Capitolo 13

85 11 0
                                    


Sono felice , sul serio. Per la prima volta sto vivendo, non sopravvivendo, e tutto grazie a Shawn. Lui mi ha fatto capire che non bisogna avere sempre paura, che ogni tanto si deve cogliere l'attimo, per non perdere un'occasione.

Mi do un'ultima occhiata allo specchio, poi prendo la borsa ed esco di casa. Mi piace passeggiare, respirare l'aria fresca, sentire i rumori della città, osservare ciò che mi circonda, mi rilassa e mi schiarisce le idee.

Cammino per più di mezz'ora, e mi ritrovo in una strada secondaria. Vedo una ragazza avvinghiata ad una figura maschile e sorrido pensando che ci sia gente con così poco pudore., ma dopo poco sbianco.Due occhi fin  troppo  familiari guardano nella mia direzione, ma mi oltrepassano, come se fossi trasparente. Shawn, il mio Shawn non può avermi fatto questo.

Le lacrime mi rigano il volto, e per  qualche secondo rimango lì, inerme, incapace di muovere anche soltanto un muscolo,   anche se tutto ciò che desidero è sfuggire a questo spettacolo di cui sono solo spettatrice. Quando finalmente riacquisto il controllo delle mie gambe mi giro e corro pi veloce che posso, fino a quando non riesco più a respirare.

Mi siedo su una panchina. Il mio mondo è crollato, il tempo si è fermato, e tutto intorno a me continua a scorrere, come se nulla fosse successo. Mi sento distrutta, a pezzi, ogni fibra in me si è spezzata, e non posso, non voglio ricompormi.

Gli ultimi mesi passati, quelli che credevo i più belli della mia vita, sono stati una menzogna, un'illusione, frutto della mia immaginazione. Mi sono fidata di lui, l'ho fatto davvero, gli ho affidato il mio  cuore e lui lo ha semplicemente fatto scivolare a terra, e in tutto questo tempo ho pensato che l'avesse custodito tra le sue candide, ma forti e determinate mani.

E' notte, non so dove mi trovo, nè come tornare a casa, e non so chi chiamare, i miei zii dormono e non voglio svegliarli, e Sara si preoccuperebbe troppo. Mando un messaggio a Chris: "Vienimi a prendere, ti prego".

"Dove sei?" leggo dopo pochi secondi. Mi guardo intorno, e leggo un'insegna al neon di un bar.

"Al Blue Bar." rispondo e infilo poi il telefono in tasca. Sono spaventata, confusa; e tremo, per il freddo e per i miei singhiozzi sordi, fino a quando non sento la felpa di Chris posarsi sulle mie spalle e lui che si siede accanto a me.

"Stai bene?". Non riesco a rispondere, così semplicemente scuoto la testa.

"Ti va di parlarne?" chiede ancora, ma riceve la medesima risposta di prima. Non mi fa pressioni, sorride, un sorriso triste, e mi abbraccia in silenzio, senza proferire parola.

EyesDär berättelser lever. Upptäck nu