Capitolo 14

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Tutta l'euforia iniziale, era scemata nel parcheggio dell'area di servizio. Il resto del viaggio continuò senza più soste, niente musica, niente domande. Niente di niente. Ognuno perso nei pensieri propri.

Harry nella sua macchina, non aveva rivolto la parola a Hope, e neanche alle ragazze, che preoccupate gli chiedevano come stesse. Era furioso, aveva i nervi a pezzi. Gli avevano nascosto tutto questo, lui aveva il diritto di sapere.

Louis invece nell'altra macchina, stava pensando a come sviare eventuali domande da parte di Harry. Sapeva che Harry aveva capito tutto, glielo aveva letto negli occhi. E stava maledicendo Liam per la sua lingua lunga.

Liam nell'altra auto continuava a farneticare che a breve sarebbe successo il fini mondo, che Harry sapeva e che se Louis non gli avrebbe dato la conferma, il riccio avrebbe dato di matto.

Appena arrivati, ognuno di loro scese dalla macchina sbattendo le portiere. Si guardarono furiosi uno con l'altro.

«Cos'è la giornata, sbattiamo la portiera più forte?» chiese Zayn, cercando in qualche modo di smorzare la tensione.

Louis senza dire nulla lo sorpassò e si avviò dentro il piccolo boschetto, ed Harry senza pensarci lo seguì. Will e Hope fecero per seguirli ma vennero subito bloccati.

«Devono parlare da soli» disse NIall.

«Fatti i cazzi tuoi,biondo» sputò Hope, cercando di andare.

«Ehi,stronzetta sta ferma li, oppure ti cavo quei cazzo di occhi» Mona difese subito Niall, avvicinandosi alla ragazza per fronteggiarla.

«Dio, perché sono venuta» e sbuffando si chiuse nella macchina.

«Me lo chiedo anche io» mormorò Luce.

Louis camminava a passo svelto, per allontanarsi dai ragazzi. Sentiva dietro di lui i passi furiosi di Harry, e questo non fece altro che fargli aumentare il passo. Il riccio stava cercando di calmarsi, ti placare la furia che sentiva dentro di se, voleva evitare altri errori. Stava pensando a come mettere Louis all'angolo, doveva farlo, doveva sapere ne aveva il diritto.

«Fermati e parliamo da persone mature» urlò,per farsi sentire.

«Tu non sei maturo, quindi non possiamo avere questa conversazione»

«Smettila di fare lo stronzo»

Avanzò il passo per raggiungerlo, una volta vicino bloccò Louis contro un albero. Louis alzò gli occhi ed incontrò quelli di Harry. Si guardarono negli occhi, e i loro occhi si persero in quello sguardo. Potevano restare lontani quanto volevano loro, ma i loro occhi si sarebbero sempre cercati tra la folla, per poi trovarsi e incastrarsi come attratti da un magnetismo. Louis poggiò una mano sul petto di Harry, con l'intendo di allontanarlo da lui. Solo la vicinanza di quel corpo che un tempo bramava, gli metteva agitazione. Ricordava ancora quel pomeriggio, e solo il tocco di Harry gli metteva paura. Nonostante il suo corpo ogni volta lo tradiva cedendo alla presenza del riccio.

«Aspetti un bambino?» gli chiese senza mezzi termine, mentre poggiava una mano sulla pancia .

Quella domanda, che sapeva che il riccio gli avrebbe posto, e quel contatto diretto con la sua pancia, con il suo bambino gli mozzò il fiato e il suo corpo si irrigidì. Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi, non voleva farsi fregare da Harry.

«Non è affar tuo» sibilò tra i denti, mentre con una mano spostava quella di Harry.

«Lo è invece. È mio figlio» gli urlò contro.

«No,è mio» gli urlò di rimando.

Louis spinse Harry e si spostò dalla sua presa. Cercò di andare via, allontanarsi come sempre da Harry. Ma fu un tentativo invano. Harry lo bloccò, non aveva intenzione di lasciare quell'argomento a metà.

Lost Angels || Larry Stylinson.Where stories live. Discover now