«Il tuo nome è la mia condanna, Violet.»
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Si dice che due anime che si appartengono siano destinate a rincontrarsi.
Ma cosa succederebbe se due anime destinate a distruggersi si dovessero incontrare una seconda volta?
𝑻𝒆𝒔𝒕𝒂.
Damian viv...
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Non fermarti alle apparenze. Lascia che lui scavi a fondo, è un momento che aspetta da anni. Anche se non lo sa.
- M
Febbraio 2010
La mia nuova mamma ha i capelli ricci e scuri. Tanto scuri. Ma sono belli, e a lei piace spazzolare i miei. Si chiama Frances e mi mette sempre i fiocchi, quelli che mi piacciono e che ho portato via dall'istituto. Ne ho lasciato uno per Melodie, così si ricorderà di me.
L'altro giorno lei e il papà, mi hanno portato in spiaggia. Lui si chiama Bartholomeus, ma tutti lo chiamano Bart. Dice che vuole bene ai suoi genitori, ma non li perdonerà mai per aver scelto un nome così brutto. È simpatico. Ha degli occhi grandi e azzurri, e gli piace farmi volare tenendomi tra le braccia.
Ho scoperto cos'è il mare. Non l'avevo mai visto prima, ma ci voglio tornare. Voglio fotografare ogni onda diversa che si infrange sulla spiaggia. E voglio sapere dove finisce, il mare. Ho riso tanto quel giorno e ho scoperto che non solo io ero felice di avere finalmente qualcuno che mi voleva con loro, ma la mamma e il papà sembravano più felici di me.
«Sei tutto ciò che abbiamo sempre desiderato» mi hanno detto.
Non parlo molto, faccio fatica. Però gli ho risposto, mentre camminavamo a piedi nudi sulla sabbia: «Allora abbiamo qualcosa in comune».
Mi hanno comprato un piccolo aquilone, giallo e con dei piccoli pois neri. Lo abbiamo fatto volare tutto il pomeriggio, finché il vento non è diventato troppo forte, e gli occhi hanno iniziato a bruciarmi troppo.
La mia condanna.
La voce della direttrice sembra tornarmi sempre in mente, quando la vista inizia a diventare offuscata.
Lei mi aveva detto di non dire nulla, ma Frances e Bart hanno capito subito che c'era qualcosa che non andava. I miei occhi sono spesso rossi.
Per tanti giorni ho tenuto il segreto. Ci ho provato, lo giuro!
Non volevo che mi restituissero. Non volevo tornare laggiù.
Però mi facevano male, e io non sono brava con le bugie. Inizio a torcermi i capelli intorno alle dita e a balbettare.
Ma loro... non mi hanno... non mi hanno detto niente.
Mentre ero in bagno, a sciacquarmi gli occhi per far passare il bruciore, si sono abbassati e mi hanno abbracciato.
E ora sono qui. La mamma mi ha sistemato un fiocco verde e sta posando la spazzola sulla mensola del bagno.
Mi hanno detto che mi porteranno da un dottore che mi aiuterà.
