Capitolo 118

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Cameron's Pov

Da quando mi sono consegnato di mia spontanea volontà alla polizia, l'unica cosa a cui riesco a pensare è Audrey e alla scenata che ha fatto mentre la macchina degli sbirri si stava allontanando per andare alla centrale.
Era distrutta e lo sarà tutt'ora. È tutta colpa mia e mi sento peggio di quando mia madre mi è apparsa in visione qualche giorno fa.
Non dovevo farmi scoprire da lei quel giorno nei dormitori. Lei non doveva essere lì. Non dovevamo innamorarci e non doveva finire così. È successo tutto per una ragione, cioè mio padre.
Dio, se mio padre non si fosse comportato come alla fine ha fatto. Mia madre non sarebbe morta senza ragione, io non avrei dato di matto, non sarei diventato quello che sono e sarebbe stato tutto meraviglioso. Ma magari in un'altra vita. Questo è quello che è capitato e il destino mi ha fatto incontrare Audrey. Alla fine l'amore è un caso. Arriva quando meno te l'aspetti e non devi lasciarlo andare per nessuna ragione.
Ed è per questo motivo che mi sono consegnato alla polizia. Tutte le scelte che ho fatto finora le ho fatte per Audrey. Lei deve stare bene e starà bene perché finirà tutto.
Uscirò di prigione, smetterò di pensare a mio padre e ritornerò da Audrey più felice che mai, perché Audrey è quella che io chiamo "la luce infondo al tunnel", "la via d'uscita dal labirinto".
Le portiere del veicolo si aprono e uno dei poliziotti mi prende per l'avambraccio, tirandomi con molta nonchalance fuori e trascinandomi all'interno della centrale.
Gli occhi di tutti all'interno dell'edificio si spostano su di me e io non posso fare altro che sorridere per fargli capire che non l'hanno ancora vinta.
Arriviamo in una stanza che a me è anche ormai tanto familiare e mi siedo, puntando i miei occhi sul viso del capo dei poliziotti.

-Cameron Dallas. Non mi è nuovo questo nome- borbotta, leggendo dei fogli.

-Fedina penale sporca, tre anni nell'istituto per disagiati mentali Fraderotar, trasferimento in Fremont...una sorella maggiorenne- elenca tutte le cose che ci sono da sapere su di me e sbuffo. Non appena Sierra saprà di tutto questo mi ritroverò morto.

-Allora Cameron...che ci fai qui?- inizia il suo interrogatorio, posando i fogli e incrociando le dita delle sue mani sul tavolo, posando lo sguardo di ghiaccio su di me.

-Ho picchiato dei medici in seguito ad una visione avvenuta sulla spiaggia che mi ha fatto uscire fuori di testa- dico facendo spallucce e giocherellando con le mie stesse dita.

-Una visione?-

-Si. Ero sulla spiaggia perché volevo distrarmi a causa di un brutto sogno che ho avuto e mi è apparsa in una visione mia madre, defunta, che mi diceva delle cose per farmi calmare. Poi è sparita e ho ripensato a mio padre, colui che ha ucciso mia madre senza alcuna ragione, e sono uscito fuori di testa perché mi è salita la voglia di vendicare mia madre- racconto, sapendo che l'uomo non crederà mai alle mie parole.

-Ora capisco perché hai passato tre anni al Fraderotar- farfuglia, abbassando lo sguardo. Poi lo rialza e sospira.

-So cosa si prova Cameron. Ma non posso certamente lasciarti andare così, soprattutto ora che so che vuoi praticamente martoriare tuo padre- dice. Non mi aspettavo che mi credesse.

-Io spero tanto che sia già morto nel peggiore dei modi, ma sicuramente non passerò il resto della mia vita a cercarlo per ucciderlo quando ho con me le persone che mi amano. Amavo mia madre più di me stesso, ma sarebbe solo spreco di tempo. Lei ormai non c'è più e non le piacerebbe se facessi una cosa del genere- affermo, guardando la mia maglietta ancora sporca di sangue e sentendo una specie di groppo alla gola.
Il poliziotto tossisce, per poi alzarsi.

-Io ti do una settimana qui in galera, perché ti credo e capisco soprattutto quando una persona è sincera o meno. Ma devi promettermi che resterai calmo e non ti farai prendere dalla rabbia. Alla fine sei solo un ragazzo e hai tutta la vita davanti. Goditela- finisce il suo discorso e mi alzo anche io, allungando entrambe le mani unite dalle manette solo per stringergliene una, solo per ringraziarlo.
Poi sento una mano avvolgersi intorno al mio braccio, prima di venire spostato in una delle tante celle insieme ad un ragazzo tatuato sui 20 anni.

𝐒𝐎𝐌𝐄𝐓𝐇𝐈𝐍𝐆 𝐁𝐈𝐆 ⋆ Cameron Dallas [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora