Capitolo 24

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«Eccola di nuovo.» esordì Wendy ancheggiando verso di lei. «L'enigmatica Clarissa Costantine che mi chiede di incontrarla, cito testualmente....» lesse il messaggio sul cellulare. «...nel luogo in cui abbiamo parlato di te.»

Wendy le si avvicinò facendo scivolare i capelli sulla spalla e Clarissa, seduta sulla panchina, ridacchiò. Erano passate ventiquattro ore dall'ultima volta che aveva visto Marc e ne aveva a disposizione solo altrettante per rendere definitivo il piano che aveva studiato nei dettagli durante la notte.

Le sarebbe bastato l'aiuto di un paio di persone fidate.

«Sapevo che avresti capito.» affermò sicura.

Wendy aggrottò la fronte.

«Doveva essere un incontro segreto?»

«In un certo senso.» fece Clarissa invitandola a sedersi di fronte a sé. «Significa che non hai dimenticato quello che ci siamo dette il giorno che siamo state qui.»

«Non parlo a molte persone della mia vita privata.» sostenne la compagna prendendo posto sulla panchina.

La giornata era nel pieno del suo splendore, ma il manto erboso era già parzialmente ricoperto dalle foglie degli ippocastani. L'umidità tipica dell'autunno imminente era palpabile nell'aria. Il loro tavolo era uno dei più isolati. L'ultima volta che Clarissa era stata lì, sospettava fosse proprio Wendy la causa della scomparsa di Melanie Moreau, ma a quel tempo conosceva solo una minima parte dell'intera vicenda.

«C'è qualcosa di cui vorrei parlarti.» disse.

«Lasciami riflettere.» Wendy guardò distrattamente verso l'alto. «L'ultima volta mi hai chiesto di fare la pin-up per un gruppo di adolescenti arrapati e poi mi hai quasi cacciato nei guai con mio padre per via di qualche pianta piena di sostanze stupefacenti.» disse lisciando insistentemente le ciocche che le ricadevano in avanti.

«È tuo zio.» sottolineò Clarissa con un sorrisetto. «E non erano adolescenti.» aggiunse.

«Comunque erano arrapati ed erano sostanze stupefacenti.» precisò Wendy con disappunto. «Non è questo il nocciolo: sei intrigante, Costa, e non riesco a dirti di no.»

«Lo prendo come un complimento.»

Wendy sospirò pazientemente. «Almeno ti sono stati utili i dati che ha ricavato mio zio dalle tue piante?»

«Più di quanto tu possa immaginare, ma ho ancora bisogno della tua collaborazione.»

«Questa volta non sarà facile convincermi a muovere un dito se prima non mi dirai cos'hai in mente.» la compagna incrociò le braccia al petto. «Sei una studentessa universitaria iscritta alla Facoltà di Filosofia che passa il proprio tempo a spiare le persone e a fare domande riguardo una ragazza scomparsa due mesi e mezzo fa.» Clarissa sedette sullo schienale della panchina e si chinò verso di lei, fissandola con i suoi occhi azzurri, brillanti. «Credi di poter conquistare anche me con quegli occhioni dolci?» ironizzò Wendy.

Clarissa scosse la testa e tornò seria.

«Non è un caso se ti ho chiesto di venire qui.» cominciò a dire. Wendy mise in bocca un chewingum. «Quello che sto per dirti è strettamente confidenziale e ciò che ti chiederò... sarà molto difficile per te.»

La compagna le restituì uno sguardo interrogativo.

«Costa, mi spaventi.»

Clarissa alzò lo sguardo oltre la compagna e fece un cenno con la mano. Wendy si guardò le spalle e scoccò un'occhiata furibonda a Clarissa. Raphael Barchì era a pochi passi da loro e si stava avvicinando. Indossava una maglietta sottile a maniche lunghe e un paio di pantaloncini, nel suo tipico stile eastcoast.

«Ciao.» disse tranquillamente.

Wendy era fuori di sé. «Costa, non so cosa tu abbia in mente, ma se questo è un tentativo per....»

«Frena, frena.» la interruppe alzando una mano. «Per quanto mi riguarda, Raphael potrebbe anche non esistere. Ciò che ti ha fatto è imperdonabile, ma mi sta aiutando nelle indagini.»

Wendy aggrottò la fronte. «Indagini?»

Clarissa scavalcò il tavolo di legno che la separava da Wendy camminandovi sopra e si sistemò accanto alla compagna, cingendole le spalle.

«Wendy, tu credi nelle bugie a fin di bene?»

La compagna si mostrò diffidente, ma non desistette.

«Direi di no.» asserì scoccando un'occhiataccia a Raphael che roteò gli occhi. Clarissa deglutì. Era il momento di scoprire le proprie carte e pagare per le proprie menzogne.

«Perché, vedi, non sono stata del tutto sincera con te.»

«Non mi dirai che voi due....» Wendy indicò entrambi con l'indice e il medio, e Clarissa scosse subito la testa.

«Ricordi quando ti ho detto che mio padre lavora nell'abito della ricerca privata?» si affrettò ad aggiungere.

«Cosa c'entra adesso tuo padre?»

«Non so che idea tu ti sia fatta, ma, vedi, lui non lavora esattamente nel campo della scienza....»

«Avanti, non tiriamola per le lunghe.» interloquì Raphael, spazientito. «Benjamin Costantine è un investigatore privato.»

Wendy sbarrò gli occhi. «È vero?»

Clarissa annuì.

«Perché me l'hai nascosto?»

«Perché Monsieur Costantine sta indagando sulla scomparsa di Melanie Moreau.» precisò ancora una volta il ragazzo.

«Raphael, non ho bisogno di un Watson che parli per me di fronte all'assemblea.» lo zittì Clarissa, tagliente.

Wendy lo ignorò. «È vero quello che dice?»

«Si, ma non ho mentito su tutto il resto.»

La compagna esitò, un'espressione indecifrabile sul volto. «C'entrano anche la messa in scena al campo da basket e le analisi di laboratorio, vero?»

«È così.» Clarissa annuì senza indugio. «E ora ho bisogno dell'aiuto di entrambi per chiudere il caso.» le strinse la mano destra e con l'altra indicò a Raphael di avvicinarsi.

«Non è tuo padre l'investigatore?»

Clarissa espirò.

«Qualche volta lo sono anche senza di lui.»

«Non mi dirai che....» Wendy bloccò sul nascere le proprie parole, incapace di concludere la sua stessa frase.

«Non posso dirti nulla.» chiarì subito Clarissa. «Ma devo chiederti di mettere tregua alla rabbia nei confronti di Raphael per aiutarmi. Non c'è nessun altro, a parte voi, a cui possa rivolgermi.»

Avvicinò la mano di Wendy a quella del ragazzo.

La compagna esitò.

«Costa, la polizia dice che è lui il colpevole.»

«Ti dimostrerò il contrario, ma devi fidarti di me.»

Wendy fissò l'ex fidanzato con disprezzo e gli strinse la mano con riluttanza. «Per quanto mi riguarda, dovresti marcire di stenti in un letamaio.» asserì con freddezza.

«L'unico motivo per cui lo faccio è per aiutare Costa.»

Clarissa annuì soddisfatta. «È già qualcosa.»

Estrasse dalla borsa un blocco di appunti e degli orologi digitali. «Venite qui.» li invitò ad avvicinarsi. «Sarà meglio che vi spieghi quello che dovete fare.»


Doppio gioco #Wattys2017Où les histoires vivent. Découvrez maintenant