Capitolo 46 : Cicatrici

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-Un gruppo di coglioni. – biascicò – Non sono stati furbi, mi hanno colpito nell'occhio già andato.

Ecco spiegato il motivo per cui la benda da pirata era assente.

-Dove e quando è successo. – chiesi.

Volevo sapere se queste persone erano da considerarsi pericolose.

-Non molto lontano da qui. – scavò nel ricordo – Due giorni fa.

-Segni particolari?

Mi guardò semi divertito dalla scena. Solitamente era lui l'addetto alle domande, ma adesso i ruoli si erano ribaltati.

-Alla prima occhiata, sembri sempre la stessa. – proferì, pulendo il piatto dagli ultimi fusilli – Ma sei cambiata invece, e non poco.

Ignorai quella affermazione.

-Segni particolari? – insistetti.

Spostò in avanti il piatto, facendosi spazio per appoggiare quelle braccia magre.

-Niente di che, soltanto un W sulla fronte.

Non era affatto una buona notizia. Erano gli stessi pazzi che avevano posto la trappola nel bosco. Trappola in cui avevo rischiato la morte.

-Kioshi è morto a causa loro. – parlai esasperata.

Storse le labbra in una smorfia.

-Quindi vi ci siete già scontrati. – ipotizzò.

-Non proprio. – spiegai, sparecchiando – Ci siamo imbattuti in una loro imboscata.

Si passò una mano fra i capelli e un'altra sulla pancia, massaggiandosi il tratto dello stomaco.

-Ho mangiato troppo veloce. – sorrise – Ma era troppo buona.

Il suo corpo non era abituato alla grandi quantità di cibo, si sarebbe dovuto allenare. Philip si avvicinò e mi fece scansare, facendomi intendere che si sarebbe occupato lui del lavaggio delle stoviglie. Almeno la parte gentile gli era rimasta. Nel mentre era con le mani immerse nell'acqua calda, osservavo la sua benda rudimentale. Andai nello sgabuzzino del sottoscala, tirando fuori una borsetta rossa del pronto soccorso. La aprii sul tavolo, recuperando nuove garze ed una boccetta di disinfettante puro. Vi versai il liquido denso marrone ocra su un lembo di cotone. Philip si asciugò le mani allo straccio poggiato sulla maniglia del forno e voltandosi, scosse la testa.

-Ti prego, evitiamo quell'affare.

-Perché? – domandai divertita, già sapendo la risposta.

-Perché brucia da fare schifo, ecco perché. – borbottò.

Gli indicai la sedia ed egli vi si accomodò sbuffando. Poggiai le dita su quel volto emaciato e Phil si bloccò a fissarmi per tutta la procedura. Sfilai le vecchie bende, trovandomi di fronte ad una ferita in pessime condizioni. Si sarebbe presto infetta. Fui felice di avere insistito. Presi il cotone zuppo di quella sostanza alcolica ed egli non batté ciglio, restando con quell'iride azzurra puntata sulle mie verdi grigie. Adagiai il disinfettate sulla lesione, percependo io stessa il dolore che gli stavo procurando, ma egli serrò la mascella e sopportò da uomo. Spugnai delicatamente la zona lesa, concentrandomi su di essa. Pensai alla prima volta in cui avevo incrociato il suo sguardo magnetico. Quegli occhi azzurri tanto simili a Cassie. Da quel giorno non avevo fatto altro che guardarli per aggrapparmi al ricordo di mia sorella. Adesso, però, anche se il volto era stato sfregiato da Michonne, provavo ancora quella sensazione sulla pelle. Presi le garze pulite e lo fasciai, sforzandomi di fare un lavoro pulito. Indietreggiai per osservare meglio la medicazione e sorrisi soddisfatta. Si voltò per guardarsi allo specchio.

Una nuova vita || The Walking DeadWhere stories live. Discover now