capitolo 14

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"Posso"la sentì sussurrare con le mani premute sulla cravatta "certo" disse. "Puoi trarre piacere nel farmi ciò che vuoi senza riserve"la sfidò,mentre gli scioglieva il nodo della cravatta e apriva i primi bottoni della camicia.
Non gliela tolse,finì di aprirla e iniziò a scendere sul suo petto liscio caricando baci umidi fino all'ombelico strusciandogli i seni contro.
Scese e si mise in ginocchio,se c'era una cosa che aveva imparato dal suo matrimonio era che un pompino fatto bene rilassava e risolveva molte situazioni,quindi si leccò le labbra aprì i pantaloni mise i pollici dentro i boxer e fece scendere il tutto fino alle caviglie ,prese il membro di ray tra le mani e gli baciò la punta sentendolo gemere. "Ti piace"chiese con voce profonda e in tutta risposta evan tirò la sua testa verso di lui e spinse il cazzo dentro la sua bocca. Afferrò evan per i fianchi e cominciò a fare avanti e indietro sempre più velocemente,lo sentì appoggiare la testa sul divano e le mise entrambe le mani fra i capelli tentando di spostarla,ma lei insistette continuando a succhiare e leccare incitata dai suoi gemiti,si rilassò spingendolo ancora più a fondo. Lo sentì pulsare,pochi istanti dopo iniziò a venire,i movimenti di evan erano sempre più sconnessi e lei cercò di nuovo di non vomitare. Quando evan le lasciò i capelli rilassò i muscoli e per la prima volta in vita si staccò da lui continuando a leccarlo. Da dove fosse uscita questa cosa lei non se lo spiegò,ma il respire ancora irregolare di evan le diede soddisfazione."è stato a dir poco spettacolare"disse ancora affannato. Lei si tirò su e andò al tavolino per bere dell'acqua. "Torna da me"si sentì implorare. "Dimmi qualcosa di te". Lei trasalì "evan mi sembrava avessimo chiarito".
"Andiamo kay, tu non sei curiosa?" Ipotizzò facendo centro. "Certo che lo sono,ma non é necessario sapere al fine,tu chiedi io faccio,fine"forse era stata brusca e voleva scusarsi,ma no voleva passare ancora per quella debole "se ho finito vorrei andare!" Concluse. Non si era accorta che evan si era avvicinato fino a quando non si senti sollevare da terra per poi atterrare sul materasso schiacciata sotto di lui. Era completamente nudo ora,mentre lei aveva ancora slip calze e scarpe "troppi vestiti"ringhiò,spostò gli slip e la penetrò con foga e velocità "cristo santò" urlò e lui uscì quasi del tutto per aprirle le gambe ancora di più e iniziò a spingersi sempre più velocemente "di il mio nome!"le ordinò "evan"bisbiglio lei gemendo. Ray riprese ad assalirla più a fondo che poteva,desiderava spezzare quella falsità e ordinerle di dire rafael ecnon evan,avrebbe goduto nel sentirla ansimare il suo vero nome.
Quando lei inizio a sentire che l'orgasmo era prossimo cominciò ad andargli incontro,arcuò la schiena e spinse con i fianchi "mi stai... sto per..."le parola le mororono in gola mentre veniva.
Evan non si fermò anzi, usci dalla sua parte più intima la sollevo girandola a pancia sotto e spinse ancora più forte piegandosi sulle ginocchia e tenendola per i polsi, godeva nel sentirla urlare.venne di nuovo poco dopo.le crollò addosso.
Era soddisfatto,sudato e in pace,dopo una giornata disastrosa kay era la sua nuovissima palestra anti stress. E dio solo sapeva quanto gli iniziava a piacere.
Kiki si alzò di scatto dal letto "non andare" sorrise a quella richiesta "ci metto poco a recuperare". "L'ho notato"rise. Avrebbe voluto fumare,chiedere di poter uscire per farlo non le sembro professionale.si ripulì con le salviettine che scoprì essere sul tavolino. Lo desiderava ancora,tornò a letto e gliene offrì un paio. si ritrovò appoggiata per metà sul suo petto. Iniziò a baciarlo e gli leccò un capezzolo"non stavo scherzando"la avvisò portandole la mano sull'erezione che era tornata fiera e vigorosa.
Quando uscì dalla stanza si erano fatte le cinque;barcollava sulle gambe tremanti e assonnata, nuda come ogni volta decise che le volte successive avrebbe adottato il metodo 'biancheria sul tavolo' entrò nell'ufficio di lilly e sorrise nel vedere un completo intimo su di una stampella con un biglietto con disegnate delle labbra di color rosso e la firma dell'amica. Che situazione comica pensò. Mentre indossava il vestito tolto in precedenza notò le telecamere accese sulle camere vuote.

Il Terzo Club Where stories live. Discover now