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Sono le 6:30 di mattina, vedo il sole sorgere sulla città, e io non ho chiuso occhio dopo ciò che è successo la notte precedente.

Scattano le 11 e nel mio appartamento risuona la voce di Lauryn Hill dei Fugees con la loro "Killing me Softly", quando sento la porta aprirsi, so già che Bea sta entrando.
«Hen!» mi cerca per tutta la casa e mi trova fuori al balcone, seduto sulla mia sedia appoggiato al tavolino, ipnotizzato a guardare la Torre Eiffel, immerso nei miei pensieri.
«Henry... perché sei scappato ieri sera?» Bea mi si avvicina, sedendosi sull'altra sedia libera.
«Ho dovuto farlo... mi dispiace B» fisso il panorama e con le dita gioco nervosamente col mio anello sigillato.
«Henry parlami... ti prego, non tenerti tutto dentro» Bea prova a farmi aprire.
Volto lo sguardo verso di lei, il mio viso ha segni visibili di insonnia.
«Ieri sera... ho baciato Alex» abbasso lo sguardo.
Bea fa uno scatto fissandomi.
«Cosa? E me lo dici come se stessi ad un funerale! Hen è fantastico!» Bea mi scuote il braccio, facendomi reagire.
«Non me lo immaginavo così... ma è successo, eravamo entrambi ubriachi e non ho pensato a quello che volesse lui, ma quello che volevo io, mi sento un'egoista, magari non vorrà più vedermi e -»
«Henry» mi blocca Bea «Alex è visibilmente attratto da te, l'ho notato subito le prime volte che lo abbiamo conosciuto.»
«Tu dici?» la guardo speranzoso, voltandomi  verso di lei «Non vorrei che poi la nostra amicizia finisse così... potrei morire se non potessi più vederlo Bea»
«Vai al negozio! Parlatene accidenti! Voi uomini i sentimenti non li sapete far uscire» gesticola con la mano come da vera contessa quale è e mi scappa una risatina, grazie a Dio ho lei.
«Quindi ho una possibilità dici?» le chiedo, con timore.
«Sei ancora qui? Fatto una doccia, vestiti col miglior abito che hai e vai da lui! Ah e porta le mentine dietro, non si sa mai» Bea mi fa l'occhiolino.
«Mi stai mettendo a disagio B» metto una mano sul viso per l'imbarazzo, mia sorella non consce limiti, intanto lei se la ride.

Sto per entrare nel suo negozio, ho il cuore che mi batte a mille, faccio un respiro profondo.
"Henry, non stai andando in guerra, c'è la puoi fare"
Entro e la campanella suona.
Alex è al bancone, mentre leggeva sente la campanella e alza immediatamente lo sguardo verso di me, ci blocchiamo entrambi.
"Dannazione quanto è bello"
«Henry» sussurra Alex, avvicinandosi a me per salutarmi.
«Alex... ciao» ho il respiro bloccato dall'ansia che mi pervade, ogni volta è sempre così.
«Sei scappato ieri sera... stai bene?» Alex mi accarezza il braccio.
Il mio cervello non connette più.
«Alex ascolta io... io volevo chiederti scusa per -»
All'improvviso la campanella suona ancora, mi giro e una ragazza biondina entra, appena vede Alex si illumina andando verso di lui e abbracciandolo, parla in francese.
Non capisco esattamente cosa sta dicendo, ma poi i miei occhi vedono una scena che mai avrebbero voluto vedere.
La ragazza bacia Alex sulle labbra.
In quel preciso istante il mio cuore si frantuma in mille pezzi.
"Alex è fidanzato?!"
Quella scena è troppo per me, esco via dal negozio quasi correndo, senza neanche salutarlo, non mi interessa nemmeno.

Percorro tutta la strada dalla libreria di quel pagliaccio di Alex fino a casa mia con gli occhi lucidi e a tanto così da esplodere piangendo.
Varco la soglia di casa e lancio le chiavi sul tavolo con violenza, mi siedo sul divano con le mani che mi coprono il viso e finalmente posso piangere senza che nessuno mi veda.

Sfogo tutta la mia rabbia e tristezza tra le lacrime e una bottiglia di vino, che ho già finito.

Uno dei giorni più brutti della mia vita.

Ho bisogno di Bea.
Prendo il telefono e la chiamo, mi risponde subito.
«Ciao Hen, allora com'è andat-»
«Vieni immediatamente a casa mia ho bisogno di te» la interrompo bruscamente, la mia voce è irriconoscibile, un po' rauca per i pianti e il vino che fa effetto.
«Henry che diavolo è successo ora?» mi domanda preoccupata.
«Cazzo Bea vieni e basta, ti prego» mi viene il magone ripensando a quella scena e la mia voce cambia, ricominciando a piangere.
«Sto arrivando Hen» mi sussurra Bea con dolcezza.

«Dio, ma è terribile... Hen mi dispiace tantissimo credimi, se lo becco di nuovo davanti a me giuro che gli sego le gambe!» Bea ci prova a farmi sorridere, ma la mia mente è ferma lì, a quella immagina, e sembro impassibile.
Sono appoggiato sulle sue gambe, io sdraiato sul divano lei seduta, mi accarezza i capelli come faceva mamma quando ero piccolo.
«Mi innamoro sempre di ragazzi sbagliati... o sono stronzi o sono etero e stronzi...» mormoro appena.
«Hen tesoro non addossarti colpe che non hai, Alex non ti ha detto che era fidanzato ed è colpa sua!» dai capelli Bea sposta la mano prendendo la mia.
«Bea, Alex pensava che noi fossimo amici, per questo non mi ha detto di essere fidanzato»
«Non credo sia così» ribatte lei.
Sposto la testa guardandola dal basso, inarcando un sopracciglio.
«Scusa che intendi?»
«Non ti ha detto che fosse fidanzato perché non voleva allontanarti Hen, ad Alex piaci»
«Alex non avrà nemmeno capito che io fossi gay, figurati» torno alla mia posizione fetale.
«Hen, testone mio, è logica, pensaci: perché non ti ha mai detto che ha una ragazza? Perché tu ti saresti preso male e ti saresti allontanato! Invece ti ha tenuto sempre vicino, perché ha capito che a te piacciono i ragazzi e a lui questa cosa non disturba» spiega Bea.
«È etero, B» concludo io, stretto e conciso.
«Esistono anche i bisessuali, H» enfatizza lei.
"Bisessuale? Potrebbe esserlo Alex?"
«Non so molto sulla sua vita sentimentale passata, Bea» mi alzo e la guardo «Mi ha tenuto nascosta una cosa cosi grossa! Come posso fidarmi di lui di nuovo?» la guardo, accennando gli occhi lucidi.
«Lo sai di cosa hai bisogno tu ora?» mi domanda Bea.
«Di ubriacarmi? Ottima idea»
«No, della torta di carote che ci preparava papà, la tua preferita, che ne dici?» Bea mi fa un sorriso dolce e mi accarezza la guancia col pollice.
Annuisco guardando in basso.
«Okay... Grazie»
«Vieni qui» Bea mi avvolge in uno dei suoi abbracci da koala che ogni volta mi ricaricano.

La serata con Bea non è stata male, è riuscita a farmi sorridere nonostante avessi il cuore a pezzi. La sua torta di carote è identica a come la faceva papà, e questo, piano piano, ha ricomposto qualche pezzo del mio piccolo e debole cuore frantumato.
"Dovrò dimenticare Alex"

È quasi l'una di notte, prendo il mio telefono e blocco ogni contatto che ho con Alex, sui messaggi, social, e-mail. Ovunque.
Non voglio più sentirlo ne vederlo.

TWO HOMES SIDE BY SIDEOù les histoires vivent. Découvrez maintenant