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A Vic tremavano le gambe a causa di tutto l'acido lattico che aveva accumulato in corpo, si fermò per massaggiare un polpaccio.
Ryan proseguì , proprio di fronte a lei.
Cercò di sbirciare dentro casa maera buio all'interno, confuso sulla presenza o meno dei suoi abitanti si decise a battere alla porta.
Tre suoni secchi.

Il volto di una donna sulla settantina fece capolino dall'interno.
<cosa volete?>
Domandò sgarbatamente, gli occhi ridotti a fessure passarono da Ryan a Victoria che nel frattempo si era rimessa in piedi.

<siamo della polizia.
Vorremmo solo sapere se tre notti fa ha sentito o visto qualcosa di strano, nei pressi della bottega di Raul Mendoza.>

La donna scosse la testa, irritata dalla loro presenza.
Non rispose ma si limitò a sbattere la porta in faccia a Byrne.
Il rumore dei catenacci suggerì loro che era meglio non riprovare.
Era già la settima casa a cui si rivolgevano.
Tutto ciò che avevano trovato finora erano occhiatacce e dinieghi.

La cosa peggiore era che quell'elenco stava volgendo al termine.
Erano dieci le abitazioni nei pressi della bottega in cui era avvenuto l'omicidio di Mendoza.
Se era vero che fosse stato sorpreso durante il suo lavoro allora con tutte le probabilità era stato una tra quelle diciassette persone ad averlo fatto.

Oppure, si era trattato di qualcuno che passava di là per caso , magari attratto da dei rumori sinistri mentre vagava per le fredde stradine , dopo essersi ubriacato alla taverna.

La loro unica speranza era che una delle tre porte successive si sarebbe spalancata davanti alla loro presenza.
Bastava una sola testimonianza per indirizzarli nel verso giusto.

Vic sperò solo che Alec se la stesse cavando meglio, alla ricerca della biglia nella tenuta dei Murphy.

<Signora è proprio sicura di non aver notato nulla?
L'ultima volta che l'ho vista era qui, non posso essermi sbagliato.
Forse è stato uno dei suoi operai a ripulire la stalla>

Dora Murphy aveva le braccia incrociate sul petto, un'espressione arcigna in volto.
Se Alec non se ne fosse andato fuori di la in fretta avrebbe rischiato che gli tirasse uno degli attrezzi dei contadini in testa, sperò che non fosse un rastrello dalle punte acuminate.

<nessuno ha pulito da quando è successo.
Mio figlio ha anche venduto gli animali quindi questo posto non viene più preso in considerazione per il nostro sostentamento.
Chi mai avrebbe potuto interessarsi ad un capannone vuoto e soprattutto ad una...>

<biglia rossa >
terminò Alec, rendendosi conto da solo di quanto fosse sciocca quella richiesta.
Doveva sembrare un folle agli occhi di Nora. Ma non lo era.
Non dopo aver visto la stessa identica cosa sulla scena di un altro delitto, nella stessa cittadina.

Che lui sapesse non venivano sparse per terra abituamente biglie rosse per le abitazioni di Darkle.

Doveva esserci un legame, magari il killer teneva una collana al collo rovinata e quella ad ogni mossa azzardata rilasciava una delle sue biglie colorate.

Oppure erano parte della decorazione di un indumento.
Ma quale?
I cittadini di darkle di rado indossavano qualcosa che non fosse un vecchio maglione di lana e dei calzoni rattoppati.

Forse quell'uomo veniva da fuori e l'ipotesi di Ryan era quella più veritiera, uno straniero che aveva trovato il posto perfetto per mettere alla prova la sua macabra ossessione.

Più scavavano in fondo a quella storia meno senso sembrava avere.
Sembravano fatti scollegati tra loro, apparentemente nessun filo rosso li univa.

Le perline rosse, il presunto omicidio vecchio di sei anni di Patrick Hamilton e quello di quei due uomini , james e Raul.

Quale assurdo legame avrebbe potuto esserci tra l'incidente accaduto ad un ragazzino di sedici anni e la tempesta che invece aveva sconvolto le vite della famiglia Murphy e Mendoza?

Ad Alec sembrava che la sua testa sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
Si mise d'istinto la mano in tasca, tastò il coperchio di un piccolo contenitore.
Lo scosse leggermente, era vuoto.

Si riabbassò a terra , cercando di ricordare quando fosse stata l'ultima volta che aveva fatto un salto all'ospedale di Maylooth per la prescrizione dei medicinali.
Due mesi, disse a se stesso.

In più , come fantasmi in agguato, poteva sentire le ombre che stavano per assediarlo.
Sussurravano vicino all'orecchio termini incomprensibili, minacce, paranoie.
Il suo cuore cominciava a battere all'impazzata mentre il respiro gli si mozzava in gola.

Avrebbe solo voluto rintanarsi nella sua casa , e lì dormire, circondato solo dal buio più profondo.

<potrebbe avere un importanza fondamentale per le indagini,un messaggio per la polizia>
Spiegò a Dora.
Non la biasimò per quello scetticismo, era il primo a pensare che non ci fosse un messaggio dietro quello stupido oggetto.

Ma c'era una grande possibilità che la scientifica potesse rivelare delle impronte se effettivamente le biglie venivano da un oggetto appartenente all'assassino.

Solo su quello puntava Alec.

La stessa sensazione che provava in compagnia di Tomas Murphy lo sorprese anche mentre si trovava Dora alle spalle.
Quella famiglia gli dava i brividi, c'era qualcosa di non detto, lo poteva sentire.

Ogni qual volta quella donna apriva bocca per insultarlo leggeva negli occhi di lei uno strano terrore, le sue labbra semi schiuse, i denti che si scontravano leggermente, pronti a emettere un suono e di colpo si richiudevano, serrava quella bocca sottile e anemica come fosse stata una porta di ferro.

Ma perchè non parlare ?
Si chiese.

Era impossibile che quella fosse opera sua, magari stava proteggendo qualcuno a discapito del defunto marito.
Ma nessuno sarebbe valso uno sforzo così grande, a meno che non si trattasse di uno dei suoi figli.

Lì stava la chiave per lui.
Dora Murphy era l'anello debole per incastrare Tomas.

Se solo fosse riuscito a farla parlare avrebbero risolto il mistero una volta per tutte.

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