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Henry's POV

È una calda mattina di Aprile, svegliandomi col sole che colpisce i miei occhi, gli uccelli cinguettano e David, il mio cane, che mi lecca in faccia dandomi il suo buongiorno.
«Ma ciao piccolo mio, come stai?» parlo con David, lo faccio spesso, credo che lui mi capisca a volte. È molto più intelligente di alcune persone.
Gli animali ti riempiono la vita.

Mi preparo per uscire, indosso un paio di jeans blu, una camicia azzurra e un maglione azzurro, oggi mi va di indossare questo colore.
Pettino i miei capelli biondi finendo di sistemarmi, vedo David già davanti alla porta, impaziente di fare la sua passeggiata mattutina.
«Hai ragione David, ora usciamo» gli metto il guinzaglio prendendo le chiavi di casa ed esco.

Passeggio ammirando ogni giorno da ormai 3 anni la città di cui mi sono innamorato, Parigi.
Mi sono trasferito qui con mia sorella Beatrice da quando mio padre è venuto a mancare, mentre mio fratello Philip e il resto della mia famiglia è rimasta a Londra.

Dopo aver fatto colazione con un pan au chocolat e il mio latte, passo sempre davanti ad una libreria che mi piace. Decidendo di entrare.

Non appena varco la soglia, i miei occhi si incantano ammirando un giovane: è alto, moro, affascinante, con i suoi piccoli ricci che gli incorniciano il viso, la carnagione abbronzata, e quegli occhi... scuri e profondi.
In realtà, è già da qualche settimana che vedo questo affascinante adone nella mia libreria preferita di Parigi, ma non riesco ad andare oltre all'ammirazione.
Vorrei parlargli, ma mi blocco sempre, e passo altrove.

Mentre entro, il giovane, che sta svuotando una scatola piena di libri imballati, mi nota. Mi sorride salutandomi.
«Bonjour, bienvenue!»
«Bonjour à vous» ricambio il sorriso timidamente, il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
"Fox datti una controllata"
Faccio un respiro profondo e vado verso di lui.
«Posso chiederle» inizio la conversazione «Dove posso trovare la sezione "Letteratura Inglese"?»
Il giovane mi fissa, ha uno sguardo meraviglioso e... delle ciglia veramente lunghe, sono incantevoli.
Mi indica alle mie spalle, facendo un sorriso.
«Dietro di lei»
Mi giro e noto la sezione con scritto "Letteratura Inglese" a caratteri cubitali, vorrei sprofondare dalla vergogna.
Lo guardo facendo una risata imbarazzata.
«Mi perdoni, che sbadato» gli rispondo.
«Non si preoccupi... Ah e diamoci del tu, se per te va bene» commenta il ragazzo.
«Oh, va bene, si meglio, grazie» accenno un sorriso mentre mi dirigo verso lo scaffale, cerco insistentemente Jane Austen.
«Che autore stai cercando?» il ragazzo gentilmente attraversa il banco, lasciando da parte la scatola per aiutarmi.
«Oh ehm... cercavo Jane Austen, "Sense and Sensibility" se ce l'hai...» mi incanto a guardarlo mentre mi cerca il libro, ha un profilo perfetto. Lo trova e me lo porge.
Sfioro leggermente le sue dita e sento la sua morbidezza, incontrandosi anche una leggera scossa.
Alzo lo sguardo e annuisce per ringraziarlo.
«Bel libro, hai buon gusto» mi sorride.
"Accidenti a lui"
«Oh ehm grazie, l'ho già letto in realtà, quando ero adolescente... sono di Londra quindi la letteratura inglese è pane per i miei denti» gli dò qualche informazione su di me.
«Ah sul serio? Io avrei detto che fossi nato qui a Parigi, da quanto tempo vivi qui?» mi domanda il ragazzo.
"Sembra interessato"
«Da 3 anni ormai... vivo col mio cane David» indico il mio cane che sta annusando le scarpe del ragazzo «e con mia sorella.»
Il ragazzo si china per accarezzare David, lui sembra apprezzare.
«Ciao David piacere di conoscerti... e come si chiama il padrone di questo meraviglioso Beagle?» alzo lo sguardo verso di me sorridendo.
«Oh mi chiamo Henry, sono un maleducato perdonami»
«È un bel nome» si alza e mi stringe la mano. «Io sono Alex, piacere»
Stringo la sua mano con sicurezza, il contatto con lui l'ho sognato per mesi.
Torno alla realtà.
«Alex... diminutivo di Alexander?» gli domando.
«Esattamente, io vengo dal Texas e anche io ho una sorella, si chiama June, fa trasferte tra Londra Berlino e qui a Parigi, lei è una giornalista»
«Oh le piace viaggiare... mia sorella, Beatrice, fa arte, dipinge» gli dò qualche nozione in più della mia vita.
«Oh che meraviglia, e il fratello di cosa si occupa?» andiamo verso la cassa per pagare.
«Sto provando a far pubblicare il mio primo libro, tento di intraprendere la carriera di scrittore» tiro fuori dal mio portafoglio 20 euro.
«Scrittore? Ma dai? Sei coraggioso» fa il pagamento, imbustando il libro dentro un sacchettino con sopra il logo del negozio ed emettendo lo scontrino.
«Perché coraggioso?» lo osservo.
«Perché cerchi di realizzare il tuo sogno» Alex mi guarda, quasi come dandomi la sua benedizione e la sua fortuna per far avverare il mio sogno di pubblicare il libro.
«Ti ringrazio, davvero» gli rispondo accennando un sorriso.
«Non ringraziare, la fortuna arriva a chi se lo merita. Buona giornata, Henry» mi fa segno con la mano come se stesse abbassando un cappello immaginario, io ricambio il gesto ed esco dal negozio. Faccio un sospiro di sollievo.
"Ce l'ho fatta"

Inizio a leggere il mio libro, sono sul prato di un parco, disteso con David che rincorre delle farfalle, tenendolo d'occhio. Chiudo il libro mettendo il segnalibro ripensando a ciò che è successo con Alex oggi.
Quella strana energia tra di noi, a tratti surreale, mi ha fatto sentire come se fossi trascinato in un'altra dimensione, sensazioni che mai ho provato prima.
"Questo ragazzo ha qualcosa di speciale"
Sorrido al pensiero.

Passo a casa di Bea per salutarla, abitiamo nello stesso palazzo, io al quinto piano, mentre lei è al quarto

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Passo a casa di Bea per salutarla, abitiamo nello stesso palazzo, io al quinto piano, mentre lei è al quarto. Praticamente ci vediamo sempre, e non potrei chiedere di meglio.

«Hai sentito per caso Philip oggi?» mi chiede Bea versandomi il tè nella tazza di ceramica elegante, presa dal servizio.
«No, e tu?» controllo il telefono per vedere se ho qualche chiamata persa. Nulla.
«Mi ha chiamata, lamentandosi come una signora d'altri tempi» dice sedendosi e gustandosi il tè.
«Come sempre insomma» mangio qualche biscotto.
«Lo conosci Hen... ci chiede quando torneremo di nuovo a Londra per riunire la famiglia» Bea mi guarda, sapendo già quello che avrei risposto.
«Bea sai benissimo che non torno più a Londra, l'aristocrazia non fa per me. Sono abbastanza grande da poter decidere su cosa fare della mia vita. Non esiste più il Conte Henry Hanovert-Stuart, ora esiste Henry Fox. È quello che ho sempre voluto e tu lo sai bene...» gioco nervosamente col mio anello sigillato.
«Hen» Bea mi ferma dal mio tic nervoso «Lo so benissimo, non torneremo a Londra, ne tu e nemmeno io, amo quello che faccio e cambiare vita è stata la cosa migliore che potessimo mai fare. L'avrebbe potuto fare anche Philip, ma è stata una scelta sua rimanere, non nostra. Nessuno ci impedirà di essere ciò che siamo.» Bea mi sorride con la gentilezza e l'amore che la contraddistingue, mi avvicino per darle un bacio sulla guancia.
«Però» aggiunge lei «Oggi ti vedo più raggiante del solito. Cos'è successo?» mi domanda.
Alzo velocemente lo sguardo facendo una smorfia poco credibile.
«Oh beh ho trovato "Sense and sensibility" in una libreria, era anche scontato pensa» le mostro la copia che ho acquistato.
Lei prende lo scontrino, leggendo il luogo.
«Sei andato da quel ragazzo che brami di conoscere da mesi?? Hen! Ci hai parlato?» mi scuote il braccio emozionata per me, all'inizio alzo gli occhi al cielo, poi la guardo, ammettendo la colpa.
«Ci ho parlato si»
Bea esplode in un urlo che mi tappa un orecchio.
«Bea! Penso di essere appena diventato sordo» strizzo gli occhi e mi tappo l'orecchio.
«Scusami fratellino! Avanti racconta: come si chiama? Quanti hanno ha? È bello vero?» mi chiede ansiosamente mia sorella.
«1, si chiama Alex, Alexander per la precisione. 2, non so quanti anni abbia, ci ho parlato per poco, e 3, si è decisamente bello da togliere il fiato» la mia mente ripercorre quelle immagini di Alex stampate come fotogrammi.
Bea mi schiocca le dita davanti al mio viso per farmi tornare alla realtà, mentre ride per la mia infatuazione.
«Tu sei innamorato cotto!»
«Innamorato è davvero un'enorme parola sai?» gesticolo con la mano  negando l'evidenza.
«Hen» mi guarda Beatrice, a lei non riesco a mentire.
«Si, credo di essere cotto» divento paonazzo, è la prima volta che lo dico ad alta voce.
«Beh si vede! Dovreste conoscervi meglio voi due che dici?»
«Prima vorrei diventare un conoscente, poi un amico... Non so nemmeno se gli piacciono gli uomini» partono i dubbi.
«Beh analizza ciò che hai visto» mi ragguaglia Bea.
«Beh, tutto ciò che hanno visto i miei occhi sono un bel viso e un culo spettacolare, non ti so dire altro» Bea ride alla mia affermazione, rido con lei.
«Hai tutto il tempo di questo mondo Hen, non c'è fretta»
Guardo mia sorella, ringraziando Dio per avermi donato una spalla su cui contare sempre.
«Grazie, sei gentile come sempre... Dai, fammi vedere il nuovo quadro»
Bea si ravviva sentendo "nuovo quadro".
«Sicuro! Vieni» mi prende per mano trascinandomi quasi inciampando sulla mia stessa sedia.

Torno a casa mia dopo aver cenato con Bea, David si infila subito nella sua cuccetta, stanco dalla giornata.

Io sono a letto che provo a leggere il libro nuovo, ma la mia mente è offuscata dai pensieri, Alex è al centro di essi.
Provo a cercarlo sui social.
Nothing.
Non so nemmeno il suo cognome.
Tutto inutile, provo a dormire pensando a qualcosa di noioso. Penso a Philip che mi parla e mi addormento all'istante.

TWO HOMES SIDE BY SIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora