Ultimi giorni- Parte 3

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La palestra pullula di gente. Una buona parte di tutta la comunità degli angeli è ammassata, pronta a combattere. Ogni protettore ha trovato un controllore da addestrare al meglio e si stanno dividendo in gruppi da venticinque angeli. Marcus, Anna e un'altra ragazza che non conosco sono a capo dei tre gruppi che si stanno formando.

Io sono alla soglia della porta, non riesco ad entrare. Non voglio vedere i volti delle persone che potrebbero morire per colpa mia. È più forte di me.

Ieri sera io e Ruben abbiamo litigato. Gli ho detto che non doveva andare in guerra, che io avrei parlato con Marcus e che si sarebbe aggiustato tutto, ma lui ha insistito. Mi ha detto che non è solo il mio ragazzo, è anche un angelo che è costretto a partecipare per obblighi morali. Alla fine abbiamo fatto pace perchè non voglio perdere nemmeno un minuto da passare con lui.

Sento delle voci familiari dal fondo del corridoio. Mi volto e vedo che Jago e Ariel stanno litigando. Cercano di parlare a bassa voce per non farsi sentire, ma io riesco a sentirli lo stesso.

<< Non puoi combattere! >> sta dicendo Jago << Ti rendi conto che sarebbe molto pericoloso per la tua salute? >>

<< Tu non rischi anche? Siamo nella stessa barca. >>

<< Ma non è lo stesso! Io non voglio perdervi. >>

<< Staremo bene! Andrà tutto bene, non succederà niente. >> risponde Ariel.

Non ho mai sentito Jago così preoccupato e Ariel così triste. C'è qualcosa che non va, qualcosa che non so.

Sento qualcuno toccarmi la spalla. Mi volto e vedo Ruben al mio fianco.

<< Stai bene? >> mi chiede preoccupato.

<< Si, benissimo. Che succede lì dentro? >>

<< I gruppi sono formati. Il gruppo guidato da Anna e il gruppo guidato da Susan si alleneranno in spiaggia, il gruppo di Marcus invece si allenerà qui. Volevo che fossi tu ad allenarmi, ma Marcus ha detto che non è possibile. Sono nel suo gruppo, adesso devo solo trovare un protettore disponibile.>>

<< Posso allenarti io. >> dice Jago arrivando vicino a me.

È stanco, ha delle occhiaie enormi, come se non avesse dormito tutta la notte. Ariel lo stesso.

<< Ariel mi ha detto che avresti aiutato lei. >> dice Ruben un po' confuso.

<< Infatti è così. >> dice Ariel seccata << Io ci sarò la prossima settimana, e questo è tutto. >>

Ariel e Jago si guardano con sguardi furenti. Stanno per litigare di brutto.

<< Voglio allenarmi. >> dice Ariel con tono così freddo da togliere il fiato.

È successo qualcosa, ne sono sicura. Jago sta per rispondere, ma Marcus si avvicina alla porta e dice che l'allenamento sta per iniziare.

Marcus è distrutto. Non mi sono resa conto di quanto lo ha distrutto la morte di mia madre.

<< Aria, se vuoi puoi rimanere a guardare. >> mi dice dopo che siamo rimasti da soli.

<< No, non me la sento. Credo che andrò a farmi un giro. >>

Mi volto verso il corridoio, pronta e felice di andarmene, ma prima che riesco a fare anche solo un passo Marcus mi afferra il braccio. Mi giro e lo guardo negli occhi. Ha lo sguardo afflitto.

<< Cosa c'è? >> chiedo.

Mi lascia andare il braccio e prende un taqquino dalla tasca interna della sua giacca. È un taqquino ricoperto da una stoffa di velluto viola e nella copertina, in fondo alla pagina a destra, c'è ricamato il mio nome con filo bianco.

La ragazza alataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora