8 - Ombre

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Le ombre che vedi lontane sono destinate a inghiottirti

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Le ombre che vedi lontane sono destinate a inghiottirti.

- M.


Dicembre 2008

Un fiocco celeste. È questo il regalo che ho trovato dentro il mio pacco.

Mi piace, è liscio, lucido e morbido. E a me piace legarmi i capelli con i nastri colorati. Solo che non sono tanto capace.

Lo passo tra le dita di una mano e poi dell'altra, mentre seduta per terra, lontana dagli altri, guardo i miei compagni scartare i loro regali. Non sono gelosa perché ne ricevono più di me. Ma loro hanno qualcuno che pensa a loro.

Lo so, la direttrice dice che non dovrei piangere per questo, e non lo faccio quasi mai. SO che qui dentro devo essere forte.

Però, ogni tanto, succede. Quando sono sola nel mio piccolo letto a fissare il soffitto nel cuore della notte. Non lo sa nessuno, neanche Sylvie.

Perché la mia mamma non mi ha voluta? Avevamo i capelli dello stesso colore, me lo ricordo. Avrebbe potuto essere la mia mamma per sempre e la mia migliore amica, ma mi ha lasciata qui.

È per i miei occhi? Perché loro, come dice la direttrice, saranno la mia condanna?

Guardo il fiocco ancora per un po', ma improvvisamente il colore inizia a sfocarsi. Punto lo sguardo davanti a me. Anche l'albero di Natale ha perso i suoi contorni e... le luci mi stanno facendo male.

«Ahi...»

Mi alzo immediatamente in piedi, ma perdo l'equilibrio. Ultimamente mi succede spesso.

Mi rialzo e corro, corro via nello stanzone.

Non voglio che siano la mia condanna.

***

Apro gli occhi con il cuore che batte all'impazzata e il respiro accelerato. Mi metto immediatamente a sedere, stringendo i bordi delle lenzuola con le dita.

«Dio...» Provo a rallentare la respirazione, mentre i miei occhi sembrano pulsare.

Sollevo le palpebre e tutto ciò che dovrei trovarmi davanti è appannato, confuso, irrealistico. Porto una mano davanti a me, ma vedo sfocata anche quella.

Il collirio: ieri sera l'ho dimenticato.

Con il cuore che ancora non accenna a placare la sua corsa agitata, cerco di raggiungere il bagno. Cammino piano e a piedi scalzi.

Non devo colpire niente, non devo rompere niente, mi ripeto come un mantra.

Ogni battito di ciglia mi provoca un bruciore che non provavo da tanti, troppi anni.

Con il palmo aperto, schiudo la porta del bagno e appoggio le mani ai lati del lavandino. Per poco non faccio cadere il profumo di Damian.

Respira, Violet. Hai solo dimenticato il collirio. Per una volta soltanto.

BLINDWhere stories live. Discover now