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Mi sveglio, muovendomi peggio di un bradipo, per il gran mal di testa che mi è venuto, mi giro prendendo il telefono e fisso l'orario, mettendo a fuoco la vista.
11:16 am
"Ottimo, che bella figura ho fatto già coi genitori di Alex"
Sbuffo e sveglio Bea, accanto a me.
«B, sveglia è tardi...» ho la voce rauca.
«Chi parla?» si muove piano anche lei, i classici movimenti post sbornia, si allunga stiracchiandosi.
«Sono io chi vuoi che sia... sono le 11 e un quarto...» mi metto a sedere stropicciandomi la faccia.
Sento bussare.
«Chi è?» dico schiarendomi la voce.
«Hen, siamo Io e June, abbiamo i caffè»
Panico.
"Se Alex mi vede in queste condizioni mi ritiro a vivere una vita da eremita"
«Bea muoviti!» la scuoto mentre mi piombo giù dal letto quasi inciampando e vado alla porta correndo, apro come se niente fosse.
«Hey, buongiorno cari» dico ai Claremont-Diaz.
Alex mi guarda ridendo sotto i baffi, col vassoio dei caffè in mano.
«Che c'è?» lo guardo dubbioso.
«Bei capelli» nel mentre lui e June entrano, appoggiando il vassoio sul comò di legno.
Io mi specchio, vedendo il ciuffo biondo sparato in aria, con tutta la velocità che ho in corpo cerco di abbassarlo leccandomi anche lei dita per inumidire le ciocche.
«Sei carino» mi dice Alex.
Mi giro e gli faccio un sorriso imbarazzato.
«Non dirlo se non lo pensi» mi metto sul letto, seduto con loro.
«Oh invece lo penso e lo dico, signor Fox» prende una tazzina con sopra la bandiera americana. Tipico degli americani.
Alex mi bacia «Bevi, è per la sbornia»
«Ti ringrazio» mi faccio paonazzo e bevo.
June e Bea sghignazzano.
«Sei diventato rosso Hen!» mi indica Bea, facendolo notare a tutti.
«Dai! Bea bevi il tuo caffè» alzo gli occhi al cielo, poi mi lascio ad una risatina.

I Claremont-Diaz hanno preparato un brunch meraviglioso, avevo molta fame e mi sono goduto il cibo assieme alla sua famiglia, Oscar è molto alla mano e mi ci trovo bene a parlare con lui, mentre Ellen, beh è meravigliosa, mi ricorda mia madre...
"Già"

Nel pomeriggio andiamo nella loro casa al lago che hanno comprato dopo il diploma di Alex, ha un bellissimo giardino e un'open space pazzesco. Libero David dal guinzaglio per farlo svagare un po'.

«Questa è la tua stanza Hen» Alex mi fa entrare, la camera è ben curata e luminosa.
«Wow... beh è un po' grande per una persona sola non credi?» aggiungo.
«Non ti piace stare da solo?» chiude la porta e si siede ai piedi del letto.
«A volte ne ho bisogno, a volte ho bisogno di persone che mi possano capire... sono un tipo complicato Alex» resto nel vago.
Alex mi prende la mano e mi bacia il dorso.
«Adoro le sfide impossibili» mi ammicca guardandomi.
«È difficile non saltarti addosso ci vuole tanta forza di volontà» ridiamo assieme, Alex si butta di me stendendoci sul letto, ci perdiamo negli occhi dell'altro, Alex mi accarezza la guancia con pollice.
«Hen, io... mi domandavo se...» mentre parla Alex viene interrotto dal bussare del padre, di fretta e furia ci stacchiamo da noi distanziandoci.
«Ragazzi venite a fare il bagno!» avvisa Oscar dall'altra parte della porta.
«Si papà arriviamo!» urla Alex per farsi sentire e fa un sogghigno mettendosi le mani sui fianchi.
«Mi volevi chiedere qualcosa prima?» mi ha incuriosito.
«Si, però te la dico dopo, quando saremo da soli» mi avvicina a se e mi lascia un bacio, lo bacio anche io tenendolo dal collo.
«Ma ora siamo soli» lo bacio vicino all'orecchio.
«Hen credimi, se ci sono i miei attorno non saremo mai da soli» dice ridendo, poi mi dà un bacio casto, dandomi una pacca sul culo «Metti il costume, andiamo a nuotare nel lago» si allontana sorridendo.
«Alex!» lo rimprovero.
«Dai mozzarella devi prendere un po' di sole» aprendo la porta per uscire.
«Non fare lo stronzo» metto il broncio, Alex ride.

Siamo sul lago per una nuotata, io e Alex facciamo le gare a chi arriva per primo mentre le ragazze prendono il sole.
«June! Porta Bea in acqua che facciamo la lotta acquatica!» urla Alex da dentro l'acqua agitando la mano.
«Uh si! La lotta!» esclama June, scuotendo Bea e convincendola a fare questa lotta.
«Cos'è la lotta acquatica?» chiedo ad Alex, tirandomi indietro i capelli bagnati.
«Tu prendi tua sorella sulle spalle, io la mia e loro lottano, chi butta l'altra in acqua facendola cadere vince» mi informa Alex, facendo spallucce.
«Ah fico, tu perderesti» schizzo Alex dritto in faccia e lui tossisce per l'acqua bevuta.
«Vieni qui tu!» mi avvicina inglobandomi in un abbraccio, quando notiamo che i suoi genitori ci stanno guardando.
«Alex i tuoi ci stanno fissando» mi libero, trattenendo il respiro per qualche istante.
«Io credo che l'abbiano già capito» dice Alex guardandomi in un modo strano.
Arrivano le ragazze per fare la lotta acquatica.
Prendo Bea sulle spalle e la sollevo, così fa Alex con June, ci avviciniamo all'avversario e le due iniziano a darsi spintoni ridendo.
«Bea so che le vuoi bene ma devi farla cadere! Spingila!» la incito.
«Ci sto provando ma è forte June!» mi risponde Bea facendo leva su June.
«Sono stata campionessa da bambina, da adolescente e lo sarò ancora!» in una frazione di secondo June butta Bea in acqua.
«È aggressiva» dico ad Alex indicando June.
«A volte lo è» commenta Alex con superficialità, June esulta come se fosse una wrestler.
«Okay June finiscila» Alex la butta in acqua con un movimento e mi guarda «Hen, vieni!» inizia a nuotare, io lo seguo.

TWO HOMES SIDE BY SIDEWhere stories live. Discover now