Capitolo 22 : Never trust

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-Capo gruppo và alla tua sinistra. Al vagone, và.

Sul vagone era infissa la solita lettera della porta. Smistavano i mal capitati, rinchiudendoli. Non riuscivo a capire cosa ne volessero fare. Perché non ci uccidevano seduta stante? Rick non sembrò molto contento della proposta, ma Gareth lo convinse dicendo che Carl lo avrebbe seguito se avesse adempito all'ordine ricevuto. Nessuno sarebbe morto, se fossimo andati uno alla volta a quel dannato vagone bordeaux. Ci chiamò in ordine, lasciando il ragazzino per ultimo, quasi per voler infastidire lo sceriffo. Una volta messi in fila indiana davanti al portellone, notai alcune scatole e piatti di plastica. Tenevano cura dei prigionieri, li cibavano. Stranamente con del latte in polvere.

-Capogruppo, arciere, samurai, ricciola ed asiatico. In questo ordine. – comandò Gareth.

Carl era ancora laggiù immobile, a fissare gli occhi del padre.

-Mio figlio. – abbaiò Rick.

Gareth fu soddisfatto di vederlo arrabbiato, ed acconsentì affinchè il ragazzo ci raggiungesse.

-Capogruppo, apri il portellone ed entra. – continuò il bastardo.

Rick fu lento nell'azione, in modo da permettere che Carl fosse abbastanza vicino a noi. Non voleva perderlo di vista, temeva che non volessero farlo entrare assieme a noi, avendo notato tutto questo interesse per il ragazzino. Ma credo che Gareth volesse solamente divertirsi un poco, giocare con noi. Entrammo in quello stretto spazio buio. Il pavimento costituito da assi di legno, fece echeggiare i nostri passi incerti. Il portellone fu subito chiuso alle nostre spalle, permettendo all'oscurità di avvolgerci. Vedevamo a stento, solo alcuni flebili fasci di luce penetravano nel vagone. Un rumore dal fondo ci fece sobbalzare. C'erano altre persone.  Altre persone condannate al nostro stesso destino. Restammo immobili, udendo una delle altre vittime avvicinarsi lentamente.

-Rick? – risuonò una voce incerta.

Anche gli altri si mossero e si posizionarono sul raggio di luce, in modo che potessimo vederli. Noi facemmo lo stesso e non appena ci fu possibile scorgerci, rimasi stupefatta. Glenn e Maggie erano proprio lì, di fronte a noi, accompagnati da altre quattro persone. Un uomo alto e muscoloso, dalla capigliatura e baffettoni rossi scarlatti, una donna in shorts con delle code laterali, un altro uomo massiccio dal taglio mullet ed una seconda donna snella di colore. Poco dopo avanzò una terza donna, mora dai capelli corti e dal fisico robusto.

-Siete qui. – parlò incredulo lo sceriffo – Siete qui.

Non ci gettammo fra abbracci e frasi di felicità, sebbene fossimo gioiosi di apprendere che parte del gruppo fosse sano e salvo. Eravamo ancora sconvolti e scombussolati dall'accaduto, così come Glenn e gli altri. Ci limitammo a squadrarci, come se avessimo paura che si trattasse di un miraggio.

-Sono nostri amici. – spiegò Glenn.

-Ci hanno salvati. – aggiunse la sua ragazza.

Li guardai uno ad uno. Sembrava che fossero già affiatati e questo mi piacque.

-Ora sono anche amici nostri. – affermò l'arciere.

Fu piacevole sentire queste parole uscire dalla bocca di Daryl. Mi scappò un sorriso e il rosso lo notò.

-Ma non credo per molto tempo. – sottolineò affranto.

Poi fece per allontanarsi, ma Rick lo bloccò a parole.

-No. – dichiarò – Si sentiranno molto stupidi quando lo scopriranno.

Detto questo si avvicinò al portellone, cercando di osservare dalle fessure. Rimasi in silenzio, curiosa di sentire il resto. Rick aveva un piano forse.

Una nuova vita || The Walking Deadحيث تعيش القصص. اكتشف الآن