CAPITOLO 1

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Il sole sorse presto, infrangendosi limpido tra le folte chiome degli alberi. I raggi, caldi e luminosi, infondevano vita al paesaggio verde e rigoglioso, mentre decine di studenti si incuneavano lungo le strade del campus prima dell'inizio delle lezioni.

Clarissa imboccò il viale poco prima delle otto e mezza, a bordo di una decappottabile. I capelli biondi sfuggivano al vento trattenuti a stento dal cappellino garçon che le calzava a pennello. Un'insegna a lato della strada riportava il nome "Université de Saint-Exupéry à Strasbourg", indicando che il campus era dedicato al celebre autore francese de Il piccolo principe.

Clarissa abbandonò l'auto nel primo posto libero e recuperò dal sedile posteriore uno zainetto in tinta con l'abbigliamento. Sotto la giacca indossava una maglietta bianca attillata con motivi floreali azzurri che lasciava scoperto l'ombelico e dei jeans a zampa.

Prese un bel respiro e si avviò di buona lena verso l'ingresso della facoltà.

"Anno nuovo, vita nuova".

Le risuonò in testa la voce del padre, Benjamin Costantine, e l'immagine di lui mentre si avvicinava sorridente per stamparle un bacio sulla fronte prima di uscire di casa.

Quale modo migliore di mettere in pratica le sue parole?

Da Lunéville, una cittadina storica immersa nella Lorena meridionale, si erano trasferiti alla periferia di Strasburgo, in un'accogliente villetta a schiera su due piani. E proprio come il protagonista di Il piccolo principe, Clarissa ebbe la sensazione di essersi persa in una landa deserta, spaesata e lontano dalla quotidianità. Con il trasloco aveva sotterrato lungo l'autostrada diciannove anni di ricordi, rammentando a stento ciò che aveva lasciato alle spalle, troppo coinvolta dalle aspettative e dall'entusiasmo dei genitori. Un entusiasmo più dettato dall'intraprendenza e dalle necessità del padre che, in condizioni di scarse opportunità lavorative, aveva deciso di dislocare la propria attività verso il confine con la Germania. Del resto, Benjamin Costantine non era nuovo ai cambiamenti: quello spostamento di soli cento chilometri all'interno dello stesso Paese doveva essergli sembrato una bazzecola in confronto a quello compiuto dall'Italia alla Francia quando aveva deciso di sposare Marie Maillard, ventidue anni prima.

I pensieri della ragazza svanirono nel momento in cui raggiunse il marciapiede sul lato opposto del prato. Si fermò a controllare la mappa del campus stampata su un'insegna e puntò l'indice sulla sua facoltà.

«Filosofia?» la sorprese una voce alle spalle.

Clarissa si volse e annuì con un sorriso di circostanza.

«Wendy Sakamoto.» si presentò una ragazza porgendole la mano. «Anch'io sono iscritta al primo anno.»

«Clarissa Costantine.» ricambiò lei con decisione. Per fortuna, le buone maniere non cambiavano in nessun luogo del pianeta. «Vogliamo andarci insieme?»

L'altra annuì e s'incamminarono.

Conoscere qualche volto nuovo le avrebbe fatto sicuramente bene. «Sei di queste parti?» cominciò la sconosciuta scostando i lunghi capelli neri dietro la schiena. Clarissa la squadrò con occhio clinico: Wendy Sakamoto era sicuramente quella che si sarebbe potuta definire "la ragazza più popolare della scuola". I capelli corvini erano lisci, lunghi fino alla vita, e il profumo del balsamo aleggiava nell'aria anche da lontano. Il fisico, formoso e sensuale, era avvolto in un vestito scollato, simile ad un kimono, che avrebbe attratto facilmente le attenzioni degli studenti.

«Mi sono appena trasferita da Lunéville con la mia famiglia.»

«Il tuo nome non sembra... francese.» appurò la ragazza.

Doppio gioco #Wattys2017Where stories live. Discover now