Pensai a come poter sbarazzarmi di tutti e cercando di non farmi vedere, camminai di soppiatto e silenziosamente verso le scale.
Avrei potuto colpirli dell'alto a dar tempo a rogan di colpir loro.

Salì le scale e vidi un cecchino che mi dava le spalle, misi le pistole nei jeans e stringendo le braccia attorno al collo del tizio e lo feci svenire.

Mi posizionai al suo posto e prendendo il suo fucile che forse era anche meglio, sparai alle guardie e colpì clark alla gamba.

Dopo pochi minuti gli agenti dell'FBI entrarono nel palazzo e portarono via tutti gli scagnozzi. Rogan era sano e salvo e io ero stanca morta.

Vidi il capo che parlava con rogan.
Strano che il capo venga in missione.. da quel che so sta sempre in ufficio.

Andai verso di lui e asciugandomi il collo e la fronte con una asciugamano che mi avevano dato i soccorsi dissi fiscale "io ho finito il mio lavoro qui, ora vado." Lui alzò gli al cielo e annuì.

Rogan mi osservò e fece finta di nulla che aveva?

Incurante uscì da quell'edificio e salì sul range rover di servizio.

Guidai fino alla sede ed entrando nel mio ufficio mi cambiai e presi due pistole nuove e il sacchetto di cimici.

Nessuno doveva infiltrarsi nella mia privacy.

Uscì da lavoro ed entrai sulla jeep.

Guidai velocemente fino alla base operativa della CIA pensando tutto il tempo a mantenere la calma e non a mandare tutto a puttane.

***
Appena entrai quasi tutti gli agenti mi guardarono sorpresi.

Conoscevo praticamente tutti... dopo dieci anni e le stesse facce da cazzo che vedevo ogni giorno avevo imparato a fare finta di nulla.

Infatti camminai con passo deciso fino all'ufficio di quella faccia di merda del mio ex capo.

Spalancai la porta con vemenza ed entrai dentro incurante di chi vi potesse essere dentro.

Il bastardo fortunatamente non era in compagnia.
Lui alzò il viso e mi guardò come se stesse aspettando che io incominciassi a parlare.

Non sembrava neanche sorpreso del. mio arrivo e un po mi deludeva.

Tirai fuori dalla tasca dei jeans il sacchettino con le cimici e glielo gettai sulla scrivania.

Lui le guardò e rise fragorosamente.
"Finalmente te ne sei accorta.. stavo aspettando infatti la tua visita da giorni, e un pó mi preoccupa il fatto che tu ci abbia messo così tanto sai? Entrare nell'FBI ti ha fatto perdere colpi?" Scherzò lui come se nulla fosse.

Io furiosa sbattei le mani sulla sua scrivania facendolo sussultare e avendo la sua attenzione.

"Perché cazzo mi spii? So benissimo che manca una settimana a questo progetto in cui mi hai affibiata e so come funziona ma arrivare al punto di spiarmi anche? È fin troppo vile anche per te." Sputai io decisa.

Lui mi guardò con occhi strani, in realtà era da quando ero entrara che aveva l'aria di saperla lunga.

Dopo pochi secondi le porte dell'ufficio si aprirono e quattro uomini molto probabilmente agenti si pararono affianco a me senza toccarmi.

Io non capì, ritrassi le mani dalla scrivania e guardai anche il capo.

"Sai.. in realtà ho mentito. Non manca una settimana e le cimici erano una trappola per farti venire qua, e ovviamente te ci sei cascata." Disse lui versandosi probabilmente del whisky nel bicchiere di vetro.

Io sbiancai e sussultai sentendomi quasi mancare.

"Che cazzo stai dicendo? Abbiamo un patto è tra una settimana che accadrà." Dissi io impuntandomi e scansandomi dagli omoni dietro e di fianco a me che si facevano sempre più vicini.

"Sai cosa sto dicendo. Il progetto si farà sta sera, o meglio tra meno di due ore. Accadrà e non puoi fare nulla per evitarlo, e comunque il patto che c'è tra noi lo puoi anche considerare annullato." Sorrise lui con occhi malvagi.

"NO. STATEMI LONTANO O VI AMMAZZO." Urlai io ai tizi grossi il doppio di me.

"Con cosa? Con queste?" Disse uno facendomi vedere le mie pistole.
Come diavolo aveva fatto a prendermele?

Ero spacciata. Le gambe mi cedettero e mi ritrovai per terra mentre i tizi mi tiravano su e mi trascinavano probabilmente verso il laboratorio.

Ero spacciata e nessuno sapeva dove ero.

Avrei voluto salutare jo i miei figli e tutta la famiglia prima che questo potesse accadere.

Se andasse male non potrei perdonarmelo.

Dovevo lottare con tutte le mie forze.

Lacrime calde mi scesero lungo le guance mentre i tizi che mi trascinavano ridevano felici di una realtà crudele.

THE BAD LOVE 3Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin