Capitolo 28

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«Buonasera a tutti. Prendete posto e state pronti, la partita inizierà tra pochi minuti.» la voce uscì dagli altoparlanti. Un ragazzo con la maglietta dello staff, fermo tra le due metà campo, introdusse l'evento parlando in un microfono. «Lo scontro di questa sera vede in campo la squadra delle Red Lynx, del primo anno, capitanata da Emerich Sinclair, contro le Blue Flags, del terzo anno, capitanata da Gerarde Scarlett.»

Le voci del pubblico si levarono ai nomi delle due squadre. Raphael si fece spazio tra gli spettatori per raggiungere Wendy, al centro della tribuna. La ragazza sbuffò non appena lo vide. Si sentiva già gli occhi abbastanza puntati addosso senza essere accanto ad uno dei ragazzi più malfamati della facoltà.

«Era proprio necessario?» disse scostandosi.

«Non sono stato io a scegliere i posti.» si giustificò il ragazzo prendendo posto accanto a lei.

«Lasciami indovinare.» disse scostando i capelli sulla schiena con un gesto della spalla. «Clarissa Costantine?»

Raphael fece spallucce esibendo una palese ovvietà.

«A proposito, tu la vedi?»

«No.» Wendy fissò gli spalti sul lato opposto. «Spero sia filato tutto liscio.»

Raphael indicò un angolo del campo.

«Parli del diavolo....»

«...e spunta Clarissa Costantine.» concluse Wendy.

Clarissa fece il proprio ingresso dal corridoio che collegava gli spogliatoi dei giocatori con il campo: indossava pantaloncini bianchi di stoffa con bordini rossi che correvano sui fianchi e una maglietta attillata dello stesso colore, con il simbolo della squadra stampato sul retro. Il cappellino, in tinta, le calzava a pennello lasciando fuoriuscire solo qualche ciocca bionda.

«Sbaglio o indossa la divisa dell'aiuto allenatore?»

«No, non sbagli.» confermò Wendy, sbigottita.

«Mi chiedo cos'abbia in mente.»

«Non lo so, e la cosa mi spaventa.» fece Wendy prima di cambiare discorso. «Dov'è il nostro uomo di punta?»

«Eccolo.» Raphael lo indicò con un cenno. «Seduto accanto all'uomo che sta scattando le foto.»

«Non dobbiamo perderlo di vista.»

Clarissa si avvicinò all'allenatore delle Red Lynx e gli sedette accanto. Sloanne indossava una tuta da ginnastica griffata. «Dov'è Jason?» chiese fissandola storto.

Clarissa gli si rivolse sfoggiando il suo sorriso migliore.

«Mi ha chiesto di sostituirlo per questa sera, non si è sentito bene.»

Almeno me lo auguro o sarò nei guai fino al collo, pensò scacciando la preoccupazione.

«Come ti chiami?»

«Clarissa, Clarissa Costantine.»

«Una ragazza che conosce il basket?» domandò, scettico.

Lei lo fissò di traverso. «Abbastanza per potermi permettere di sedere qui.» sostenne, cosciente che l'unica regola del basket di cui aveva memoria era quella di dover far entrare la palla nel canestro. «Ho discusso personalmente la strategia di gioco con il capitano.» disse cercando di avvalorare la propria credibilità. «Sarà una partita indimenticabile.»

Sloanne si rilassò sullo sgabello e Clarissa trasse un sospiro immaginando di averlo convinto. Sorvolò con lo sguardo sui posti a sedere e incrociò il volto di Wendy che diede una gomitata a Raphael.

Sollevarono entrambi i pollici per indicarle che era tutto okay. Non le restava molto da fare.

Si alzò in piedi e ruotò su se stessa, togliendo il cappellino per sventolarlo in direzione degli spalti; buona parte degli spettatori puntò lo sguardo su di lei, ma furono soltanto due le mani che ricambiarono il saluto.

Benjamin Costantine e Marc Sinclair si fissarono per un lungo istante.

«Credo stesse salutando me.» asserì il ragazzo.

Benjamin aggrottò la fronte. «Ne sei sicuro?»

«Veramente....»

«Quella è mia figlia.» disse pacatamente Benjamin.

Marc restò a bocca aperta cercando di assimilare la notizia.

«Non sapevo fosse diventata l'aiuto allenatore.»

«Se è per questo, io l'ho saputo ieri.»

Le luci dello stadio si abbassarono lasciando in ombra gli spettatori, che ammutolirono. Un cono di luce si accese a centro campo illuminando il pavimento di linoleum e l'arbitro annunciò un'altra volta i nomi delle squadre.

«Alla mia destra, entrano in campo le Blue Flags, squadra mista del quarto e quinto anno della Facoltà di Economia, capitanata da Gerarde Scarlett.» Gli applausi si sprecarono mentre i giocatori si distribuivano a semi cerchio accanto all'arbitro, avvolti nella penombra. «Alla mia sinistra.» proseguì spalancando il palmo della mano, «Entrano in campo le Red Lynx, squadra delle matricole di ingegneria, imbattute dall'inizio del campionato e capitanate da Emeric Sinclair.» Gli applausi furono ancora più accesi e proseguirono anche dopo che i giocatori finirono di disporsi nell'altra metà campo. Il cono di luce si allargò, illuminandoli.

Ci siamo pensò Clarissa.

Alcuni mormorii si accesero tra gli spettatori, turbati, e la curiosità negli occhi di quelli seduti nella tribuna di fronte a lei divenne palpabile. L'arbitro aggrottò la fronte e fece scorrere con un'occhiata l'elenco dei giocatori. Doveva esserci un errore, eppure nessuno lo aveva avvertito.

«Si avvicinino i capitani.» proseguì senza scomporsi.

I due fecero un lungo passo avanti mentre gli altri membri delle squadre cercavano gli uni lo sguardo degli altri. Alcuni spettatori indicarono il centro del campo, increduli, mentre un brusio crescente si levava dal pubblico.

L'allenatore delle Red Lynx si alzò e avanzò un passo, ma Clarissa lo bloccò stringendogli il polso saldamente.

«Non è ancora il momento, Monsieur Sloanne.»

Ormai tutti avevano riconosciuto il numero uno della squadra delle Red Lynx. Fu Gerard Scarlett a puntare il dito, come di fronte ad un fantasma. «Tu....» esitò, sgomento. Il pubblico era in piedi, incantato. «Tu... sei Melanie Moreau!»


Doppio gioco #Wattys2017Where stories live. Discover now