Capitolo 12

15.2K 452 2
                                    


Gestire il locale con Roy non era per nulla facile, gli orari erano molto flessibili, di contabilità capivo poco per cui Roy doveva fare tutto da solo. Le sere erano noiose almeno per me, non trovavo divertimento nel gestire un locale io volevo viverlo e con viverlo intendevo ballare sul palco. Cominciavo ad invidiare le ragazze, potevano fare ciò che volevano io invece mi sentivo con le mani legate. Secondo Darko avevo molta libertà potevo fare ciò che volevo purchè Bjorn fosse la mia ombra, mi seguiva per fino in bagno. E poi c'era un altro problema..Rikon. Non sentivo Rikon da giorni e giorni, dovevo parlarci ma era difficile dovevo evitare Darko, Bjorn, Roy perfino mio fratello per non parlare dello staff del locale e i vari scagnozzi di Darko. Decisi che avrei approfittato del primo momento utile e questo mi si presentò un pomeriggio presto. Ero nel locale, Roy era nel suo ufficio dove compilava i documenti per i fornitori ne avrebbe avuto per un paio d'ore. Bjorn era poco distante da me decisi di andare in bagno e chiuso subito la porta così che non potesse entrare. Il bagno aveva quattro cubicoli ognuno con water,lavandino e finestra. Era proprio quello il mio obiettivo: la finestra. Giorni fa la finestra del mio cubicolo era spalancata, senza far strani rumori guardai fuori e vidi che dava su una strada dove ogni tanto ci passava qualche macchina in più potevo passarci attraverso il mio fisico me lo permetteva. Stavo per entrare in uno dei cubicoli quando Bjorn mi richiamò.

<<Signora apra la porta..>>

<<Bjorn devo andare in bagno...e sono stufa di avere te a due metri a sentirmi, mi mette in imbarazzo>> improvvisai e nel frattempo silenziosamente iniziai ad aprire la finestra.

<<Sono gli ordini del signore, posso concederle solo due metri di distanza. Per favore apra o devo buttar giù la porta..>>

<<Ho quasi finito, concedimi due minuti e ti apro..>> stavo già con le gambe fuori dalla finestra quando gli parlai, non sentì la sua risposta e subito mi fiondai in strada. Bjorn era troppo grande e grosso per passare dalla finestra, avrebbe dovuto uscire dalla porta d'ingresso. Avevo qualche minuto di vantaggio, corsi fino in fondo alla strada trovai una ragazza parcheggiata con la sua auto pronta per partire.

<<Ciao senti mi daresti un passaggio da mio zio? mi hanno rubato la macchina con la borsa..per favore>> con me avevo solo il cellulare e nient altro.

<<Si certo, ma non posso portarti lontano ho un appuntamento tra dieci minuti..>> mi sorrise e salì in macchina.

<<Grazie, non è lontano ma comunque anche metà strada va bene>>

<<ok, senti ma non vuoi andar dalla polizia prima?>> domanda ovvia.

<<No no andrò con mio zio e poi a casa sua ho la patente, così avrò un documento con me..>> era la prima cosa che mi venne in mente e parve crederci così partì. Poco dopo sentì il cellulare vibrare lo presi e vidi che era Darko. Merda! Sono passati solo cinque minuti già è stato informato, spensi il telefono e diedi l'indirizzo della dimora di Rikon, per lo meno per la piazza adiacente. Era meglio non farmi accompagnare lì davanti.

Scesi dall'auto e ringrazia la ragazza che mi disse che si chiamava Judit, attraversai la piazza e arrivai al cancello. La guardia all'entrata mi fermò subito, erano mesi che non passavo di qui e probabilmente questo uomo era nuovo.

<<Ferma, è proprietà privata..>>

<<Sono un'amica di Rikon, devo parlargli urgentemente>>

<<Mi dispiace ma deve avere un pass o un appuntamento signorina>>

<<Senti ho poco tempo, chiama l'interno 1 e riferisci che piccola luna è qui..Muoviti!>> l'interno 1 era associato allo studio di Rikon e a parte me e lui nessuno sapeva di quel nomignolo, ero in preda all'ansia ma alla guardia non lo diedi a vedere anzi mi dimostrai incazzata. Si girò verso la cabina e prese a chiamare, poco dopo ritornò da me.

Sei mia, Nikita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora