Capitolo 39

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Erano passati due giorni dalla nascita delle gemelle; Harry aveva acquistato più dimestichezza nel prenderle in braccio, ora non andava in crisi o si faceva mille paranoie, era una cosa che gli veniva spontanea. Avvicinarsi alle cullette e prendere una delle due gemelle, iniziava a cullarla, baciarle tutto il visetto piccolo, viso che era uguale al suo, e passava ore a coccolarle, alternandosi per dedicare la stessa attenzione ad entrambe. Louis invece era stato molto più sciolto di lui, forse perché aveva quel legame speciale con le bambine, forse perché per quasi nove mesi erano state dentro di lui, forse era l'istinto materno.

Quel pomeriggio Harry aveva organizzato tutto, volevo chiedere, finalmente, a Louis di fare il passo successivo. Si sentiva pronto. Era andato da Mark quella mattina, e come nelle vecchie tradizioni, aveva chiesto a Mark la mano di Louis. E dire che Mark aveva subito acconsentito, anche molto divertito da quella situazione, era un eufemismo. Così Harry si era armato di coraggio, aveva preso quel cofanetto di velluto che aveva da mesi e si era recato da Louis.

Appena entrato in camera la visione dei suoi tre angeli, gli riempì subito il cuore d'amore, gioia, felicità, non lo sapeva neanche più lui a quella vista quale di tutte queste emozioni prevaleva. Louis era disteso, Hayden sulla sua spalla e Thalita distesa al suo fianco. Dormivano tutti e tre beatamente. Harry sorrise e si avvicinò, prendendo la piccola Hayden, che sembrava non riuscire ad acquistare peso, e la posò nella culletta con il suo nome, lascio un bacio sulla sua fronte e la copri, prima di fare la stessa cosa con Thalita. Si riavvicinò a Louis, e posò un dolce bacio anche sulla sua fronte, svegliandolo. Il più piccolo si mosse,e andò subito nel panico non sentendo le bambine vicine a lui.

«Amore, calma sono nelle cullette» lo rassicurò subito Harry.

Louis annuì e si poggiò di nuovo sul letto. «Sei venuto tardi oggi» gli fece notare, sbadigliando e facendogli posto sul letto.

Harry si mise subito al suo fianco e se lo tirò addosso, iniziando a giocherellare con i suoi capelli e mordendosi un labbro non sapendo come intavolare quel discorso.

«Allora? Mi dici che hai fatto stamattina per essere arrivato così tardi» disse Louis, rompendo il silenzio che si era creato in camera ed attirando l'attenzione di Harry su di lui.

«I-io dovevo fare una cosa, tra poco ti dirò...ora dammi un bacio, amore mio»

E così facendo gli alzò il mento con due dita e lo baciò,Louis mise le mani ne suoi capelli e lo tirò verso il suo corpo, ed Harry si lasciò guidare, senza mai obbiettare, ma stando solo attento a non toccare la pancia del più piccolo, che per via dei punti gli faceva ancora male e sussultava ogni qual volta qualcuno lo toccasse lì.

«Allora, come ti senti?» gli chiese ancora Harry, per cercare di radunare più coraggio possibile.

«Secondo te,è normale che io mi senta ancora stanchissimo? Che abbia un sonno allucinante?» domandò Louis, sbadigliando e muovendosi per trovare la giusta posizione per dormire.

Harry ridacchiò prima di mettersi con la schiena sulla testiera del letto, lasciando che il più piccolo si accoccolasse sul fianco accanto a lui, sospirando soddisfatto.

«Certo che è normale. Vedrai che con il passare dei giorni starai meglio e devi mangiare, chiaro?»

«Sto mangiando» mugugnò ad occhi chiusi.

«Ancora poco, o per la maggior parte nulla. Lo dico per te, ti voglio informa» gli sussurrò Harry, baciandogli i capelli.

«Stai già pensando a come scoparmi quando uscirò di qui?» sussurra ridacchiando.

Harry si lasciò andare ad una risata fragorosa, attirando anche di più Louis a se.

«Noi facciamo l'amore,Lou» puntualizzò il riccio, intrecciando poi le loro mani.

Lost Angels || Larry Stylinson.Where stories live. Discover now