Ultimi giorni- Parte 9

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Cat sta con me per qualche ora, va via alle due e mezza circa. Appena ho bevuto l'ultima sacca di sangue angelico, l'effetto dell'alcol è sparito. Non sapevo che il sangue servisse a far passare la sbornia. Adesso mi sento meglio rispetto a prima. Per qualche ora ho dimenticato che stavo per morire, grazie a quel succo di paradiso chiamato alcol. Ma quando mi sono ripresa, ho ricordato perchè avevo bevuto quella bottiglia.

Entro nella camera da letto e vedo che Ruben dorme beatamente. Le gocce hanno fatto effetto, non si sveglierà prima di domani mattina. È un po' triste pensare che l'ultima frase che mi ha detto è stata: "Mi hai dato quelle gocce, vero?", però ho deciso di ricordare le parole che mi ha detto al mare. A ogni parola che dicevo un piccolo brivido mi correva lungo la schiena.

Apro l'armadio e prendo la mia armatura, poi mi infilo nel bagno e chiudo la porta a chiave. Mi levo il pigiama, lo ripiego e lo lascio sul bordo della vasca da bagno. Poi lentamente mi infilo la divisa. Lilia ha pensato a tutto, il tessuto della giacca e dei pantaloni è pelle, ma lei ha fatto degli incantesimi ed è praticamente indistruttibile. Indosso una cannottiera nera e poi infilo la giacca. Ovunque, sia nella giacca che nei pantaloni, sono nascoste armi da un incantesimo. In entrambe le maniche c'è un bottone che, quando lo premi, esce un paletto di legno di quercia. Dodici per manica. Vicino alla chiusura della giacca ci sono nascosto due coltelli di legno per lato. Nella cintura sono attaccate due spade di legno che vengono coperte da una specie di tasca all'interno dei pantaloni, in modo da renderle invisibili. E per finire in bellezza, due pistole nascoste, una nella tasca dei pantaloni e un'altra nella tasca della giacca. Ogni pistola ha pronti dieci proiettili.

In poche parole, sono piena d'armi. Senza contare i miei canini. Tanto dopo sarò morta, non avrò il tempo di pentirmi di tutti i vampiri a cui ho staccato la testa a morsi.

Adesso sono davanti allo specchio del bagno e sto facendo un gesto che faccio sempre, raccogliermi i capelli. Guardo me stessa negli occhi e mi dico: "Ma te lo saresti mai immaginata? Adesso siamo delle guerriere, il leader di una guerra, il soldato fondamentale di una guerra finale. Sei terrorizzata, anche se non vuoi ammetterlo, anche se cerchi di scherzare".

In questo momento solo una persona potrebbe farmi sentire un po' meglio, potrebbe farmi capire meglio cosa mi sta succedendo. Ma questa persona è morta, uccisa brutalmente con un paletto nel cuore dopo essersi appena trasformata con la forza.

Esco dal bagno ed esco dalla camera da letto senza guardare Ruben, farebbe troppo male. Prendo rapidamente la chiave dell'appartamento e il mio telefono ed esco in corridoio.

Aguzzo le orecchie, riesco a sentire i rumori provenire dagli altri corridoi. Sento i respiri, i battiti del cuore. Alcuni irregolari, altri no. Non sento piangere nessuno, solo un assoluto silenzio.

Mi metto seduta per terra vicino alla porta e respiro profondamente. Poi prendo il mio cellulare e digito il numero di mia madre.

Subito parte la segreteria. La voce squillante di mia madre che dice: "Sono Virginia, se non rispondo ho di nuovo perso il caricabatterie. Richiamerò quando lo ritroverò. Lasciate comunque un messaggio dopo il fastidioso beep."

<< Ciao mamma, avevo bisogno di parlarti e chiamarti al cellulare è la prima cosa che mi è venuta in mente, anche se so che è molto stupida visto che il tuo telefono è spento infondo ad uno scatolone che io stessa ho sigillato. Fra un'ora e mezza ci sarà la battaglia decisiva, la battaglia che tutti aspettano da secoli. Una parte di me è entusiasta, potrò uccidere con le mie stesse mani il vampiro che ti ha trasformata e uccisa, anche se non so di preciso chi sia stato, per questo li ucciderò tutti. Potrò anche rivedere te e papà, staremo di nuovo assieme come un tempo, anche se tutti e tre saremo sotto terra. Ma da una parte... sono terrorizzata. Vorrei vivere, vorrei essere di nuovo protettore, vorrei passare delle giornate normali con Ruben e con tutti gli altri. Vorrei passare dei giorni sapendo che la mia morte non sarà imminente, ecco. Non immagini quanto sia brutto contare i minuti che ti separano dalla morte certa. So come morirò, so quanto dolore proverò, so quanto dolore provocherò alle persone che amo e a tutto questo non si può essere mai pronti. Adesso, alle due e trenta di notte, mi ritrovo con addosso un'armatura piena di armi e piena di pensieri. Ripenso a tutti gli errori che ho fatto, e sono davvero tanti. Sono così tanti che ho perso il conto. Avevo promesso a me stessa di non piangere, mentre adesso sembro una fontana. Per fortuna le gocce che ho dato a Ruben hanno fatto effetto, non voglio che mi veda così. Spero che Lilia mantenga la promessa, non voglio che soffrino per me. Amare qualcuno vuol dire proteggerlo ad ogni costo e se per proteggerli devo fargli dimenticare della mia esistenza, è la cosa da fare. Io li amerò per sempre, anche da morta. L'amore non ha fine con la morte, l'amore non ha mai fine. >>

Chiudo la chiamata e mi asciugo le lacrime. Mi stendo per terra e porto le mani dietro la testa. Guardo il soffitto. Bianco, puro, limpido, senza nemmeno una macchia. Mi concentro solo su quel colore infinito, senza sfumature, che rappresenta il nulla. Infondo il bianco e il nero non sono così diversi, sono entrambi da soli. I colori più belli sono quelli con mille sfumature, non stanno mai da soli. Così è che va la vita: si nasce bianchi, candidi, da soli. Poi vediamo per la prima volta i nostri genitori e ci innamoriamo di loro, così adesso c'è qualche sfumatura di rosso. Cresciamo e proviamo le prime sofferenze, e al bianco e al rosso si aggiunge qualche sfumatura di azzurro. E così per tutta la vita, tutti i colori del mondo che si mischiano. Alla fine, non saremo più bianchi, saremo solo un colore che non ha nome, un colore che lentamente si trasformerà prima in grigio e poi in nero. E così, quando arriverà la morte, saremo come allo stato di partenza, da soli.

E così passo il tempo, immobile, aspettando che la sveglia che ho puntato sul telefonino per le quattro meno un quarto suoni. So che quando suonerà la sveglia sarà arrivato il momento di andare, sarà arrivato il momento di fare quello per cui sono nata. Morire.

La sveglia suona. Mi alzo all'impiedi e inizio a camminare verso la stanza d'atterraggio, mentre la sveglia ancora suona. Tra un minuto smetterà di suonare.


La ragazza alataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora