capitolo 1

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Le parole gli uscirono dalla bocca senza volere
"ho bisogno di un corpo caldo per la notte"
aveva così fatto il suo ingresso nel club privato di proprietà dell'amico.
Elay,
suo amico fidato dalle elementari aveva aperto assieme alla sorella lilly un club esclusivo.
Li si potevano gustare diversi tipi di vini e piatti pregiati come caviale ostriche e champagne oppure dall'altro lato potevi avere i panini con patate fritte più succulenti della terra,perché quella era la particolarità del club, metà chic metà basso borgo il tutto diviso da due piste da ballo arredate in modi diversi. quello stratagemma funzionava,funzionava davvero;
tutti sotto lo stesso tetto anche se con modi d'essere diversi ed elay era diventato milionario.
Quella sera ray non era li per nessuno dei due club,lui voleva il terzo quello gestito interamente da lilly ed era quello che si trovava nel seminterrato che si raggiungeva dopo aver attraversato uno specchio e preso l'ascensore.
Il terzo era per pochi eletti,per accedervi bisognava essere molto ricchi molto raccomandati e soprattutto piacere a lilly e credetemi se vi dico che lilly odiava le persone;tutte le persone,i suoi amici li contavi su di una mano.
Elay fece un ampio sorriso a ray, lo sapeva che prima o poi avrebbe vinto la scommessa,già perché ray aveva giurato che dopo l'ultima mangia soldi arrampicatrice sociale finta santa, non sarebbe più stato con una donna neanche a pagamento; questo lo aveva detto due anni prima quando aveva scoperto la sua dolcissima fidanzata mentre si scopava nel loro letto il giardiniere.
"Non é come sembra" aveva starnazzato intenta a coprirsi con il lenzuolo mentre tentava di raggiungerlo dopo che si era accorta della sua presenza.
Era appoggiato allo stipite della porta da quasi un quart'ora mentre lei gemeva dicendo oscenità, allora le piacevano aveva pensato ray considerando che quando lo faceva con lui era la regina del missionario classico senza fiatare.
"Quindi sebastian ti stava solo aiutando a potare la siepe che ti ritrovi in mezzo alle gambe?" L'aveva derisa quasi con tono serio.
Non era arrabbiato forse se lo aspettava, forse non l'amava per davvero,ma era meglio che stare solo ormai erano cinque anni che stavano assieme era diventata abitudine, margareth era una di quelle che pretendeva cene romantiche,gioielli,abiti costosi e se non arrivava a pagarseli pretendeva che il suo fidanzato aprisse il portafoglio che doveva essere accuratamente gonfio.
Raphael laik era nel fiore degli anni era un avvocato di successo proveniente da generazioni di avvocati socio dello studio che portava il suo nome e quello del migliore amico del padre,era il classico stereotipo,dannatamente bello,moro con occhi verdi alto muscoloso grazie all'attività fisica che faceva per scaricare i nervi, villa con piscina come contorno. Era sempre stato ricco i suoi genitori avevano ereditato una piccola fortuna e gli avevano fatto frequentare le scuole più prestigiose,la scelta di prendere la laurea come avvocato fu praticamente una scelta obbligata.
All'età di trentacinque anni però quel ragazzo si era trovato davanti all'insegna "laik & mapol" con un'erezione pesante che premeva nei pantaloni, la segretaria di suo padre l'aveva notata,era una donna molto curata ormai sulla cinquantina che lo aveva visto crescere e in quel momento era arrossita "rafael tesoro credo sia arrivato il momento di cercare una donna seria!"gli aveva sorriso cercando di mantenere gli occhi sul ragazzo,ma poi aveva ceduto e gesticolando per la prima volta dopo trent'anni di onorato servizio "cioè"aveva ripreso balbettando ed indicando con un leggero cenno della mano "é un po' troppo evidente".
Ray aveva portato davanti a se la sua ventiquattro ore nera diventanto dello stesso colore della cravatta che aveva scelto quella mattina,la stessa cravatta che adesso lilly gli stava allentando mentre entravano nell'ascensore per la perdizione.
Nessuno disse nulla fino a quando dopo essere usciti da quel trabicolo ed aver percorso un elegante corridoio con luci soffuse con applic a forma di candela, si erano accomodati in un salottino con poltroncine rosse grosse tende nere alle pareti a coprire delle finte finestre ed un graziosissimo tavolino di cristallo dove sopra erano stati appoggiati dei fogli ed una penna d'oro.
Fu lilly a cominciare,quando aveva aperto quel posto ,ray le aveva dato una mano per quanto illegale fosse lilly voleva essere sicura che i suoi ospiti rispettassero le regole e che firmassero una specie di contratto che la tutelava e che in caso di 'mal parata' si sarebbero pentiti di aver fatto i furbi poiché ogni stanza era attrezzata con telecamere e macchine fotografiche per essere sicura che nessuno azzardasse furbate.

Il Terzo Club Where stories live. Discover now