21 - Inverno e Primavera

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Tu saprai essere la sua primavera

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Tu saprai essere la sua primavera.

-M.

23:04

Me:

Adam, richiamami.

01:32

Me:

Per favore.

Due giorni di silenzio.

Quattro da quando Damian ha fatto perdere le sue tracce.

E tutto per colpa mia.

Poso il libro sul tavolino esterno, un romanzo di cui non sono riuscita a leggere davvero neanche una pagina. Le parole si contorcevano l'una contro l'altra, in tempesta come le arterie che si buttano nel mio petto.

Mi chiudo nella coperta, le stelle mi fissano. In queste sere, più sole che mai.

Eravate troppo piena di vita e troppo reale; ed io fui tanto codardo da preferire le ombre.

Notte dopo notte, mi ripeto le uniche parole con cui mi ha lasciato, quelle di Ashley Wikles.

Pensa che sia stato un codardo ad andarsene, e io vorrei credere che sia davvero così, vorrei odiarlo per ogni volta che si è allontanato. Vorrei detestarlo per essersi preso un pezzo della mia anima, che si è sedimentata in quelle iridi verdi. Ma non è così. Le parole di cui siamo stati fatti per settimane non mi permettono di pensare che lo sia.

L'unica codarda, ora, sono io.

Incapace di richiamarlo ancora una volta, di credere che mi risponderà.

***

Piccoli spilli colpiscono la mia pelle. Un gelo fatto di foschia e umidità tramortisce i miei sensi, li travolge, risale fino alla mia gola, che sembra iniziare a soffocare. Le mie mani cercano di muoversi, gli occhi iniziano a bruciare, come fiamme potenti che lottano con il freddo, finché le mie dita non incontrano qualcosa di... morbido.

Mi risveglio dall'incubo che mi stava inghiottendo, ansimando, con una mano alla gola e la vista offuscata.

Tento di aggrapparmi all'ondata di ossigeno, mentre la luce tenue del tramonto prova a farsi strada nella mia vista, ormai troppo danneggiata.

Inspiro, ed espiro. Più volte. Finché non realizzo di essermi addormentata sulla sedia a dondolo che dà sul fiume Leith, che a differenza mia sembra scorrere calmo. Sul tavolino, la copertina del libro aperta da una folata di vento.

«Dio, perché è così difficile...»

Quando il mio respiro sembra placarsi, sposto la calda coperta ed entro in casa.

Il silenzio assordante mi accompagna verso il bagno. Il cuore che continua a pompare troppo sangue.

Quando incontro i miei occhi nello specchio, ne osservo i contorni troppo arrossati pronti a trafiggermi lo stomaco con una consapevolezza che mi tormenta da anni.

BLINDWhere stories live. Discover now