Capitolo 7

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«Clarissa!» una voce maschile richiamò la sua attenzione. «Clarissa, aspetta!» udì. Il tramonto alla periferia di Strasburgo riempiva di rosso e arancione il cielo, donando calore allo sfondo universitario. Clarissa, la maglietta legata in vita, stava camminando a lato della carreggiata lungo il viale principale del Saint-Exupèry. Sollevò gli occhiali da sole e vide una mano che sventolava; era Marc Sinclair.

Si fermò ad aspettarlo.

«Ciao, Marc.» disse quando le fu di fronte.

Lui le fece un cenno e si piegò cercando di riprendere fiato. «Stai andando a casa?»

«E' quasi ora di cena e mia madre telefonerà a minuti per sapere se sono stata rapita.» ironizzò.

Marc fece una smorfia e si risollevò.

«Mio fratello gioca una partita tra un paio di giorni.» disse dondolandosi sui talloni. «Cosa ne dici?»

«Del fatto che tuo fratello giochi o che mi stai chiedendo di andarci insieme?» asserì, diretta.

«Entrambe. Ma alla prima protrai rispondere solo dopo aver accettato la seconda.» incalzò lui, cercando di incastrarla.

Clarissa assottigliò gli occhi e il suo cervello iniziò a macchinare. Uscire con Marc Sinclair non sarebbe stata solo una questione di indagini, doveva ammetterlo, e l'istinto le suggerì di sfruttare al massimo quella situazione, che appariva a suo vantaggio sotto ogni aspetto. «Okay.» fece incrociando le braccia al petto. Marc spalancò un sorriso luminoso, finché Clarissa non sollevò l'indice. «Ma ad una condizione.»

«E sarebbe?»

«Voglio che mi organizzi un appuntamento in privato con Raphael Barchì.»

Marc sussultò cercando di contenere una cascata di sconforto, e Clarissa si affrettò a placare il suo animo.

«Non fraintendermi, non voglio uscire con lui per piacere.»

«È per la storia di Melanie Moreau, vero?» fece guardandola di traverso e Clarissa ciondolò la testa fingendo un'innaturale innocenza. «Forse sì, forse no.» disse. Doveva ammettere che Marc aveva l'intuito del giornalista. «Allora?»

«Ma la partita è tra due giorni!»

«Quindi non perdere tempo: hai meno di quarant'otto ore per mettermi in contatto con lui.»

«Andata.»

Marc le strinse la mano e lei ricambiò ammiccando.

Un attimo dopo era di nuovo sui suoi passi, col cuore che le martellava a metà tra gioia e dolore.

Posò la tazza fumante accanto alla tastiera del computer dopo averne bevuto un sorso. Una tisana menta e sambuco, la sua preferita. Era rientrata in tempo per la cena ed era stata costretta a trattenersi a tavola più del previsto per parlare della giornata trascorsa al campus. La madre l'aveva dispensata dai lavori in cucina e Clarissa si era sentita costretta a passare il resto della serata tra i libri universitari.

Era il rovescio della medaglia della sua ossessione.

Seduta alla scrivania, si girò verso il letto. La sveglia sul comodino indicava pochi minuti alla mezzanotte.

Acta est fabula, pensò tra sé.

Gettò la matita tra le pagine del quaderno e lo richiuse con un gesto deciso. Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza delle lingue morte parlate nel bacino mediterraneo più di mille anni prima. Scostò i libri, gli astucci e accese il computer che si avviò nel giro di pochi secondi: internet era la maggior fonte di distrazione che conoscesse. Non ebbe nemmeno il tempo di avviare il motore di ricerca, quando udì bussare alla sua stanza.

Doppio gioco #Wattys2017Donde viven las historias. Descúbrelo ahora