Innamorata- Parte 4

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Il tavolo degli iniziati è stranamente silenzioso. Io non posso fare altro che sorridere guardando Ruben. Sapere che lui non pretende più di un bacio da me mi ha reso rilassata e più consapevole. Abbiamo anche deciso che stasera annunciavamo il nostro fidanzamento, ma nessuno dei due trova le parole giuste per dirlo. Guardo tutti, perfino Ariel non parla. Questo è il momento giusto.
<< Io e Ruben ci siamo fidanzati. >> dico nel mezzo del silenzio.
Le loro facce sono memorabili. Ariel e Luna se lo aspettavano, ma David e Margaret non se lo aspettavano. Sono tutti molto felici, e molto stupiti. Dall'esterno Ruben non è molto socievole, ma io ho saputo vedere oltre la sua maschera di dolore che si porta dietro. Tutti ci fanno i complimenti. Guardo Ruben e non posso fare a meno di sorridere. Sta pensando a qualcosa, ma non ne sono sicura. Continuiamo a mangiare e io sono la ragazza più felice del mondo.
Dopo cena io e Ruben andiamo nella mia stanza. Ci stendiamo sul mio letto e appoggio la mia testa sul suo petto. Ho così tanti pensieri che mi passano per la testa, ma quello che mi sta assillando riguarda Ruben. E se un giorno non dovessi essere abbastanza per lui?
<< Stai pensando a quello di cui abbiamo parlato pomeriggio? >> dice accarezzandomi i capelli.
Forse non è il caso di dirgli quello che sto pensando, ma tra fidanzati non si dovrebbe dire tutto quello che si pensa?
<< Ho paura che un giorno non sarò più abbastanza per te. >> dico con voce insicura << Lo so che forse sto diventando un po ' paranoica ma io non ho mai avuto un ragazzo prima di adesso, e questo mi terrorizza. >>
Mi guarda e scoppia a ridere.
<< Sono così ridicola? > dico un po' arrabbiata.
<< No, rido perché sei sciocca. È per questo che mi sono innamorato di te. >>
Con una mano gli scompiglio tutti i suoi capelli biondi. Sorridiamo.
<< Che ne dici se stanotte ce la svignamo? >> dice dandomi un bacio sulla guancia.
<< E dove andiamo? >>
<< Andiamo a guardare le stelle. >>
<< Va bene, basta che non ci sia alcol di mezzo. >> dico ridendo.
<< Niente alcol. > >
Guardo l'orologio, senza che ce ne siamo resi conto sono già le venti e trenta.
<< Usciamo fra un'ora e mezza? >> dico guardandolo.
<< Va bene. Allora vado a farmi una doccia. >>
Fa come per alzarsi, quando io lo afferro e lo bacio.
<< Davvero vuoi andartene così subito? >> dico lasciando le sue labbra.
Fa cenno di no con la testa, così lo tiro verso di me e continuo a baciarlo con passione. E' stupefacente come tutte le sensazioni che un umano può provare siano amplificate. E' quasi impossibile staccarmi da lui, non ci riesco.
Mi sono innamorata. Mi sono innamorata e ancora non riesco a capire come sia successo.
<< Io invece mi chiedo se tu ti stancherai mai di me. >> dice accarezzandomi i capelli.
Gli accarezzo il viso con una mano, non posso fare a meno di sorridere.
<< Anche tu sei molto sciocco. >> rispondo, e continuo a baciarlo.
Dopo mezz'ora lo lascio andare in camera sua a farsi una doccia. Io faccio lo stesso, vado a farmi una doccia rinfrescante. Indosso un jeans e una magliettina con le bretelle. Mi chiedo se sia normale quello che provo per lui. Sentire un bisogno così forte per una persona non potrebbe altro che danneggiarmi. Credo di iniziare a capire perchè dopo più di trent'anni Ruben ancora soffre per la madre di suo figlio.
Mi siedo sul letto e rileggo gli appunti che ho preso nella lunga ma interessante lezione di pomeriggio. Mi chiedo chi possa essere la ragazza alata, Marcus ha detto che la sua data di nascita dovrebbe appartenere agli ultimi cinquant'anni. Non posso fare a meno di pensare che se il male sparisse da questo mondo gli angeli non avrebbero ragione di esistere e così potrebbero tornare ad essere tutti semplici umani e scordare le ali che hanno sulle spalle. Quanto vorrei ad avere di nuovo una vita normale, stare con mia madre, avere Ruben come fidanzato umano, andare a scuola assieme, rivedere Cat e parlare con Ariel nella mia stanza. Però ringrazio di essermi trasformata, non avrei incontrato Ruben se non fossi venuta a vivere qui.
Accendo la televisione e metto l'indirizzo di casa mia. Tutte le luci sono spente, tutto chiuso a chiave. Non capisco perchè non sia a casa, ma poi ricordo che doveva partire per un viaggio di lavoro di due giorni. Sposto l'inquadratura nella mia stanza e vedo che la finestra è chiusa ma non a chiave. Forse potrei tornare a casa mia a prendere delle cose, non sarebbe andare contro le regole, non c'è nessun umano in casa. Desidero respirare anche solo per una volta il profumo di casa mia, della mia stanza. Spero che Ruben mi permetterà di farlo visto che, oltre a mio fidanzato, è anche il mio tutore.
Guardo l'orologio, sono le ventidue meno cinque, fra poco Ruben dovrebbe essere qui. Mi trucco leggermente e cerco di pensare a qualcosa che non sia Ruben e che non sia mia madre. Mi accorgo che Ariel non si è fatta vedere. Adesso starà morendo dalla curiosità di sapere cosa stiamo facendo io e suo fratello. Quando penso alla parola "fratello" mi viene un pensiero veloce in mente, anche io ho un fratello, anche se non l'ho mai conosciuto e non so nemmeno come si chiama. Devo andare a casa mia e devo prendere la foto di mio fratello, forse riuscirò a trovarlo e... non lo so. Voglio solamente conoscerlo, voglio sentire com'è la sua voce, voglio capire com'è il suo carattere, se è un po' scontroso e impulsivo come mio padre o dolce e gentile come mia madre. Non penso di creare un rapporto con lui, ma almeno voglio conoscerlo. Forse Ruben può aiutarmi a trovarlo, forse l'ho già visto in questi corridoi o alla festa e non sapevo che era lui. Mi chiedo se sappia di avere una sorella minore. Forse no, sono nata dopo due anni della sua trasformazione. Ruben bussa alla porta e io vado ad aprirgli.
<< Andiamo? >> dice a bassa voce.
Rispondo di si, prendo la borsettina e chiudo la porta a chiave. Camminiamo silenziosamente nel corridoio, ci sono solamente poche persone in giro. Appena arriviamo alla sala d'atterraggio Ruben apre il portone e velocemente voliamo, meno gente ci vede meglio è, da quanto ho capito la sera gli angeli possono uscire a gruppetti per evitare di essere uccisi dai vampiri.
Usiamo dal portale e ci sediamo sopra la solita nuvola.
<< Ruben, mi accompagneresti a casa mia? O meglio, quella di mia madre? >>
<< Ma sei pazza? Gli umani non possono vedere gli angeli, e non importa se sono loro parenti. >>
<< No, mia madre è partita per un viaggio di lavoro, ho guardato attraverso il televisore della mia camera, la casa è chiusa a chiave tranne la finestra della mia stanza. >>
<< Non si può fare. >> risponde con tono severo.
<< Ti prego! Fallo per me! >> dico cercando di fare gli occhietti dolci. << Ci vorrà solo un minuto, il tempo di prendere una cosa importante e poi andiamo via. Ti prego. >>
Guardo la sua espressione, non sa che fare. Alla fine mi dice di andare. Io gli butto le braccia al collo e lo bacio. Se non ci fosse il pensiero di poter tornare a casa mia non mi sarei staccata dalle sue labbra.
Voliamo ad alta quota mano per la mano. La città è stupenda di notte. Non guardo nemmeno la strada, mi perdo nei suoi occhi.
Arriviamo dopo qualche minuto sopra casa mia. Atterriamo sul tetto e lentamente scendiamo verso la finestra della mia stanza. Un attimo prima di aprire la finestra ripenso alla mia trasformazione, al sangue nelle mie lenzuola. Rabbrividisco.
<< Tutto bene? >> mi chiede Ruben appoggiandomi una mano sulla spalla.
Annuisco e apro la finestra.
Come di programma sbatto la faccia per terra, e provo invidia quando vedo entrare Ruben con molta grazia. Ancora ride per la mia caduta.
Accendo la luce e mi guardo intorno. Mia madre ha cambiato le lenzuola e ha tolto i vestiti sporchi da sopra la sedia della mia scrivania. Con una mano sfioro il legno della scrivania e, senza rendermene conto, una lacrima mi scorre nel viso. Ruben se ne accorge, viene dietro di me, mi stringe tra le sue braccia e con una mano mi asciuga la lacrima. Gli appoggio le mani sulle sue, mi rendo conto solo adesso di quanto siano grandi e sottili.
<< Se vuoi prendere qualcosa prendila, basta che nascondi tutto bene. >> dice prima di darmi un
bacio sulla guancia e di lasciarmi andare.
Non voglio prendere niente, mi farebbe solamente rattristare. Devo prendere però la foto di mio fratello che mia madre conserva gelosamente nel primo cassetto del suo comodino. Faccio segno a Ruben di seguirmi, apro la porta e vado nella stanza di mia madre. La sua stanza è accanto alla mia. Apro la porta, accendo la luce e sobbalzo dalla paura.
<< Mamma! >> dico sorpresa. Sento il corpo di Ruben irrigidirsi.
E' seduta sul letto, immobile, mi stava aspettando.
<< Avevi detto che non c'era, perchè mi hai mentito? >> urla arrabbiato Ruben al mio orecchio.
Io ne ero sicura, avevo guardato tutta la casa tranne... il sottoscala.
<< Non ti ha mentito. >> dice mia madre << E' stato uno stratagemma, mi sono nascosta nel sottoscala sperando che Aria si ricordasse che dovevo partire. Dovevo vederla. >>
Il corpo di Ruben si rilassa.
Corro verso mia madre e l'abbraccio. Sento le sue mani sulle piume delle mie ali.
Mi stacco da lei e mia madre e Ruben si osservano.
<< Tu sei Virginia vero? >> dice Ruben facendo un passo avanti.
<< E tu sei Ruben. >>
Si avvicinano e si abbracciano. Io indietreggio senza capirci niente.
<< Qualcuno mi può spiegare che sta succedendo? Perchè vi conoscete? >>
Mia madre si stacca dalle braccia del mio ragazzo e dice: << Ci conosciamo da molto tempo. Io ero la migliore amica di Natalie prima che si trasformasse. >>
Li guardo e mi rendo conto di quanti anni abbia realmente Ruben. Mi sono innamorata di uno che potrebbe essere mio padre! Ma un uomo ultracinquantenne non potrebbe essere così bello come lui. Mi avvicino a Ruben per consolarlo, appena ha sentito il nome della sua ex ragazza si è rattristito. Gli appoggio un braccio sulla sua schiena e cerco di sorridere. Credo di sentirmi un tantino gelosa di Natalie, anche se questo è completamente insensato.
Ci guardiamo negli occhi e sorridiamo, poi Ruben dice: << Adesso io e tua figlia stiamo assieme.>>
Mia madre rimane a bocca aperta, non sa che dire. Alla fine, dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante dice che va bene per lei. Non voglio stare più in questa casa, credo che potrei piangere da un momento all'altro. << Mamma, mi serve la foto di mio fratello, voglio cercarlo, sarebbe bello trovarlo. >> dico staccandomi da Ruben. Mia madre si avvicina al comodino e mi porge la foto di mio fratello. La osservo ed ho come la sensazione di averlo visto. Ci penso bene, ma non mi viene in mente niente. Porgo la foto a Ruben, forse lui lo conosce, e dopo qualche secondo mi dice: << Lo hai già visto, è il nuovo pretendente di mia sorella, quello che abbiamo sostituito all'orologio. >>
Ci penso un'attimo. Jago.
Non ci posso credere. Quel ragazzo che non sono riuscita nemmeno a vedere com'è fatto, quel ragazzo che ci ha solamente salutati. Scoppio a ridere senza sapere nemmeno il perchè.

La ragazza alataWhere stories live. Discover now