso, antipatico» replico, con un ghigno «ma sai benissimo che non patisco la fame e che ho il metabolismo veloce.»
«Come dici tu, cosina» fa lui, rassegnato, rimettendomi a terra con cautela.
«Hey, non fare il finto accondiscendente!»
«Finto? Sono serio!»
«Sì, come no!»
Ridiamo per qualche secondo, poi torniamo seri entrambi.
«Siete stati davvero fantastici, comunque» dico, sorridendo. «E tu sei davvero un pazzo.»
«Doppio ringraziamento, allora! Fare il pazzo, modestamente, mi riesce bene» risponde, pizzicandomi lievemente una guancia, poi si allontana un attimo per asciugarsi e si rimette la maglietta che aveva indosso all'inizio del concerto.
«Forza ragazzi, andiamo al buffet del servizio catering prima che gli altri facciano sparire tutto!» sento Serj urlare da qualche metro di distanza e ci incamminiamo tutti dietro di lui, docili.
«Aaah, adesso sì che va meglio» sospira John, picchiettandosi la pancia.
Tutti quanti ormai abbiamo pranzato con ciò che abbiamo trovato e, nel frattempo, ho visto i ragazzi scambiare chiacchiere con gli altri musicisti presenti a questo festival; siamo rimasti quasi da soli, per cui ci avviamo per tornare al backstage a recuperare alcune cose prima di andare via, quando una persona si para dinanzi a noi... oh no.
«Ragazzi! Siete stati bravissimi!» l'odiosa e ormai familiare voce stridula di Tina giunge alle orecchie e trattengo a fatica una smorfia di insofferenza, così come Shavo.
«Ti era stato impedito di raggiungerci» fa Serj, estremamente pacato. «Cosa ci fai qui? Chi ti ha fatto passare?»
«Beh, so essere molto convincente» replica lei, con nonchalance, risistemandosi i capelli; poco dopo, da un angolo recondito dietro di lei, spunta uno dei roadies intento a risistemarsi la cintura dei pantaloni. Ah sì, proprio un bel metodo di persuasione...
«Comprendo» proferisce il cantante, indurendo la voce. «Faremo i conti più tardi, Tom!» si rivolge al tipo, che impallidisce e scappa più velocemente possibile, prima di tornare a porre la sua attenzione sull'irriverente ragazza di fronte a lui. «Hai corrotto una persona, ma non riuscirai a corrompere tutti. Credo ti sia stato fatto comprendere chiaramente che non sei più nelle nostre simpatie e non vogliamo più avere nulla a che fare con te, anche se pare che tu non voglia proprio capire. Sparisci.»
Ci rimettiamo in moto dietro Serj, che insieme ad altri ci supera a grandi falcate; faccio per riprendere a camminare quando percepisco di nuovo gli occhi pieni di odio della tipa fissi su di me, per cui alzo i miei e li punto nei suoi, con durezza e fierezza, prima di distoglierli e superarla, affiancata da Daron che, stranamente, non si volta minimamente a guardarla.
[Nota dell'autore: yeah ce l'ho fatta ad aggiornare almeno un'altra volta prima dell'inferno :'D grazie ancora a chi legge, vota e commenta e non disperate, nonostante lo studio non abbandonerò la storia :3]
BINABASA MO ANG
How I feel when I'm around you (System Of A Down)(IT)
FanfictionNei primi anni del ventunesimo secolo le strade di una famosa band e di una ragazza solitaria in fuga dal passato si incrociano casualmente; nasce un legame e un combattuto sentimento.
