Ultimi giorni- Parte 2

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Ci sediamo al nostro solito posto e guardo Marcus. È seduto al mio fianco, i suoi occhi guardano me e Ruben. So cosa vuol dire la sua espressione. Mi sta chiedendo: "Lo sa?"

Come ho fatto io, lui capisce la risposta dal mio sguardo.

Iniziamo a mangiare e ad un tratto un ragazzo sale su un tavolo e richiama l'attenzione di tutti. Da quanto ne so nessuno aveva mai fatto una cosa del genere.

Il ragazzo osserva me e Marcus e inizia a parlare: << Chiedo scusa in anticipo per il mio gesto, ma dovevo farlo. Stamattina io avevo il turno per la pulizia dell'ufficio del governatore e ho trovato per sbaglio una lettera sotto una pila dei libri. Non sono un curiosone, non l'avrei letta se non fosse stata scritta da John Miller. Ho letto ogni parola della lettera e ho capito cosa succederà adesso. Mi è tornato in mente il discorso di Aria e ho capito. Non possiamo permetterlo. >>

Il ragazzo mi guarda dritto negli occhi e continua: << Tu hai fatto moltissimo per noi, grazie a te la nostra vita è più piacevole. Permettici di aiutarti. Ho fatto spargere la voce tra gli angeli, tutti in questa sala sanno cosa succederà fra sette giorni. Vogliamo combattere al tuo fianco. >>

Senza nemmeno pensarci salto sul tavolo e dico: << No! Io non voglio questo! Sarebbe tutto inutile! Io morirò comunque, perchè dovrei permettere che altre persone innocenti muoiano con me? >>

<< Sappiamo che morirai comunque, >> continua il ragazzo << ma noi possiamo aiutarti! Sono una tribù di cento vampiri, credi che riuscirai a sottrarti a tutti i loro colpi? Morirai prima di compiere il tuo compito, e in questo modo la tua morte sarà sprecata e a quel punto i vampiri ci uccideranno uno ad uno. Hai ragione, siamo esseri umani, ma siamo anche guerrieri, siamo stati creati per questo. Vogliamo combattere al tuo fianco. >>

Guardo Marcus sotto di me. Ha le mani strette in pugno così forte che le nocche sono bianche. Non voglio guardare le espressioni degli altri, devo essere lucida.

<< Sarà una guerra sanguinosa. >> dico dopo qualche secondo di assoluto silenzio << Non voglio che qualcuno muoia per difendermi. >>

Il ragazzo apre la bocca per replicare, ma viene bloccato da Marcus. Adesso è in piedi, vicino a me, con sguardo serio.

<< Tutti i protettori e i controllori formeranno il nostro esercito, gli altri si occuperanno del centro di controllo. >> dice con tono serio.

Mi volto e lo guardo. Non può farlo, non deve.

<< Domani mattina alle nove ci incontreremo tutti nella palestra centrale, per poi dividerci in gruppi misti. I protettori insegneranno ai controllori a combattere. Abbiamo solo una settimana, dobbiamo prepararci. >>

Marcus scende dal tavolo e mi tira giù senza la minima delicatezza. Non so se è arrabbiato, o triste o non so cosa.

<< Ma mi spieghi cosa ti è saltato in testa! >> urlo a Marcus.

Siamo in piedi, uno di fronte all'altra.

<< Cosa dovevo fare! Lo hanno scoperto, vogliono combattere e hanno ragione. >>

<< Ma non potevi nascondere la lettera un po' meglio? >> dico sentendo la rabbia aumentare <<Solo io devo morire! Non persone innocenti! >>

Ariel si alza, mi raggiunge e mi mette una mano sulla spalla.

<< Calmati. >> sussurra << Il tuo tatuaggio sta impazzendo. >>

Abbasso lo sguardo. Attraverso la cannottiera bianca si vede la piuma cambiare colore ogni secondo. Un attimo prima la piuma è nera, l'attimo dopo è rossa, l'attimo dopo è bianca per poi ricominciare. Sento i canini pronti ad uscire dalle gengive.

Mi guardo intorno spaesata. In questo momento ho voglia di spaccare tutto.

Mi porto una mano alla testa e cerco di respirare profondamente. I miei incubi stanno per diventare reali. I corpi di Ruben, di Ariel, di Jago... è troppo per me.

Corro via e un attimo dopo mi ritrovo nel corridoio. Ho bisogno di smaltire un po' di rabbia, so dove andare.

Continuo a correre fino a quando non mi ritrovo nella palestra. Entro e mi dirigo subito verso il sacco da boxe. Inizio a dare pugni e calci all'impazzata, fino a quando il sacco non cade in mille pezzi. Sono confusa, non riesco a controllare bene la forza. Mi rendo conto che spaccare tutto non servirà a niente, così salgo le scalette e mi siedo al centro della trave con le gambe che penzolano nel vuoto. Le immagini dei miei incubi invadono la mia mente e non riesco a fare a meno di pensare che sarebbe solo colpa mia se qualcuno perdesse la vita nella battaglia.

Sento qualcuno camminare nel corridoio, trattengo il fiato per non farmi sentire. Riconosco la chioma castana, è Marcus.

Alza lo sguardo verso di me e dice: << Possiamo parlare? >>

Annuisco e in poco tempo è seduto vicino a me. Non ci guardiamo, guardiamo entrambi il muro di fronte a noi.

<< Avrei dovuto parlarne con te prima di prendere qualunque decisione, dimentico che adesso tu hai più potere decisionale di me. >> dice.

<< Non sono arrabbiata perchè non mi hai chiesto il permesso, non voglio che qualcuno muoia. Questa è la mia missione, sono stata creata per questo. >>

Ci guardiamo negli occhi e dice: << Sai perchè hanno preso questa scelta? >>

<< Perchè sono anni che hanno in testa che sono guerrieri. >> dico un po' dubbiosa.

<< No, non è per questo. Il ragazzo che ha preso la parola ha perso la fidanzata duecento anni fa perchè una vampira le ha spezzato il collo davanti a lui. La ragazza che porta il pranzo ha perso la madre naturale per colpa di un vampiro, la cuoca non può più volare bene perchè un vampiro le ha rotto un'ala. Tutti abbiamo qualcosa per cui vendicarci. >>

Da come parla, vedo dolore nei suoi occhi.

<< Tu per cosa vuoi vendicarti? >> dico guardandolo.

Lui si gira, torna a guardare il muro e continua: << E' una lista abbastanza corposa. La mia migliore amica Sarah, eravamo amici da quatrocento anni, mio padre, mia madre e... >>

Non riesce a trattenere le lacrime. Gli accarezzo una spalla e dico: << E mia madre. >>

<< Lei è stata... non so come spiegarlo. Virginia era stupenda, sapeva sempre come rendermi felice. Aveva un sorriso per chiunque. È stata la persona che ho più amato in vita mia. >>

Mi avvicino a lui e lo stringo tra le mie braccia.

<< Mi dispiace. >> sussurro al suo orecchio << Non ti ho nemmeno chiesto come stavi. A volte dimentico che non sono io l'unica persona che amava con tutto il cuore mia madre. >>

<< Io non posso perdere anche te. >>

I miei occhi si riempiono di lacrime. In questo momento vorrei dirgli "Stai tranquillo, non mi perderai, tua figlia starà sempre al tuo fianco.", ma non posso farlo.

Solo una frase mi viene in mente da dire adesso.

<< La tua vita può essere ancora bella. >> sussurro e lui sorride.

Ci stacchiamo, lo guardo negli occhi e dico: << Lo penso sul serio. Quando non sarò più al tuo fianco, cerca di ricordarlo. >>

Anche lui si dimenticherà di me, perchè è giusto così. Lilia cancellerà la memoria anche a lui come farà con Ruben, con Jago, con Ariel e con Cat. È questo che voglio.


La ragazza alataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora