Aspetterò che si svegli, così proverò a farle qualche domanda...
Mi siedo a gambe incrociate sul letto e sorreggo la testa con un braccio puntellato su un ginocchio e per ingannare il tempo guardo prima Nikki, poi la stanza, gli arredi, la sveglia sul comodino e la luce del sole che inizia ad entrare in quantità maggiore dalla finestra.
Sembra passato un secolo quando qualcosa mi riporta alla realtà e poi sento le voci dei ragazzi che stanno scendendo le scale: evviva, finalmente si sono svegliati quei pigroni! Ora devo svegliare la ragazza, così saremo tutti insieme di sotto.
«Nikki?» provo a chiamarla, con un volume di voce un po' basso, ma non da segno di avermi sentito. «Hey, Nikki, sveglia» riprovo, e stavolta le prendo un polso per poi scuoterlo leggermente.
La ragazza apre gli occhi e vedo le sue guance colorirsi appena mi riconosce.
«Che succede?»
«Sono tutti svegli, finalmente» sospiro, contento «alzati anche tu così scendiamo.»
«Okaaay...» sbadiglia lei, strofinandosi gli occhi e mettendosi a sedere. Devo parlarle prima che sia troppo tardi, ora che siamo ancora soli.
«Posso domandarti una cosa?» le chiedo, avvicinandomi.
«Certo... cosa?»
Le prendo un braccio, con l'interno dell'avambraccio rivolto verso l'alto, e lo sollevo verso di me, poi la guardo e lei trasalisce; probabilmente ha capito a cosa mi sto riferendo.
«Perché non me lo hai detto?» domando semplicemente, con gli occhi fissi nei suoi.
«I-io... n-non...» balbetta, poi china la testa.
«Avevi paura che io potessi giudicarti?»
«C... credo di sì, un po'... non so...»
Scorgo una lacrima che le scivola su una guancia e mi sento come colpito da un pugno.
«Guardami» le dico, poi con una mano le alzo con garbo il viso in modo che torni a guardarmi e lei sostiene il mio sguardo con qualche esitazione.
«Non ti sto rimproverando, cosina, e non mi azzarderei mai a giudicare. Ho anche io il mio fardello di esperienze e sensazioni negative, e sarei un grande stronzo a permettermi di giudicare chi per un motivo o per un altro giunge a fare determinate cose. Ci sarà sempre qualcuno che non capirà e giudicherà anziché tacere, ma devi ignorarlo e preoccuparti di chi può invece capirti e supportarti. Mi capisci?»
La ragazza annuisce, tirando su leggermente con il naso.
«Bene. Comunque, quanto sono vecchie queste cicatrici?»
«Almeno di due anni. Ho iniziato a tagliarmi negli ultimi anni di scuola, dopo gli abusi subiti da parte del mio primo fidanzato, perché non reggevo più il carico di dolore. Ogni volta che il sangue fluiva fuori, sembrava che almeno per un attimo tutto andasse meglio. Ho smesso qualche tempo dopo la mia fuga sia perché mi sono resa conto che stavo distruggendo me stessa e non valeva la pena farlo, sia perché da un certo momento in poi non ho più sentito il bisogno di tagliarmi.»
Le sorrido in modo incoraggiante. «Sono fiero di te perché hai capito e hai smesso e sei uscita fuori da questa spirale.»
Nikki finalmente sorride di nuovo, poi inaspettatamente mi abbraccia; mentre ricambio la stretta avverto una sensazione di calore nel petto, ma decido di non soffermarmi ad analizzarla.
«Non lo dirai agli altri, vero?» chiede, con la testa semi-abbandonata contro la mia spalla.
«No, sarai tu a dirlo quando ti sentirai pronta. E sappi che anche loro, come me, non ti giudicheranno.»
«Va bene. Andiamo?» aggiunge, sciogliendo l'abbraccio.
«Tu inizia a scendere, io torno in stanza per vestirmi e prendere una cosa e scendo» le dico, alzandomi; annuisce, quindi esco da lì.
Una volta nella mia camera infilo in fretta un paio di pantaloni giusto per non subire una ramanzina da parte di mamma Serj per la mia sconcezza, poi frugo un attimo fra le mie cose.
Ho ancora da parte delle copie dei due album prodotti fino ad ora con i ragazzi, conservate con l'intenzione di regalarle, ma finora non ho trovato il destinatario giusto per un dono come questo; ho deciso che li avrà Nikki, spero che apprezzerà il regalo e, chissà, anche la musica.
Dopo aver incartato i due cd con un sacchetto resto per un attimo fermo a fissare il pacchetto nelle mie mani, poi prendo un respiro e mi accingo a scendere.
"Malakian, ti viene l'ansia anche per un regalo?"
«Taci» zittisco la vocina nella mia mente, scendendo le scale.
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How I feel when I'm around you (System Of A Down)(IT)
FanfictionNei primi anni del ventunesimo secolo le strade di una famosa band e di una ragazza solitaria in fuga dal passato si incrociano casualmente; nasce un legame e un combattuto sentimento.
What the early morning brings
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