Capitolo 22 : Never trust

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I nostri piedi scattavano veloci fra gli spari e il frastuono, permettendo alle testa di pensare in fretta. Continuavamo a correre fra lunghi spazi, guidati sempre dai loro fucili. Non volevano ucciderci, e questo poteva essere un male. Avevano qualcosa in mente per noi, qualcosa che allora non avrei mai potuto immaginare. Kioshi mi stava attaccato come un animale impaurito, mostrando chiaramente quanto fosse preoccupato per l'intera situazione. Probabilmente si dava già per spacciato, ma la realtà è che tutti avevamo paura. Essere in trappola, era qualcosa di duro da digerire. Soprattutto per noi, soprattutto per Rick. Di colpo notammo una serranda aperta e Daryl vi si gettò immediatamente, obbligando noi a seguirlo. Ma proprio nel momento in cui chiudemmo la saracinesca, udii alcune voci chiedere aiuto, chiedere di essere liberate. Per un secondo, vidi dei grossi container rossi, poi il metallo mi bloccò lo stralcio. Sapevamo benissimo di non essere in salvo, ma ciò ci permise di riprendere fiato. Attraversammo un corridoio senza parlarci, troppo agitati per poter formulare qualsiasi tipo di pensiero. Aperta una porta, mi trovai di fronte ad una immagine particolare. Un'intera stanza era ricoperta di candele e scritte su pareti e pavimento. Mi guardai intorno spaurita. Una strana sensazione mi pervase. Terminus era un luogo oscuro, maligno. Menzogne, non era un rifugio per tutti, non era una comunità. Chi lo raggiungeva, non sopravviveva, ma anzi, veniva derubato ed ucciso. Una stretta allo stomaco mi scaraventò il pensiero sugli altri del gruppo. Speravo che fossero riusciti a mettersi in salvo. Non potevamo finire così, non potevamo essere sopravvissuti per morire così da coglioni. Morire per mano di altri. Non l'avrei accettato.

-Che diavolo è questo posto? – domandò irato Daryl.

Never again. Never trust. We first, always.
I graffiti dicevano questo, ci stavano raccontando la loro storia. Doveva essere successo qualcosa a questa comunità. Si erano fidati delle persone sbagliate e probabilmente ne avevano pagate le conseguenze. Questo era il punto, questo li aveva portati ad agire così, a liberarsi prima delle minacce, di tutti, prima che potessero esserne feriti. Non erano più semplici uomini, si erano trasformati in belve pronte a cacciare costantemente. Attiravano nella tana i sopravvissuti, i bisognosi che di fronte a del cibo non avrebbero mai rifiutato l'ospitalità e la cordialità del luogo, firmando così inconsciamente la propria condanna a morte. Ma le persone chiuse nel container, mi diedero da pensare. Non uccidevano subito i forestieri. Chissà quale idiozia avevano orchestrato.

-Queste persone, non credo che vogliano ucciderci. – sottolineò Michonne.

-No, hanno mirato ai piedi. – confermò lo sceriffo.

D'istinto mi osservai gli anfibi, notando le scritte bianche posizionate in modo circolare sotto di noi. Nomi e cognomi.

-Dobbiamo trovare il modo di arrivare ai recinti. – suggerii.

-Impossibile, questi ci sparano non appena mettiamo la testa fuori. – disse Kioshi, passeggiando in avanti e dietro.

Rick corse verso una porta, ma questa fu chiusa dall'esterno. Continuavano a pilotarci, suggerendoci di passare da una seconda porta della stanza, contrassegnata con una A. Ci guardammo per farci forza ed attraversammo quel passaggio. Non potevamo certo restare lì in eterno. Appena fummo fuori, solito rituale. Spari, proiettili, e i nostri corpi seguivano le sollecitazioni. Non appena scorsi la recinzione, io e Daryl ci buttammo a capofitto in quella direzione, ma dal fogliame all'esterno spuntarono altri uomini armati. Ci bloccammo. Sconfitti. Eravamo circondati. Kioshi alzò subito le mani in alto, in segno di resa.

-Gettate la armi. – ordinò Gareth da un tetto.

Kioshi obbedì immediatamente. Mentre a noi servì un'altra esortazione, prima di abbandonare l'equipaggiamento. Posai a terra il mio arsenale, compreso il fucile di Drake. Lo fissavo, chiedendomi se in questo caso egli sarebbe mai stato poi così ottimista.

Una nuova vita || The Walking DeadWhere stories live. Discover now