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Sono tornato a Parigi da due giorni, ma sembrano passati mesi.
Non riesco a dormire, un po' a causa della mia insonnia e per i pensieri negativi che si liberano nella mia mente.
Appena penso ad Alex, penso subito alla sua ex e al fatto che avranno un bambino insieme, tutta questa storia sta diventando pesante per me.

Vado da Alex nel pomeriggio accompagnato da David, varco la soglia della libreria, vedo che ci sono un po' di clienti.
Alex torna dal retro, ha appena finito il suo turno, scambiando qualche parola col suo collega.
Appena mi vede gli si illumina lo sguardo.
«Buon pomeriggio signor Fox» dice avvicinandosi a me, facciamo per uscire.
Non sono dell'umore di fare il nostro gioco, quindi vado dritto al punto.
«Ti accompagno all'ospedale, poi ho delle cose da fare» gli dico, incupendomi.
«Henry, guardami baby» Alex mi prende la mano libera.
«Alex non sono dell'umore ti prego» lo guardo con la coda dell'occhio.
«Hen, so che stai facendo uno sforzo enorme per me, e io non potrò mai ringraziarti per tutto questo, sei un angelo» mi dice Alex, mentre ci avvicinano sempre di più all'ospedale.
«Mmh... siamo arrivati» commento freddo.
Alex mi guarda, si avvicina per lasciarmi un bacio sulle labbra, io non mi muovo di un centimetro.
«Ci vediamo dopo?» mi domanda speranzoso.
«Dipende se mi andrà o no. Ciao buona ecografia» avviso David muovendo leggermente il guinzaglio e mi allontano da lui, grazie a Dio ho gli occhiali da sole su, altrimenti avrebbe visto i miei occhi colmi di lacrime.

Dopo aver fatto le mie commissioni mi fermo in un negozio di liquori, ho bisogno di un modo per dimenticarmi di questa faccenda.

Torno a casa e libero David dal guinzaglio, mettendo a posto la spesa. Prendo la bottiglia di whisky che ho appena comprato e mi verso il primo bicchiere.
"Finalmente"

Fisso la Torre Eiffel davanti a me sul balcone, con mio amico bicchiere in mano, mentre la mia testa continua a pensare a questa cazzo di situazione che si è creata.
È odio quello che provo per Alex? Non può esserlo... perché io lo amo...
Odio questa situazione. Ecco tutto.
Odio quella ragazza, appena sento il suo nome mi viene in mente il flashback di lei che tira il libro in faccia ad Alex ferendolo.
"Il mio Alex"
Dò un calcio alla sedia accanto a me per la furia del momento.

Sono passate le 5 pm e la bottiglia di whisky è già a metà. Sento il telefono che squilla.
È Alex che mi chiama.
Vorrei non sentirlo ma il mio cuore dice di rispondere a quella chiamata, così premo il pulsante verde.
«Dimmi» inizio io, freddo e schietto.
«Hen, dove sei? Vorrei parlarti» dice Alex, sembra agitato.
Stavolta non mi freghi.
«Alex lasciami in pace okay?» sto per riattaccare.
«Henry devo parlarti! Dove se-» stacco la chiamata.
Non voglio sentire nessuno.

Neanche cinque minuti dopo sento bussare la porta.
«Chiunque tu sia, vai via!» urlo dal balcone.
«Henry apri è importante!» Alex cerca di aprire la porta dalla maniglia, ma è chiusa a chiave.
«Alex cristo santo vattene!» mi tremano le mani dal nervoso mentre sorseggio dal bicchiere.
«Okay bene» sento che Alex si allontana.
"Finalmente"
Tiro un sospiro di sollievo, finalmente riesco a bere in pace.
Sento una chiave girare dalla porta, entra qualcuno.
«Henry!» è Alex.
«Ancora qua sei?» mi alzo di scatto entrando in casa, barcollo un po' ed ho il bicchiere in mano.
Alex mi guarda in un modo compassionevole.
«Henry metti giù quel bicchiere dai, non sei così...» si avvicina per togliermelo, ma io lo ritraggo, facendone cadere un po' a terra.
«Decidi tu quello che è meglio per me?!» lo guardo con aria di sfida.
"Sto parlando io o il whisky?"
«Hen, siediti ti devo parlare» mi prende per le spalle guidandomi verso il divano, io mi libero con un movimento delle braccia, prendendo un cuscino e lanciandoglielo dietro.
«Che altro vuoi da me? Eh? Torna dalla tua fidanzata così avrete una bella famiglia!!» alzo la voce.
«Henry non ci sarà nessuna famiglia!!» risponde di getto lui.
«Piantala!» sto per avere una crisi di pianto, Alex mi attira a se abbracciandomi.
«Non ci sarà nessuna famiglia Henry, il bambino non è mio» dichiara Alex.
"Che cosa?"
Alzo lo sguardo su di lui, col viso segnato dalle lacrime che scendono lungo le mie guance arrossate.
«Cosa?...» sussurro appena.
«Non è mio... se mi darai la possibilità ti spiego tutto» Alex mi prende il viso tra le sue mani, asciugandomi con i pollici le lacrime, io annuisco appena.

TWO HOMES SIDE BY SIDEWhere stories live. Discover now