CAPITOLO 41

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PUNTO DI VISTA LEYLA

Il senso di colpa inizia a farsi strada dentro di me, costringendomi ad interrompere il nostro bacio...mi giro con l'intenzione di scappare via ma lui sembra leggermi nella mente, perche' me lo impedisce stringendomi a sé.
Inizio a piangere dal nervoso mentre lui alle mie spalle continua a stringermi, cerco disperatamente di allontanarmi da lui...ma la sua forza non me lo permette <<Lasciami!!!>> urlo con la voce rotta dal pianto, mi lascio cadere a terra seguita da lui che non accenna a lasciarmi...<<Ti prego, lasciami andare.>> dico disperata, <<Non chiedermi questo...>> dice <<Non farlo.>> dice scannendo bene le parole, <<Perche' mi fai questo?!>> chiedo <<Non ti basta avermi rovinato la vita?!>> chiedo... <<Non ti basta farmi vivere perennemente con il senso di colpa?!?>> continuo, <<Quando capirai che non devi sentirti in colpa?>> chiede <<Come puoi dire questo???>> chiedo scioccata dalle sue parole, <<Sto dicendo la verità...>> dice dolcemente, <<Non devi sentirti in colpa.>> ripete...<<Non ostinarti a stare lontana da me, cosi farai del male solo a te stessa...e finirai per uccidere anche me.>> dice con la voce che gli trema di rabbia e collera, allentando la sua stretta.
Subito ne approfitto per svincolarmi dalle sue braccia, mi alzo e mi giro verso di lui...il quale si alza, per poi osservarmi e fare per avvicinarsi...ma porto le mie mani avanti <<No Markus.>>  dico, <<Io non posso vivere con questo peso...>> continuo, <<Io...io non lo sopporterei.>> dico <<Leyla...>> dice serio afferrandomi le braccia, <<Smettila! Devi capirlo una volta per tutte!>> dico...mentre lui aumenta la presa facendomi male, <<Dobbiamo dimenticarci l'uno dell'altra.>> dico cercando di risultare il più sicura possibile, ma lui ha una reazione contraria a quello che speravo...i suoi occhi sembrano diventare rossi dalla rabbia, <<Io non ti lascerò mai andare.>> dice serio stringendo ancora di più la presa...<<Io, sarò il tuo peggior incubo.>> continua, <<Ma scordati che io ti lasci andare!>> dice.
<<Solo alla mia morte...forse, potrai liberarti di me.>> termina, fissandomi intensamente negli occhi...riesco a vederci rabbia, ossessione e paura.
Lo guardo sbigottita dalle sue parole <<Tu sei pazzo...>> dico fissandolo senza parole, <<Sei malato.>>  dico ma lui nega con la testa...<<Non cercare di farmi passare per il pazzo della situazione.>> dice serio, <<Al contrario di te, io non mi arrendo.>> dice...<<Io non mi arrendo ai sensi di colpa, che non dovrebbero esistere.>> dice, <<Spiegami perché allora!>> urlo <<Così magari li eliminerò anch'io!>> continuo, <<Non posso...>> dice, <<Ma devi fidarti di me.>> dice serio...ma io rido nervosamente, <<Fidarmi di te?! L'ultima volta che l'ho fatto non sembra essere andata molto bene!>> dico ironica. <<Smettila Markus, ti nascondi dietro a spiegazioni che non esistono.>> dico, <<Rassegnati.>> dico liberandomi dalla sua presa, per poi fare per allontanarmi...ma lui cerca di raggiungermi <<No, voglio stare da sola.>> dico, <<Voglio stare lontana da te!>> continuo...allontanandomi finalmente da quel luogo.

PUNTO DI VISTA MARKUS

Rientro in macchina come una furia sbattendo la portiera <<Sign...>> dice l'autista, ma non lo lascio finire <<Sta zitto!>> dico arrabbiato...mentre lui si limita solo a mettere in moto e ripartire.
Chiudo gli occhi, stringendo le mani in due pugni per colpa dalla rabbia che sto provando...inizio a sudare sentendomi soffocare <<Signore sta bene?>> mi chiede preoccupato, <<Portami a casa...>> dico, facendo dei respiri profondi.
Arrivo a casa e senza aspettare altro tempo entro subito, salgo al piano superiore e mi dirigo verso il bagno...entro spalancando la porta, mi avvicino al mobiletto posto sopra al lavandino e prendo un barattolo pieno di pillole, ne prendo due mandandole subito giù...per poi poggiare le mani sul lavandino e osservare il mio riflesso, mentre preso da un attacco di rabbia tiro un pugno allo specchio.

La mattina dopo arrivo al comune molto presto, ignoro tutti recandomi subito nel mio studio dove trovo il mio superiore ad attendermi...per poi andare dietro la mia scrivania.
<<A cosa devo il piacere?>> chiedo, <<Si può sapere cosa stai facendo?!>> chiede lui arrabbiato...<<A cosa si riferisce?>> chiedo a mia volta, accendendo una sigaretta <<Ti ho cercato per tutta la notte!>> dice, mentre io lo fisso senza capire...<<E allora?>> chiedo, <<Dov'eri finito?!?!?>> urla, <<Perché non hai risposto?>> chiede ancora...<<A casa.>>dico tranquillo, mentre lui sospira con pazienza.
<<Quell'uomo ha parlato?>> chiede, <<Avevate dubbi?>> chiedo ironico...<<Mi hanno detto che gli hai quasi tagliato una mano...>> dice, <<Ah dimenticavo, le due dita della mano destra.>> specifico, non mi va che il mio lavoro venga ricordato solo per metà...<<Ma ha parlato no?>> chiedo, <<Ci abbiamo provato in ogni modo, come ci sei riuscito?>> chiede...<<Non ho fatto niente di diverso delle altre volte.>>  dico mentre lui annuisce pensieroso, per poi osservarmi a lungo...<< Markus perche' non fai visita a un medico? Non hai una bella cera.>> dice serio, <<Sto bene!>> dico irritato, <<Non ho bisogno di vedere nessuno.>> continuo...<<Io lo dico per il tuo bene, sai che per me sei come un figlio.>> dice preoccupato, <<Non ce n'è bisogno, sto benissimo.>> dico calmo...<<Ora se vuole scusarmi, ho del lavoro da sbrigare.>> dico...per poi concentrarmi su delle carte che sono sul tavolo, lo sento sospirare per poi uscire.

PUNTO DI VISTA LEYLA

Sono seduta in un caffè con la mia amica Amy, ma devo essermi persa nei miei pensieri...perche' ad un certo punto inizia a sventolarmi la mano davanti al viso <<Ci stai ancora pensando?>> chiede bevendo un sorso della sua cioccolata, <<Mi dispiace. Non posso farne a meno...>> dico tenendo lo sguardo fisso sulla tazzina che ho tra le mani, <<Io lo capisco...ma lo hai visto tu stessa no?>> dice, <<È un pazzo!>> esclama sicura di sé, mentre io alzo gli occhi al cielo.
<<Non è un pazzo Amy!>> dico, <<Ah no? E allora come spieghi il suo comportamento di ieri?!>> chiede con un pizzico di ironia...<<Credo che questa situazione sia difficile anche per lui.>> dico, <<Io credo solo che sia ossessionato.>> dice...<<E le persone come lui, possono essere molto pericolose.>> continua, <<Poi non dire che non ti avevo avvertita...>> termina seria, mettendo finalmente fine alla conversazione.

Il pomeriggio appena esco da lavoro torno subito a casa, Amy è impegnata...e se proprio devo dirla tutta, non mi va di rischiare di incontrarlo...non mi va per niente.
Arrivo a casa dove ci trovo solo mia madre e mia sorella, saluto entrambe per poi accomodarmi...<<Già a casa?>> chiede mia madre, tagliando le patate in un contenitore...<<Si, sono molto stanca.>> le spiego brevemente, <<Papà?>> chiedo...<<Ha detto che aveva delle cose da fare.>> dice concentrata, <<Strano...>> dico, mio padre ha iniziato un nuovo lavoro...ma di solito e già a casa a quest'ora.
<<Ti piacciono?>> chiede mia sorella, mostrandomi i suoi disegni...<<Sono bellissimi!>> dico sorridendo, per poi darle un bacio sulla testa...<<Tesoro prenderesti quell'altro recipiente?>> chiede mia madre, <<Certo!>> dico...per poi andare a prenderlo.

Subito dopo vado in camera mia...e dopo aver legato i capelli, recupero un libro dalla scrivania.
Mi avvicino al letto, e la mia attenzione viene catturata da qualcosa che si trova sul mio cuscino...una rosa.
Mi avvicino confusa per poi prenderla, com'è possibile?! Sarà stata forse mia madre? Ma perche' non dirmelo? Opera di Lucy? Lei ha il vizio di raccogliere fiori di tanto in tanto, mi avvicino per sentirne l'odore...ma spalanco gli occhi, mentre la rosa mi scivola dalle mani finendo sul pavimento...questa rosa ha il suo odore.

Überquerte SchicksaleWhere stories live. Discover now