Allenamento - Parte 3

26.2K 1.7K 66
                                    

<< Stai bene? >> mi chiede Ruben quando ci stendiamo sul letto << Sei un po' strana. >>
Mi sono tolta quell'orrenda divisa e ho messo i miei soliti vestiti.
<< Si, sto bene. Sono solo un po' stressata, tutto qui. Sei giorni fa credevo che i vampiri non esistettero, e invece adesso mi sto addestrando ad ucciderli. È ancora un po' difficile da digerire. Credo che ci vorrà un po' di tempo. >>
<< Capisco. >>
Mi stringo tra le sue braccia e respiro. Stasera devo andare a letto presto, domani alle nove devo essere nella sala allenamento.
Prima che potessi andare via con Ruben mi hanno dato altri due cambi della divisa, così se devo mettere la divisa tra la roba da mandare alla lavanderia ho sempre un'altra da mettermi. Mi hanno dato anche una sveglia che suona alle otto di mattina, credo che mi servirà.
Guardo il mio borsone che è appoggiato sul tavolo. È ancora difficile credere che proprio io, una ragazza acqua e sapone, timida e molto imbranata adesso si ritrovi ad addestrarsi per uccidere. So che uccidere un vampiro non è una cosa sbagliata, è per difendere gli umani che sono allo scuro di tutta questa storia. Ma comunque credo che io forse non ne sarei in grado. 
Ruben mi bacia sulla guancia e mi dice che andrà tutto bene, che diventerò la più brava. Io mi limito a sospirare e ad annuire.
Mi ritornano in mente quello che mi ha detto l'allenatrice, ha detto che Marcus le ha parlato molto bene di me. Non capisco perchè Marcus creda così tanto in me, non mi conosce nemmeno! Come fa a dire che posso fare il lavoro di "protettore" nel modo giusto.
Qualcuno bussa alla porta. Dico a Ruben di stare seduto e vado ad aprire la porta, è Jago.
<< Ciao, vi disturbo? >> dice.
<< No, per niente. Entra. >>
Lo faccio entrare e chiudo la porta. Ruben si mette seduto.
<< Volevo solamente sapere com'era andata. So che oggi è stato il primo giorno d'allenamento. >>
<< Si. È andato bene, anche se c'è stata solo la teoria, da domani inizia il vero allenamento. >>
<< Sono contento che hai scelto di diventare protettore, è un bel lavoro. Anche io lo sono stato per un periodo, poi ho avuto un incidente e mi hanno messo a fare i turni di guardia. >>
<< Che tipo di incidente? >> chiedo.
Lui si volta e inizia a muovere le ali. L'ala destra non si muove molto bene e vedo che le ossa della schiena si contraggono quando le muove.
Si rivolta e dice: << Stavo salvando l'umana che dovevo proteggere da un vampiro e sono finito sotto una macchina. Per fortuna non è niente di così grave, ma volare è un po' complicato per me e per questo non ho potuto più lavorare da protettore. >>
Lo guardo, vedo che per lui è un brutto ricordo.
<< L'umana poi è morta. Ero innamorato di lei anche se lei non sapeva nemmeno della mia esistenza. >>
<< Dai, non ne parlare più. >> dico mettendogli una mano sulla spalla.
<< Si, adesso vado. >> dice un po' impacciato. Si comportava così anche mio padre quando raccontava ricordi a lui dolorosi. Mi ricordo quando mio padre parlava di sua madre, anche lui era orfano.
<< Va bene. >> dico.
Apre la porta e se ne va. Guardo Ruben, era rimasto immobile, mi ero scordata che lui era lì con noi.
<< Tu sapevi di questa storia? >> dico stendendomi vicino a lui.
<< Si, ricordo che ho ricevuto io il segnale mandato dal suo telefono. È stato due mesi coricato senza potersi muovere. È stato un brutto incidente. >>
Chiudo gli occhi e senza rendermene conto mi addormento.
È tutto bianco di fronte a me. Sono da sola. Sento che un uomo dietro di me, ho troppa paura per girarmi. Qualcuno mi tocca la spalla. Sento il mio cuore battere più velocemente, le gambe mi tremano.
Guardo per terra, le piume delle mie ali sono tutte per terra. Adesso le mie ali sono bianche.
<< Girati. >> mi dice. Potrei riconoscere questa voce tra un milione. È la voce di mio padre.
Mi giro, ma non è mio padre. È un vampiro.
<< Sta arrivando il momento. >> dice.
<< Ma il momento di cosa? Che cosa mi sta succedendo? >> dico sentendomi le lacrime scendermi dalle guance.
<< Sta arrivando il momento. >> ripete.
<< Il momento di cosa? >>
<< Sta arrivando il momento. Sta arrivando il momento. Sta arrivando il momento. >>
All'improvviso non sono più nella stanza, sono di nuovo nel campo pieno di angeli morti. Guardo i visi di tutti, non riconosco nessuno.
Poi guardo dietro di me e li vedo tutti, tutte le persone che conosco. Ruben, Ariel, mia madre, Alaric, David, Luna, Marcus, Jago...
Sono tutti impiedi con delle ferite nei fianchi. Ad uno ad uno stanno cadendo a terra, morti. Io non riesco a muovermi.
<< E' colpa tua. >>
Adesso il vampiro è dietro di loro. Sorride mostrando i canini.
<< E' colpa tua. >> ripete.
<< Cosa posso fare per salvarli. >> dico con la voce strozzata dal pianto.
<< Unisciti a noi e combatti. Esegui il tuo compito. >>
<< E qual'è il mio compito? >>
<< Sei la ragazza alata. >>
Mi sveglio. Ruben è alla porta, sta entrando con un vassoio. Lascia subito il vassoio sul tavolo e viene vicino a me. Mi chiede che mi succede, perchè sto piangendo. Non riesco a rispondere. Ho come un groppo in gola.
Abbraccio Ruben più forte che posso.
<< Vi ho visto morire, ho visto morire tutti. >> dico gridando e piangendo.
Sento la sua mano accarezzarmi i capelli.
<< Che hai sognato? Raccontamelo. >>
<< Era colpa mia se tutti stavate morendo davanti a me. Ha detto che dovevo unirmi a loro, che dovevo combattere con loro. >>
<< Chi ti ha detto questo? Chi era? >>
<< La voce era di mio padre, ma era un vampiro. >>
Non riesco a smettere di piangere, non riesco a togliermi dalla mente quell'immagine. Ha detto che sono la ragazza alata. Non riesco proprio a capire.
<< Ti ha detto qualcos'altro il vampiro? >> mi chiede preoccupato.
<< Si. Mi ha detto che sta arrivando il momento e che sono la ragazza alata. >>
Ruben mi guarda preoccupato. Forse non sono semplici sogni come credo. E se fosse qualcosa di più?
<< Aria, ascoltami. >> dice mettendomi le mani sulle spalle << Non devi raccontare a nessuno questi sogni, a nessuno. >>
<< Ma che vuol dire? >> ho smesso di piangere.
<< Non raccontarli a nessuno, mai. Mai nella tua vita. Hai capito? >>
<< Ma perchè? >>
<< Ascoltami. A nessuno. Fidati di me. >>
<< Okay. >> rispondo.
<< Adesso vieni a mangiare, ti ho portato la cena. >>

La ragazza alataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora