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La camera era diventata troppo stretta e angusta, sebbene fosse in realtà molto spaziosa

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La camera era diventata troppo stretta e angusta, sebbene fosse in realtà molto spaziosa.

Per ingannare il tempo, Hana si era dedicata alla composizione floreale. Nel feudo di Haruna sua madre le aveva insegnato, sin da bambina, a sistemare i fiori nei vasi. Si diceva che una donna per essere apprezzabile dovesse saper assemblare qualunque tipo di fiore, accostarne i colori, e risaltarne la bellezza.

Nonostante quella occupazione, si stava annoiando ed era sempre più triste. Aveva intuito che Eunji avesse condiviso diverse notti con Chae-ryeong e le faceva male soltanto pensarci, ma non aveva alcun potere lì dentro. Era buona solo a farsi punire e sua sorella era stata costretta ad entrare al palazzo per aiutarla, ma prima o poi avrebbe avuto la sua rivincita.

Fu allora che le porte, finalmente, si aprirono. La figura del secondo principe comparve dietro di esse, illuminato dalle luci flebili del tramonto.

«Il tuo periodo di isolamento è terminato» annunciò Eunji, camminandole incontro.

Hana sorrise e si alzò dai cuscini. Si avvicinò in uno svolazzare di gonne rosa, finché non si fermò sotto al suo viso. Come aveva fatto a diventare ancora più bello? Avrebbe voluto sfiorare quelle ciocche lunghe sfuggite all'acconciatura, accarezzare il volto pallido e abbracciarlo, ma in parte era ancora adirata con lui.

«Spero non ricapiti più, è stato orribile» confessò, sospirando.

Eunji roteò gli occhi al soffitto, ma sorrise anche lui e capitava così di rado da sembrarle un dono.

«Se imparerai a parlare con più accortezza, sicuramente certi avvenimenti non si ripeteranno.»

Hana si lasciò andare a una piccola smorfia, incrociando le braccia al petto. «So come devo comportarmi e cercherò di non discutere ancora» si morse appena le labbra, afferrando con leggerezza la manica della sua veste, come a chiedergli di portarla via.

«Spero che quello che dici sia vero.» Eunji intrecciò le loro mani, in un moto di affetto che lei non si aspettava, poi la accompagnò fuori. «Andiamo in giardino, fa troppo caldo.»

Al tocco della sua mano, Hana arrossì. Le piacevano quei contatti, essendo rari non ci era abituata, perciò ne approfittò per accarezzare dolcemente le nocche del marito, prima di essere portata al di là della stanza. I due, insieme, attraversarono la veranda illuminata dagli ultimi raggi amaranto. Eunji la guardò solo per un attimo, ma quando si diressero in giardino, si rabbuiò.

Chae-ryeong era in attesa sotto a un grande albero di pesco, avvolta da un hanbok elegante, i cui lunghi veli azzurri e viola si confrontavano con i colori accesi del tramonto. I capelli sistemati in cima alla testa liberavano il viso perfettamente triangolare.

«Andiamocene» disse Hana al marito, serrando la presa sulla sua mano.

Eunji, invece di accontentarla, le rivolse uno sguardo velenoso. «Mi pare che pochi istanti fa avessi detto di aver imparato la lezione. Dimostralo» sibilò, e la tirò a sé con uno strattone.

Cieli di Sangue - Il Cammino Della RovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora