1 - Ossessione

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Tu sei ossessionato, ragazzo.
Lo sarai per sempre. Adesso e tra dieci anni. Non c'è via d'uscita.

- M.

- M

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Cinque matite. Cinque mine affilate. Quattro piccole gomme rosse allineate. Una sporge.

Ossessione, una parola soltanto per descrivere un pensiero maniacale inchiodato nel cervello; marcio, arrugginito e impossibile da rimuovere.

Continuo a guardare le cinque matite mentre alzo e riabbasso ritmicamente le dita sul tavolo. Sento le vene sporgenti della mia mano farsi più dense, assumere il colore nero della frustrazione.

Non chiedo neanche più alla mia mente di placarsi, non lo farebbe mai, la conosco troppo bene.

Le piace navigare in un mare di perfezione, lo adora.

«Mentre tu andrai a Parigi per la consulenza richiesta dal dottor Mèron.»

Sono cinque matite, ma una è più in basso di due millimetri. Due e mezzo, forse.

Con le iridi fisse su di loro, i gomiti appoggiati alla superficie e le dita che sfiorano le labbra, sento i miei polmoni prendere un profondo respiro, alla ricerca di concentrazione.

Abbasso le palpebre, con calma, prigioniero del mio mondo segreto, e i vari profumi della stanza mi colpiscono regalandomi piccoli indizi di altre vite.

Arrivano lontani, come messaggi impercettibili a chi mi sta accanto. Alcuni sono acri, altri sanno di fiori, qualcuno di tabacco e altri di caffè.

Poi c'è il mio, l'unico profumo che non potrò mai avvertire. Mi chiedo come sia; qualcuna ha detto caldo come la terra al sole, qualcun'altra ha detto legnoso come gli arbusti di un bosco dimenticato.

«Dottor Heal?»

Strofino l'indice sulle labbra. Sono solo due millimetri... Posso resistere.

«Damian!»

Rialzo immediatamente la testa e ritrovo tutta l'equipe medica a fissarmi.

Gli sguardi di chi ho davanti si soffermano su varie parti del mio corpo, dai capelli corvino, all'ultimo bottone della camicia bianca non abbottonato, fino agli occhi verdi, che li fissano di rimando.

Mi hanno detto che assomigliano a due serpenti pronti ad attaccare. A due Dendroaspis angusticeps, per essere precisi – e Dio solo sa quanto la precisione conti per me –, ovvero a due dei serpenti più velenosi al mondo. Di quelli che rimangono nell'ombra, mimetizzandosi finché non vengono scoperti.

È quello il momento in cui attaccheranno, nel bene o nel male.

«Sì?»

«Hai sentito quello che ho detto?»

BLINDWhere stories live. Discover now