Capitolo 22 : Never trust

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-Quando scopriranno cosa? – chiese baffone.

Lo sceriffo si girò rabbioso in volto, il sangue gli ribolliva nelle vene. Era pronto a vendicarsi.

-Che hanno fatto incazzare le persone sbagliate.


*


Dopo la prima ora passata a presentarsi e a pianificare il resto delle azioni, concludemmo con l'organizzarci sugli armamenti. Essendo completamente disarmati, dovemmo reinventarci una risorsa. Utilizzammo tutto ciò che avevamo a nostra disposizione. Lacci delle scarpe, cinture, zip e pezzi di legno ricavati dal vagone stesso. Quando quei bastardi avrebbero aperto il portellone, avremmo tentato il tutto per tutto. Ora incombeva un silenzio frustante. Sebbene Rick fosse sicuro della nostra vittoria, non tutti erano dello stesso umore. Molti erano sconfortati nell'animo. Io stessa avevo dei dubbi al riguardo. Stavolta non sarebbe stato poi così semplice. Il coraggio non bastava. L'attesa era irritante. Non avevamo idea di quando ci avrebbero considerati, di quando qualcuno si sarebbe deciso ad aprire il vagone. Dovevamo semplicemente pazientare, far scorrere quell'interminabile tempo restando nell'oblio. Stavo cercando di staccare da un'asse un pezzo appuntito che potessi facilmente impugnare e piantare in qualche gola. Alcune dita mi sanguinavano, ormai piene di schegge, ma continuavo l'impresa senza lamentarmi. Anzi, quel dolore mi distraeva dalla nausea che stava pian piano aumentando. Guardai Kioshi seduto in un angolo, ormai aveva abbandonato le speranze. Mi asciugai la fronte e poggiai esausta la schiena alla parete di metallo. Udii Glenn bisbigliare qualcosa e poi si sedette al mio fianco.

-Stai bene? – chiese per intavolare un discorso.

-Non c'è male. – risposi osservandomi le mani.

-Non si direbbe.

Lo guardai stranita.

-Allora perché me lo hai chiesto?

Egli scrollò le spalle.

-Volevo vedere cos'avresti risposto. – terminò in un sorriso.

Mi era mancato Glenn. Era stato il primo a cui avevo parlato del mio passato. Il primo del gruppo con cui mi ero confidata. Aveva un bel carattere pacato, riusciva sempre a trasmettere serenità, anche ora, nonostante la merda in cui eravamo immersi. Osservai Maggie intenta ad ingegnarsi con una cintura.

-Lei, come sta? – domandai, pensando ad Hershel.

-Non ne abbiamo ancora parlato. Vedi, io e lei ci siamo ritrovati praticamente alle porte di Terminus. Era con Sasha, mentre io col resto. In tutti questi giorni, ripetevo a me stesso che avrei dovuto trovarla. Non mi davo per vinto e mi confortavo osservando una sua istantanea. Ma proprio quando la speranza mi stava lasciando, lungo i binari ho trovato un suo messaggio : Glenn, và a Terminus. Beh, non hai idea di cosa ho provato..

-Posso immaginare.. – risposi.

Maggie non aveva ancora avuto modo di parlare con Glenn di suo padre, dello shock subito. Ero sicura che se anche avessero avuto del tempo assieme, ella avrebbe comunque evitato l'argomento. Non sarebbe stato facile per lei parlarne come se niente fosse, sebbene fosse passato del tempo, non era ancora abbastanza.

-Beh, non so quanto possa essere di conforto.. – bisbigliai – .. ma ho seppellito Hersh. Insomma, quello che ne restava.

Glenn mi fissò per un poco e vidi lentamente formarsi un sorriso su quel liscio volto. Sebbene fosse buio pesto, giurerei di aver visto un lume nei suoi occhi. Mi abbracciò d'improvviso, cogliendomi di sorpresa. Era grato. Quando la felicità si attenuò, si staccò impacciato, vergognandosi dell'azione spontanea.

Una nuova vita || The Walking DeadTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang