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Mentre passano i mesi, io e Alex diventiamo sempre più intimi e più innamorati che mai. Conosco le sue paure, le sue insicurezze, ma anche i suoi sogni e speranze, ed io gli racconto le mie.

«Da quanto tempo Henry ti assilla, Alex?» chiede Percy, il mio migliore amico, nella sua visita mensile a Parigi.
«Pez, io non assillo Alex» lo correggo, mentre stava per andarmi di traverso il caffellatte.
Alex fa una risata.
«Henry è tanto dolce con me, non mi assilla. Diciamo che abbiamo avuto un momento molto delicato ma l'abbiamo superato, vero piccolo?» Alex mi prende la mano sotto il tavolo, sa che preferisco non avere effusioni in pubblico, quindi sa come non farsi notare.
«Si, beh... te l'ho raccontato Pez, la ex ragazza di Alex...» resto nel vago.
«Ohw! Quello! Si ricordo... amico sono felice per te, per voi anzi, si vede che lo fai star bene con la tua presenza Alex» Pez gli dà una pacca sulla spalla, sorrido a vederli conoscersi piano piano.
«Grazie amico» Alex lo ricambia sorridendo.
«Mi piace il tuo nuovo stile amico, sei più fresco. Sempre con giacca e cravatta sembravi già un 50enne o un anziano addirittura» commenta Pez.
«Oh in realtà questa camicia è di Alex, ma grazie Pez, anche io mi sento diverso» controllo le e-mail velocemente.
«Che avete contro gli abiti eleganti? Henry sta una favola vestito in quel modo. Ogni volta che usciamo fuori a cena lui si veste così e sa che adoro questa cosa» commenta parlando con Pez.
«Tesoro sei un sottone lo sai?» metto giù il telefono guardandolo, Alex mi aggiusta il ciuffo biondo.
«Non provocarmi» ridiamo assieme, Pez ci guarda con una mano che copre il viso dall' imbarazzante e sdolcinato momento tra noi due.
«Hey Pez sei single? Perché ti vorrei far conoscere un'amica. Si chiama Nora»
«Oh perché no!» Pez sorride all'idea.

Ogni giorno che passo insieme ad Alex mi sembra regalato da Dio, con la paura che tutto possa finire prima o poi. Scaccio immediatamente via quel pensiero oscuro, cercando di godermi ogni istante con lui.

Io e Alex siamo al parco a fare un picnic assieme, mentre David corre tra le foglie rosse e gialle appena cadute, l'aria autunnale sta bene su Parigi.
«Hey, ho un regalo per te» esordisco, mentre guardo Alex, perdendomi nella sua bellezza.
«Un regalo? Perché?» Alex sorride divertito.
«Perché te lo meriti» prendo una scatoletta color bordeaux con dei disegni ricamati d'oro sopra, gliela porgo.
Alex apre la scatoletta e si rivela un anello d'oro da mignolo, identico al mio, con incisa sopra una "𝓐" in corsivo.
Alex guarda scioccato l'anello, poi si volta verso di me, ancora a bocca aperta per la sorpresa.
«Henry è come il tuo anello...»
«Ora c'è l'hai anche tu, Je t'aime mon cow-boy» mi avvicino a lui, prendo l'anello e glielo infilo all'indice della mano destra.
«Dio solo sa quanto possa amarti» dice alla fine sorridendomi, si china per baciarmi.

Siamo a metà ottobre e le burocrazie per pubblicare un libro sono lunghe, ma non avrei mai pensato così tanto.
Mi arriva una chiamata, sono in negozio da Alex per prendere qualche libro nuovo da leggere, vedo il numero sconosciuto, per curiosità accetto la chiamata.
«Pronto?»
«Salve lei è Henry Fox? L'autore di "Looking for Orion"?» mi chiede la voce dall'altro capo.
«Si, sono io. Lei chi è? Un editore?»
«Si sono un editore. La sua casa editrice ha deciso di non pubblicare più il suo libro.»
"Che cosa?"
«Sta scherzando? Se è uno scherzo telefonico non è divertente!» mi accorgo che alzo leggermente la voce e Alex sentendomi, mi raggiunge.
«Henry che succede?» mi domanda Alex.
«Mi hanno chiamato dicendo che non pubblicheranno il libro...» dico coprendo il microfono per non farmi sentire.
«Cosa? È assurdo! La casa editrice di June è professionale non farebbe mai una cosa del genere!» si inalbera Alex.
«Scusi, ma chi è lei?» domando, colto dalla curiosità.
«Mi chiamo Miguel Ramos, sono il nuovo socio della sua casa editrice. Mi dispiace darle brutte notizie ma superiamo il budget di quest'anno se pubblicheremo il suo libro» mi dice schietto.
«No aspetti signor Ramos che intende dire? Non mi avevano mai detto una cosa del genere!» dico io sconvolto.
«Mi dispiace, buona giornata» la persona dall'altro capo riattacca, senza dare spiegazioni.
«Aspetta Ramos? Ti ha detto come si chiama?» si insospettisce Alex.
«Si, si chiama Miguel Ramos, dice di essere il nuovo socio della casa editrice... perché lo conosci?» lo guardo.
«Certo che lo conosco quel figlio di puttana! Mi ha usato per arrivare a mia sorella, prima era un giornalista e scrivevano articoli per il "Times" ma quando hanno promosso June invece che lui, l'ha fatta licenziare e ha avuto la sua vittoria. Ti parlo di 4 anni fa quando io e June vivevamo a New York. Cazzo non ci credo che lui sia qui...»
Mentre lo ascolto io mi incupisco, tutto il lavoro che ho fatto per arrivare fino a qui sta per essere buttato via, ho sacrificato tanto, lasciando il titolo, la mia famiglia e liberandomi da tutto, per inseguire i miei sogni.
«Hey, piccolo, tu pubblicherai quel libro, in qualunque modo ci riuscirai. Ora chiamo June» prende il telefono, lo vedo agguerrito. Mai nessuno aveva cercato di difendere i miei ideali e i miei sogni come fa Alex.
«Ti amo» gli sussurro, guardandolo con gli occhi che brillano.
«Io ti amo di più» mi da un bacio a stampo, «Vieni fuori con me» mi prende per mano mentre usciamo da negozio.

«Cazzo, ancora Ramos in mezzo alle palle...» il linguaggio di June si fa sempre più ricco di esclamazioni, mentre cammina nervosamente su e giù per l'appartamento dei Claremont-Diaz. C'è anche Bea con noi.
«Juni non sapevo di questa storia...» dice Bea, affranta e preoccupata per lei.
«Tesoro, pensavo che questa storia fosse finita, invece direi di no» si siede sulle gambe di Bea, cercando di calmarsi.
«June tranquillizzati su, troveremo una soluzione» dice Alex, pensando schematicamente ad una soluzione senza farsi prendere dal panico.
«Oh tu dici? Alex hai capito che è diventato socio della casa editrice dove lavoro?» June si altera, ripensando ai momenti bui della sua carriera.
«Juni amore, bevi il tè che ti ho fatto» Bea le versa il tè, June prende la tazza e ne beve un sorso.
«Menomale che ci sei tu coniglietta mia» struscia il naso contro quello di Bea.
«Alex ricordati "coniglietta"» gli rammento.
«Difficile da scordare» mi risponde lui.
«Ma di che blaterate voi due?» domanda stizzita Bea, inarcando un sopracciglio.
«B, andiamo... quanti soprannomi avete?» la guardo accennando un sorriso.
«Ma che vuoi dalla mia vita» mi lancia un pezzo di biscotto ridendo.
«Hey! Sei tu quella che mi ha seguito abdicando assieme a me, non scordartelo.» mi pulisco dalle briciole.
«Beh diciamo che il soprannome che vi date deve essere unico e speciale» commenta Alex sostenendo la mia tesi.
«Ma guarda, sono arrivati Sonny e Cher» commenta June prendendoci in giro «E quale sarebbe il vostro soprannome sentiamo»
«Beh io lo chiamo "baby", a volte "cuor di panna" oppure "mio principe"» dice Alex guardandomi innamorato perso.
«Mh, io invece lo chiamo Gabriel per farlo incazzare» Alex ride e fa ridere anche me, con quella maledetta risata contagiosa.
«Stia zitto Sua Maestà» mi punzecchia.
«Non ricominciare» concludo io ridendo.
«Siete così maledettamente belli e felici» commenta June.
«Anche voi siete bellissime assieme» rispondo io.
«Grazie... quindi tornando a Ramos... cosa possiamo fare?» domanda Bea.
«Ci dobbiamo confrontare, Henry: devi chiamarlo ed invitarlo da qualche parte, così potete discutere della situazione. Ah e porta anche il tuo miglior avvocato, non si sa mai con lui: gioca sporco» June mi descrive il piano.
«Sarà fatto J, difenderò questo libro con le unghie e coi denti. È tutto ciò che voglio. Lo devo a mio padre...» mentre mi incupisco, sento Alex che mi prende la mano, portandosela a sé e baciandola.
«Verrò anche io, e non accetto un "no" come risposta.» commenta lui.
«Va bene vieni anche tu» gli mostro un sorrisetto accennato.

Qualche giorno dopo riusciamo a fissare un appuntamento con Miguel Ramos, in una caffetteria non tanto distante dalla libreria di Alex. L'avvocato mi ha consigliato un luogo neutrale per entrambi.
Lui è accanto a me, assieme al mio avvocato dall'altro lato del tavolo.
La porta del Café si apre, appare Miguel, mi fa uno sguardo agguerrito ma allo stesso tempo sfodera quel sorrisetto fastidioso.
Si avvicina a noi, guardando anche Alex.
«Henry Fox, che piacere conoscerti dal vivo» mi stringe la mano.
«Non posso dire lo stesso purtroppo, lui è il mio avvocato il signor Leighton» lui e Ramos si stringono la mano.
Miguel si accomoda.
«Alex, che bello rivederti» lo guarda spogliandolo con gli occhi.
«Miguel smettila. Sono qui per dare sostengo al mio ragazzo, Henry.» va dritto al sodo.
«Okay bene, Fox sono qui a farti una proposta, spero che tu accetterai perché ne varrà la pena» ha uno sguardo da vipera.
«Dubito fortemente» commento io freddo e schietto.
«Ma la devi ancora sentire...» commenta Miguel, prendendo una valigetta, aprendola e rivelandomi un blocco di fogli, accompagnato da una busta.
Faccio uno sguardo veloce ad Alex, non facendogli capire la mia ansia che prende il sopravvento...

TWO HOMES SIDE BY SIDEWhere stories live. Discover now