Capitolo 21 : Quelli che arrivano sopravvivono

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Ci acquattammo temendo di esser notati, seppure ben distanti. Era possibile che vi fossero uomini sul perimetro, delle sentinelle. Rick lanciò il borsone con le armi all'amico, prima di prendere parola ed illustrarci il piano. Seppure il mio stomaco non sembrasse felice, ero elettrizzata e su di giri, speranzosa di trovare i restanti del gruppo.

-Tu e Kendra andate a nascondere questo. Se dovessero prenderci le armi e fossimo costretti a fuggire, meglio avere un rifornimento qui nel bosco. Noi controlliamo la recinzione, cerchiamo una seconda entrata. Evitiamo quella principale.

Nessuno di noi ancora sorrideva, provando a restare obiettivi sulla situazione. In realtà ci eravamo già illusi, volevamo solo nasconderlo. Soprattutto Daryl. Scattammo eseguendo l'ordine dello sceriffo, essendo un progetto più che sensato. Prendemmo lati opposti, dividendoci. L'arciere sgattaiolava veloce fra gli arbusti, facendo a zig zag fra questi. Riuscivo con fatica a stargli dietro, temevo che la nausea si acutizzasse nuovamente. Dopo poco, Daryl si fermò, esaminando la zona. Si accucciò ed iniziò a smuovere il terreno, scavando una buca. Lo aiutai senza aprir bocca e in un baleno l'oggetto fu nascosto, invisibile ad occhi estranei. Estrassi il bowie per incidere un tronco, per contrassegnare il punto esatto in cui si trovava, ma l'arciere mi bloccò.

-Vuoi indicargli dove scavare per caso? – abbaiò – 'Per fotterci scavare qui'.

-Non trattarmi da stupida.

-E' quello che sei. – rispose senza farmi finire.

Ritrassi la lama, sbuffando.

-Non avrei certo segnato la corteccia con una grossa x. Bastava una minuscola incisione ad un ramo, niente che qualcuno avrebbe potuto notare, a parte noi.

-Meglio non rischiare. – disse, dandomi le spalle.

Guardò gli edifici del rifugio e senza aggiungere altro, si incamminò per fare ritorno alla collinetta. Non gli domandai come avremmo fatto a raggiungere con sicurezza il luogo esatto della sepoltura degli armamenti, andando a colpo preciso. Ero sicura che mi avrebbe risposto con qualcosa del genere 'lo so e basta', sottolineando chiaramente quanto fosse superiore a me, magari con fare distaccato. Quindi mi limitai a seguirlo, ricordando a me stessa di essere paziente. Fra una chioma e l'altra, riuscivo a distinguere qualche particolare del luogo. Nessun rumore sembrava provenire da quelle mura, ma alcuni vasi colmi di fiori arredavano gli angoli delle costruzioni, ponendosi come un'area ben curata. Un fruscio ci distrasse dalla missione, facendoci voltare immediatamente nella sua direzione. Proveniva dal cuore della vegetazione.

-Occhi aperti, c'è qualcuno. – suggerì l'arciere, tenendo ben stretta la balestra.

Escluse a priori l'ipotesi di un animale, essendo egli un esperto cacciatore. Impugnai il bilama.

-Un putrido? – domandai, facendo attenzione al rumore.

-No, non sono passi strascicati. – illustrò frettolosamente – Fatti vedere o non esito a sparare!

Lo sconosciuto non si mosse, pensando di potersela cavare facilmente. Daryl però non mollò certo la caccia e senza pazientare minimamente per una possibile risposta, mirò per scoccare una freccia.

-Fermo! – gridò una voce maschile.

Dal tono compresi che era spaventato. L'estraneo si avvicinò, facendoci spazio fra i rovi.

-Non sparate, vi prego. – aggiunse ancora nascosto.

Un banco di arbusti vibrò e Daryl non abbassò la balestra, mostrandosi affatto colloquiale. Ma infondo era giusto muoversi così, non lo rimproverai per questo. Avevamo imparato a non fidarci più delle persone. Queste si erano dimostrate più pericolose dei putrefatti. Finalmente un uomo emerse dal verde, presentandosi con i palmi rivolti in alto, in segno di sottomissione. Controllai con un'occhiata fulminea il corpo, scrutando l'equipaggiamento. Dalla cintura penzolava un machete arrugginito ed una pila, facendomi intendere che era privo di un'arma da fuoco. Mi parve strano.

Una nuova vita || The Walking DeadDär berättelser lever. Upptäck nu