Capitolo 114

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Cameron's Pov

*Flashback*

-Cameron?- aggrotto le sopracciglia e non appena mi giro per vedere chi mi ha chiamato, non riesco a credere ai miei occhi.

-Mamma?- la vedo sorridere dolcemente, uno di quei sorrisi che ti scaldano il cuore, che riescono a farti star bene come nient'altro sa fare.

-Mamma sei tu?- annuisce, avvicinandosi a me.
È vestita con un lungo abito bianco, i capelli neri sono più lunghi di quel che mi ricordavo. Sembra un angelo, il mio angelo.

-Ma come è possibile?- le chiedo, mentre lei si inginocchia di fronte a me per poi prendermi le mani tra le sue.

-Io sono sempre stata qui- che cosa significa? Non è mai morta? No, è impossibile. Anche se voglio crederci, non posso crederci. Io sono stato al suo funerale. Sono stato al cimitero, alla sua tomba.

-Ma te sei...- la mia voce trema e deglutisco, sentendo gli occhi iniziare a pizzicare.

-Te sei morta- balbetto, stringendo gli occhi per non piangere. Ma sembra quasi impossibile non farlo.

-È vero. Ma io sono sempre stata nel tuo cuore. Non ti ho mai abbandonato piccolo mio, e mai lo farò. Io sono qui- mi appoggia una mano sul petto -per prendermi cura di te. Anche se non lo faccio di persona, lo faccio. Mi hanno tolto dal ruolo di madre troppo presto, si, ma non permetterò mai a tuo padre di vincere, anche se, secondo lui, ha già vinto- le lacrime iniziano a scendere copiose dai miei occhi e, insieme ad esse, la rabbia inizia a salire sempre di più.

-Devo trovarlo- dico guardando la donna, che però scuote la testa negativamente.

-Non devi fare niente Cameron-

-Lui non ha fatto solo del male a te, ma anche a me e a Sierra! Si merita il peggio!- urlo, stringendo le sue mani che, nonostante sia incazzato nero, mi danno la forza di restare calmo. Almeno per adesso. Sembra così reale tutto questo.

-No tesoro, non devi pensare in questo modo. Noi non facciamo del male a nessuno, anche se, come dici te, si merita il peggio. Come minimo non ha più una vita e questo già basta a farlo stare male-

-Mi sono trattenuto tutti questi anni mamma, ma questa visione di te sta facendo uscire, insieme al meglio, il peggio di me. E non posso sopportarlo. Non doveva accadere questo!- urlo.
Una lacrima scende dagli occhi di mia madre e sorride.

-Non far si che il peggio si impossessi di te- dice, prima di iniziare a diventare sempre più opaca.

-No aspetta!- cerco di stringerle la mano ancora di più, ma, al contrario, l'unica cosa che riesco a sentire sono le mie unghie infilate nella pelle del palmo della mia mano.

-Non puoi lasciarmi così! Per favore resta!- la imploro, appoggiando le mani sulle sabbia e guardandola scomparire totalmente.
Mi accovaccio, mettendomi su di un lato e stringendo le ginocchia al petto.

-Non puoi lasciarmi così- sussurro tra i singhiozzi.

*Fine flashback*

Audrey's Pov

Sono quattro ore che siamo all'ospedale, in attesa che Cameron si svegli e dica qualcosa. I medici dicono che forse si è sentito male all'improvviso e che è svenuto, ma non si può restare svenuti per quattro ore...vero?
Io spero solo che sia una specie di calo di zuccheri o qualcosa del genere. Fa molto caldo, potrebbe essersi sentito male per questo. Magari è andato sulla spiaggia apposta per prendere un po' d'aria dopo quello che gli è successo a casa stanotte. Si, perché sono sicura che abbia sognato qualcosa che gli ha dato fastidio.
Mi alzo, tenendo sempre le braccia incrociate al petto e avvicinandomi al vetro della stanza di Cameron.
È così bello che non sembra nemmeno reale. Un angelo caduto dal cielo?

-Se vuole entrare, può farlo- la voce del dottore mi fa sobbalzare e gli sorrido, annuendo e ringraziandolo. Si allontana e io abbasso la maniglia della porta, entrando.
Richiudo la porta dietro di me, per poi avvicinarmi al letto di Cameron e sedermi sulla poltrona accanto.

-Ciao tesoro- dico, allungando una mano per prendere la sua.

-È uno strazio vederti così- sbuffo, stringendogli delicatamente la mano e, allo stesso tempo, accarezzandogli il dorso.

-Devi svegliarti Cam. Qui siamo tutti preoccupati per te. Vogliamo sapere cosa è successo- mi lamento, sperando che in qualche modo mi senta.

-Forse sto parlando al muro- ridacchio, quando all'improvviso Cameron si mette seduto, facendo cadere il bicchiere d'acqua dal comodino e stringendo la mia mano così forte che mi sembra di sentire le ossa sfracellarsi una ad una lentamente.
Che cazzo gli succede?

-Cameron!- urlo, cercando di staccare la mia mano dalla sua.
Il ragazzo gira la testa verso di me. Il bianco dei suoi occhi è iniettato di sangue e le sue iridi sono scure.
Aggrotto le sopracciglia, facendo poi una smorfia dal troppo dolore alla mano.

-Cameron mi stai facendo male!- urlo ancora, ma sembra non sentirmi.
Sento la porta aprirsi e vedo entrare due infermieri, che rapidamente iniettano qualcosa a Cameron, che dopo qualche secondo lascia la mia mano.

-Tutto apposto? Le ha fatto qualcosa?- mi chiede uno dei due medici e io mi alzo, allontanandomi dal letto camminando all'indietro.

-Sto bene- farfuglio, prendendomi la mano ormai debole con l'altra mano.

-Audrey, che cosa è successo?- urla mia madre entrando nella stanza.

-Non lo so-


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Okay. So che questo capitolo è corto e fa schifo e so che volete uccidermi perché vi ho fatto aspettare così tanto per una cagata del genere, è solo che mi è preso una specie di blocco dello scrittore e non ho più ispirazione per riuscire a continuare.
È già capitato altre volte durante la storia e non solo con questo libro, ma anche con gli altri e spero solo che mi passi presto perché so quanto ci tenete e non voglio deludervi.
Detto questo, spero che questo capitolo vi piaccia comunque.
Alla prossima ❤️
-Grè

𝐒𝐎𝐌𝐄𝐓𝐇𝐈𝐍𝐆 𝐁𝐈𝐆 ⋆ Cameron Dallas [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora