Capitolo XVII *Quando un ragazzo ti offre da bere*

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-Come stai?-

-Bene- risposi stringendo le labbra ed annuendo. Presi a tormentarmi le mani e a guardarmi intorno. Eravamo soli, potevo parlargli, nessuno ci stava prestando attenzione, nessuno ci stava interrompendo. Controllai Passiflora, ma sembrava talmente presa a registrare ogni singola espressione facciale di Scorpius che sarebbe stato inutile preoccuparsi di lei.

-Dov'è Camille?- chiesi scrutando la sala con gli occhi, alla ricerca della tipa. Lui scosse le spalle. Per parlargli dovevo essere sicura che quella non sbucasse fuori da un momento all'altro.

-Devo averla seminata, credo-

-Questo significa che potrebbe apparire da un momento all'altro- la mia voce era scontenta.

-Immagino di sì- mi guardò ed io girai lo sguardo scocciata, sebbene non lo guardassi, lo sentii sbuffare. 
–Andiamo Domi, ne abbiamo già parlato, l'idea è stata tua-

-Mi sembra che tu ci stia prendendo gusto- dissi piatta.

-Preferirei stare con te- mi afferrò la mano spingendomi a guardarlo negli occhi –Lo sai quanto mi costa trattenermi dal prenderti qui ed ora- nonostante avvertissi la verità delle sue parole, non riuscii a calmare l'irritazione. Un conto era farsi vedere ogni tanto con qualcuno, ben altra cosa era farci coppia fissa.

-Crede che un giorno ti sposerà- abbaiai in risposta.

-Si sbaglia- disse deciso, la sua mano finì sulla mia guancia e l'accarezzò, posi la mia mano sopra, senza impedirgli i movimenti –Sposerei te, anche subito, se fosse possibile- un lampo di dolcezza attraversò i suoi occhi, ed io non riuscii a fare a meno di ammorbidirmi.

-Ti amo così tanto..- sussurrò avvicinandosi.

-James..- lo rimproverai poco convintamente, abbassando il viso. Lui posò la fronte contro la mia ed entrambi sospirammo. Forse quello era il momento giusto.

-James, eccoti! Finalmente ti ho trovato!- la voce di Camille ci interruppe, portandoci via dalla bolla di perfetta intimità che si era creata tra noi. entrambi ci ritraemmo subito. Prese posto sul bracciolo della poltrona di James.

-Siete così affiatati. Sarei gelosa se non fosse che siete cugini- ridacchiò lei, commentando il modo in cui ci aveva trovati, mentre spettinava i capelli di James con un gesto affettuoso.

-Ci vogliamo molto bene- disse James composto. E lei sorrise intenerita.

-Oh, si capisce. Però, permettetemi- quella volta non era riuscita a mascherare perfettamente il fastidio nella voce, ed io sorrisi, finalmente la maschera di perfetta compostezza si stava incrinando
–Non siete più due bambini. Forse è tempo di staccarsi un po'. Io e te abbiamo bisogno della nostra intimità James, e Domi .. – mi gettò un'occhiata fintamente affettata –beh lei ha bisogno di un fidanzato vero ormai!- il mio sguardo si indurì mentre Camille scivolava sulle gambe del MIO FIDANZATO.

-Non mi avevi detto che eravate fidanzati- osservai, senza neanche sforzarmi di trattenere l'indignazione.

-Oh, non è ufficiale ancora, vero Jamie?- strinsi i braccioli, odiavo il modo in cui si intrometteva, la mia domanda non era rivolta a lei e James, se ben ricordavo, era ancora dotato della parola.

-Adesso basta parlare di questo Camille- intervenne lui –Domi sta poco bene-

-Ti preoccupi sempre troppo per lei- commentò quella, ormai era chiaro per entrambe che non ci sopportavamo, il giochetto della cortesia affettata era finito. Almeno, notai, che ero riuscita ad esasperarla. Magra consolazione.

-Certo che si preoccupa sono sua cugina!-

-Ed io la sua fidanzata, dovresti ricordartene-

-Ah, bella fidanzata! Vi siete mai baciati?- quella mi guardò inviperita prima di rispondere –Non sono affari tuoi- ormai i nostri sguardi saettavano. Fortunatamente, data la confusione nella sala, nessuno sembrava essersi accorto del battibecco in corso. Controllai che Passiflora fosse ancora intenta nelle sue occupazioni, non la trovai.

A piccoli passi verso il destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora