4 - Perfetto

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L'immaginazione è lo strumento che ha l'anima per sopravvivere, Violet. Devi solo pazientare. Ma tu lo hai sempre fatto. Non è così?

- M

«Gli hai inviato una foto?!» Dalila cerca di capire cosa mi sia passato per la testa

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«Gli hai inviato una foto?!» Dalila cerca di capire cosa mi sia passato per la testa.

Vorrei saperlo anch'io, ma questo non glielo dico, peggiorerebbe la situazione.

«Shh.» Mi guardo intorno, sorridendo impacciatamente agli sguardi contrariati degli avventori della biblioteca.

Non ho perso tempo. Mi era stato offerto un contratto per seguire un'importante catalogazione tematica e la mia permanenza a casa di Damian Heal mi ha permesso di poter accettare l'incarico, al posto di doverne cercare uno simile e ugualmente appagante a Londra.

Sono sicura che non avrei avuto molto successo; la concorrenza, nella capitale, è tanta.

Ritorno da lei. «Non so... La sua voce era così...»

«Così?»

La vedo fremere, seduta di fronte a me, davanti al lungo tavolo di acero in mezzo agli scaffali.

«Così... interessante...», graffiata, calda, lenta, «e in giro non c'è neanche una sua foto, nemmeno una. È strano, vero? Non so cosa mi sia passato per la testa, ma speravo di...»

«Invogliarlo a mandartene una sua?!»

«Qui qualcuno sta cercando di studiare!» si altera un ragazzo alle mie spalle.

Dalila si scusa, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi; poi ritorna a me e abbassa di nuovo la voce.

«Speravi che te ne mandasse una?»

Menti, mi dico.

«Ecco... sì?» Mi copro gli occhi con le mani.

Per me vedere è un'ossessione, e non sapere a chi apparteneva quella voce sembrava farmi impazzire tanto da non riuscire a prendere sonno e buttarmi sulla piccola vaschetta di mirtilli che mi aveva lasciato in cucina.

Piccoli, blu e dolcissimi.

«Ha più di trent'anni, che ti salta in mente? È uno dei chirurghi più famosi al mondo e tu gli chiedi una foto?» sussurra, ma le sue espressioni sembrano urlare disapprovazione.

«Che c'è di male?» Riabbasso le braccia e incrocio le mani sotto il mento.

«C'è che tu hai vent'anni, sei la sua inquilina, e lui è il fratello di Adam!»

Un'altra occhiata furibonda arriva dalle sue spalle, e credo sia meglio uscire di qui, prima di perdere il lavoro il mio primo giorno.

Le faccio cenno di alzarsi e, insieme, ci incamminiamo per il lungo corridoio, quello che separa due infinite scaffalature di vecchi volumi di filosofia.

BLINDWhere stories live. Discover now