Capitolo 7

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Abby Pov's
Erano passati 2 giorni e io stavo tornando a casa dall'ospedale, char (charlotte) si era offerta di rimanere da me a dormire e non faceva altro che chiedermi ogni due minuti se stavo bene... Stavo entrando in casa quando il mio telefono squilló era Logan. In questi giorni non faceva altro che preoccuparsi per me. Era adorabile.
-Ehi Logan. -risposi trattendomi dal ridere come una scolaretta, charl mi guardava e alzava gli occhi al cielo.
-Ehi abby, volevo sapere come stavi e se eri arrivata a casa. Ah e sta sera ti va di uscire? Che sei stata fin troppo tenpo senza uscire, e se vuoi puoi invitare char verra anche elliot il mio migliore amico.- mi chiese lui con speranza.
-certo che mi va bene, vi aspettiamo verso le 21:30 okey?- risposi io sorridendo, dopo aver deciso il programma della serata ci salutammo e riattacai.
Charlotte per tutto il pomeriggio mi prese in giro per il mio atteggiamento al telefono..
-Ehi Logan- continuava a ripetere cercando di fare la mia voce, per poi finire a ridere come una matta insieme a lei, -Non parlo cosi stronza-
Risposi io lanciandogli un cuscino e continuando a ridere.
Mi venne in mente subito da chiedergli - beh ma con questo elliot mi devi dire qualcosa?- feci un ghigno e cercai di far finta di non sapere. Logan mi aveva raccontato tutto e io lui non smettavamo di ridere quando mi raccontò della chiamata.
Vidi la mia migliore amica, diventare rossa in viso dall'imbarazzo e ormai non ce la facevo più a trattenermi dal ridere, e scoppiai subito dopo seguendomi anche lei con le lacrime agli occhi dalle risate.

Erano le 21:26

Io e charl eravamo pronte e lei era sempre stupenda. Aveva i capelli lunghi e mossi raccolti da lato e aveva un vestitino rosso semplice che le arrivava neanche a metà coscia le fasciava il fisico perfetto. Io al contrario avevo un vestito nero di pizzo con le maniche a tre quarti corto davanti altrettanto come il suo e i capelli lisci che mi arrivavano fino al sedere. Avevamo tacchi altissimi tutte e due neri. Charl corse subito ad aprire alla porta quando sentemmo il campanello. Gli occhi di elliott erano tutti su di lei, era imbarazzante vederli guardarsi cosi, a momenti si scopavano con gli occhi..
E poi ci fu il mio cavaliere. Logan in tutta la sua bellezza. I capelli corti con il ciuffo lungo che quasi ricadeva sul viso perfetto, quei due occhi verdi che fino a pochi secondi fa mi cercarono, appena mi trovarono mi mangiarono. Era più alto di me ed indossava dei jeans stretti e una camicia che faceva risaltare le sue spalle e i suoi muscoli, dal colletto della camicia blu si intravedeva l'inizio del suo tatuaggio che finiva fino alla mano sinistra. Mi accarezzo il viso e mi prese per la mano andando insieme agli altri verso la macchina.

Logan Pov's
-Coglione non mi smerdare davanti a abby sta sera. Capito?- dissi all'idiota del mio migliore amico elliot.
Lui divertito sbuffò e mi rispose -Non ti prometto nulla femminuccia. Pensa ad accelerare che voglio vedere char, su su.- rispose elliot facendo il finto serio.
Eravamo in macchina e stavamo andando a prendere abby e char. Sta sera mi sarei messo in gioco davvero. Dopo l'altra sera, quando lei mi sussurrò quelle teneri parole prima di addormentarsi in ospedale mi paralizzai. E con lei non potevo fare lo stronzo. Non era come le altre. Lei era speciale e come tale l'avrei trattata cosi. A momenti non mi riconoscevo più... neanche una settimana che la conosco e quando la vedo tutto non conta più un cazzo, neanche delle altre puttane e di tutta l'altra merda.
Scendemmo dalla macchina appena arrivati a casa di abby, più che casa una villa ma va beh..
Elliot bussò appena si aprì la porta vide charl che se la scopava con gli occhi. Io andai in cerca con il mio sguardo e appena la vidi, realizzai che una ragazza bella e vera come lei non ne avevo mai viste. Mi preoccupai guardandola vestita così, sarei dovuto stare attaccato a lei per tutta la sera, anche se non mi dispiaceva affatto. Mi avvicinai a lei per salutarla e dopo che chiuse la porta seguimmo gli altri verso la macchina.

Per tutto il viaggio in macchina non facevo altro che guardarla, elliot era dietro con charl e abby era davanti con me mentre guidavo, ora che era seduta aveva il vestito tirato ancora più su e quelle sue gambe lunghe non facevano altro che far venire pensieri poco casti nella mia mente. Cercai di recuperare la mia lucidità e mi girai un ultima volta per guardarla questa volta mi guardava anche lei e mi sorrideva.

Abby Pov's
Logan non faceva altro che guardarmi. E non potevo far altro che esserne contenta e soddisfatta. Avevo voglia di musica, accesi lo sterio in macchina e setacciai qualche canale radio finche non trovai una canzone decente e abbastanza ritmata iniziai a ballare come una scema sul posto mentre gli altri ridevano e mi prendevano in giro e Logan mentre guidava cercava di non scoppiare a ridere.
Finalmente arrivamo al pub. La fila era lunghissima e anche l'attesa. Mi sostenei al corpo di Logan per non cadere mentre camminavamo e superammo la fila seguendo elliot che ci vece entrare dopo aver salutato i buttafuori.
Questo era uno dei pub più famosi qui a los angels, era grande il locale ed era bellissimo, quella sera come dj c'era steve aoki. La gente che imballava il posto si dimenava, invece noi 4 eravamo in una saletta privata per i fumatori con alcool a volontà a spaparanzarsi sui divanetti. Da quello che ho capito il proprietario e lo zio di elliot quindi si spiegano molte cose...

Presi il mio pacchetto di sigarette e me ne accesi una. Logan e io ci scambiammo uno sguardo strano, lui era un po sorpreso forse perche non credeva io fumassi?
Mentre elliot e charl non facevano altro che palparsi e limonare io mi girai per dire una cosa a Logan che era preso a finire il suo bicchiere ormai vuoto.
"Sai ti volevo ringraziare.. in questi giorni da panico ti sei preso cura di me e mi sei stato affianco nonostante non mi conoscessi a fatto." Gli dissi tutto d'un fiato spegnendo la sigaretta nel posacenere con foga.

"Abby per me è stato solo un piacere prendermi cura di te. È da un po che vorrei farti una domanda, ma ora non te la faccio. Ora andiamo a ballare. Ne parleremo più tardi."mi disse prendendomi la mano e facendomi alzare per andare in pista.

You are my medicine. (In revisione)Where stories live. Discover now