Capitolo 12

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*SHAWN POV*

Camilla. Ho provato tante volte a descrivere ai miei amici cosa lei rappresentasse per me, a spiegare la mia reazione ogni volta che i nostri occhi si incontrano, ma non ci riesco.

Lei è fantastica, è  bellissima e neanche lo sa, cazzo, lei è perfetta con le sue mille imperfezioni; lei è semplicemente Camilla. Quando sono con lei sento che posso essere me stesso, ho la sensazione che ci sia finalmente qualcuno che quando mi guarda mi vede davvero.

Sono passati tre mesi dal nostro primo incontro nei corridoi, e ogni volta che la guardo provo gli stessi sentimenti, più intensi se possibile. Lei mi ha fatto perdere la testa, e ad ogni suo bacio mi convinco di non volerla più ritrovare.

Giro le chiavi nella serratura ed entro in casa: "Mamma, papà, sono tornato."

I miei sono molto..precisi. Due persone rispettabili, mio padre fa l'architetto, mia madre invece si occupa della casa. Non sono male, solo un po' arretrati.Mia madre viene a salutarmi come fa sempre, mio padre invece fa un cenno dal suo ufficio."Papà, potresti venire un attimo qui in salotto, vorrei parlarvi di una cosa". Si alza, leggermente seccato per essere stato interrotto, ma ormai ci sono abituato. Li faccio accomodare  sul divano, e mi siedo su una poltroncina di fronte a loro. Cazzo, non so da dove cominciare. Shawn, concentrati.

"Ehm, okay. So che è una novità perché non ho mai portato a casa nessuna, ma ho conosciuto una ragazza."

"Oh tesoro, ma è fantastico, quando ce la fai conoscere?". Beh, sta andando bene mi pare.

" Quando volete mamma, il prima possibile."

"Perfetto! E dimmi, come fa di cognome, chi è suo padre?"

"Non lo so, è italiana, è venuta qui a studiare, vive con i suoi zii."

"Che ragazza talentuosa! E allora chi è suo zio?"

"Loro sono gli Owen, li conoscete?". Faccio finta di non sapere, ma mi rendo conto che il peggio sta per cominciare.

"Stai con la nipote del gli Owen?!" Mio padre mi parla infuriato, è rosso, e dal suo collo sporge una grossa vena.

"Shawn, tuo padre ha ragione! La tua ragazza non può essere la nipote degli Owen". 

Sono nervoso, sapevo che non l'avrebbero presa bene, ma non pensavo si fossero infuriati fino a questo punto. "Ma io non lo sapevo. Ci siamo incontrati, è capitato per caso. Non posso controllare i sentimenti".

Guardo mia madre, so che lei mi può capire. Mi guarda di rimando, i suoi occhi sono comprensivi, pieni di dolore, mi sta chiedendo scusa con lo sguardo, perché nemmeno questa volta prenderà le mie difese contraddicendo mio padre. 

Il silenzio cala nella stanza. Dopo qualche minuto mio padre parla, non urla, ma la sua voce è carica di odio. "Tu non vedrai più quella ragazza; a meno che non voglia rovinarla. Sai quante conoscenze ho, mi basta qualche telefonata per rispedirla da dove è venuta."

Non rispondo, mi alzo ed esco di casa. Sono frustrato, mi sento impotente.

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