L'ora della verità- Parte 3

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Mi sveglio di soprassalto. Per tutta la notte ho avuto incubi nonostante il potente sedativo che mi hanno dato ieri sera. Provo vergogna e paura di me stessa. Ho staccato la testa ad un vampiro! Si, lo so che noi combattiamo contro i vampiri eccetera, ma era comunque una persona! Da quando ho deciso di diventare protettore mi sono chiesta cosa avrei provato ad uccidere per la prima volta. E adesso lo so. E non ho ucciso solo un vampiro, ma quattro! Due sparati a sangue freddo, uno accoltellato e l'altro.... non voglio nemmeno pensarci.

E la cosa più grave è che adesso anche io sono un vampiro come loro, anche se solo in parte. Sono un mostro anche io.

Forse mi sentirei un po' meglio se Ruben fosse vicino a me, ma non c'è. Al mio risveglio sono sola. Forse è questo che merito, sono un mostro, la pena è stare da sola.

Sento qualcuno camminare nel corridoio. Mi metto seduta e asciugo le lacrime che mi bagnano il viso. Il dolore al fianco è sempre intenso, ma non è niente in confronto al dolore che sto provando psicologicamente.

Ripeto a me stessa che è solo un sogno, ma allora perchè la mia gola inizia a bruciare per la fame?

Jago entra nella stanza con una sacca di sangue tra le mani. Io cerco di non guardarlo.

Si siede vicino a me e io non lo guardo, non voglio vedere i suoi occhi pieni di terrore. Dolcemente con una mano gira il mio viso verso di lui e mi sorride. Non è terrorizzato, sembra stanco, molto stanco.

<< Non vuoi guardarmi? >> dice guardando i miei occhi << Che ti ho fatto di male? >>

<< Niente, non mi hai fatto niente. È che... >>

Mi blocco, non riesco a parlare. Cerco di trattenere le lacrime.

<< Che cosa? Parla Aria. >> dice con tono dolce.

<< Non volevo vedere i tuoi occhi. Ieri i tuoi occhi gridavano la parola terrore. Avevi paura di me, ed hai tutte le ragioni per esserlo. Hai un mostro come sorella. Niente male, no? >>

Adesso era impossibile trattenere le lacrime.

<< E cosa dirà la mamma? >> dico prima che possa aprir bocca << Le diremo che sua figlia ha ucciso una persona strappandole la testa a morsi? E magari, chissa, forse tra le quattro persone che ho ucciso c'era anche il padre di Lilia! >>

Jago posa la sacca di sangue sul comodino e mi abbraccia. Adesso lui non dice niente, mi stringe soltanto.

E quando sento il profumo del suo sangue caldo che gli scorre nelle vene mi rendo conto che non sono solo un mostro, sono una persona spregevole.

Lo spingo via e non lo guardo, cerco di togliere dalla mia mente il profumo inebriante del suo sangue.

Jago capisce quello che è successo e con dolcezza mette il tubicino alla sacca di sangue e me la porge. Mentre la prendo in mano lo guardo e in lui non c'è nemmeno un briciolo di terrore come avevo immaginato. C'è solo tristezza e affetto.

<< Forse sarebbe meglio non bere più sangue, chiudermi in una stanza e aspettare di morire. Sarebbe la cosa giusta da fare. >> dico guardando la sacca di sangue.

<< No! >> dice Jago con un po' di spavento << Non pensare una cosa del genere! Tu devi vivere! Non sei un mostro come credi, Marcus ti aiuterà sia con il problema del sangue e che con gli altri problemi. >>

<< Quali problemi? >> dico spaventata.

Adesso è lui che non mi guarda. Dice: << Tutti i tuoi sensi aumenteranno e per i primi tempi non saprai controllare la tua forza. Ma Marcus ti aiuterà, ti insegnerà ad eliminare questi problemi. >>

La ragazza alataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora